Quando aprì gli occhi mi resi conto che stavo nella mia tenda, avvolto nel mio sacco a pelo morbido e con mio zio accanto a me. Ma quanto avevo dormito? Era stato forse un sogno anche questo? Poi mi toccai il naso e mi venne da piangere per il dolore. No, non era stato un sogno decisamente. Proprio mentre mi toglievo il sacco a pelo da dosso sento un rumore di passi vicino alla mia tenda allora mi fermo e con il dovuto silenzio raccolgo il mio Kalashnikov. I passi si avvicinavano piano piano ed erano diretti verso la tenda, così io puntai la canna della mia arma all'entrata della tenda per cogliere di sorpresa gli intrusi.
I passi si fermarono e non udì più nulla, fino a quando non vedo una mano spuntare sull'estremità della tenda per poi aprirla completamente fino a mostrare il proprio viso "ah ma sei sveglio allora, hai ricevuto una bella botta, che fai allora? Non vieni?" era Luca, mi aveva fatto spaventare.
"Si, stavo solo testando se fosse ancora pulita e lucida come lo era una volta. Metto al volo delle cose nello zaino e vi raggiungo" gli sorrisi.
"Portati solo il necessario, dobbiamo camminare con passo svelto non possiamo permetterci di fermare il gruppo per un solo minuto, ok?" era abbastanza serio ed era la prima volta in tutti questi anni che lo fosse stato.
"Va bene, ricevuto" non ero per nulla preoccupato quanto loro, ma comunque aveva ragione sul fatto di essere veloci. Presi il mio zaino e dentro ci misi una torcia, 5 caricatori per il kalashnikov, la mappa della metro di Roma e qualche pezzo di carne secca. Il necessario.
"Bene. Sono pronto" dissi mentre mi alzai.
"Ottimo, diamoci una mossa non abbiamo tutto il tempo" detto ciò uscì dalla tenda.
Diedi un ultimo sguardo a mio zio che dormiva. Nel frattempo gli avevo lasciato scritto su un foglio un messaggio con su scritto il motivo della mia assenza. Non ne sarebbe stato contento.
Non appena uscito dalla tenda notai che di fronte a me avevo il gruppo per intero tutti ben equipaggiati con armi pesanti e tuta militare. Ero l'unico in jeans e maglietta, ma almeno l'arma la avevo ed era già qualcosa.
"Siamo tutti pronti? Abbiamo un carrello merci che ci aspetta di fronte alla barriera" il capo uscì dall'ombra e ora che aveva il volto completamente alla luce notai un'enorme cicatrice partire dall'occhio sinistro fino ad arrivare alla guancia.
Lui notò che la guardavo perciò mi chiese se andava tutto bene. Io gli risposi di si e mi incamminai insieme agli altri del gruppo in direzione della banchina, per poi scendere sulle rotaie e dirigermi verso il carrello.
"Ovviamente ragazzi il carrello non ci può ospitare tutti perciò dovremo fare due viaggi. Prima parte un gruppo e poi ne parte un altro, io andrò per primo insieme a Romanov, Luca e Franco. Il secondo gruppo sarà composto da Giorgio, Tatsuya, Mirko e Scar. È tutto chiaro?" non ci furono obiezioni "ottimo, si parte" detto ciò salì sul carrello insieme a Romanov, il grosso omone che mi diede il pugno, con Luca e Franco, un tipo barbuto, a spingere il carrello. Prima di inoltrarsi nel buio Luca si girò e mi fece un saluto militare portando la sua mano destra sulla fronte e mi fece l'occhiolino, poi sparirono nel tunnel.
"Ho paura..." a parlare fu Mirko, un ragazzo di più o meno la mia età. Aveva lunghi capelli ricci e biondi e il viso ricoperto dal suo sudore.
"Smettila di fare la femminuccia, potrai pisciarti sotto non appena arriviamo dall'altra parte della galleria" Scar era il nome perfetto per questo tizio, non so se era un soprannome o proprio il nome. Aveva la testa rasata e un'enorme cicatrice che partiva dalla parte destra della fronte fino ad arrivare alla guancia sinistra. Aveva il corpo scolpito da dei muscoli giganteschi e sicuramente un suo bicipite equivaleva alla mia testa. Occhi azzurri e, al contrario di tutti noi che indossavamo un'uniforme, lui aveva una semplice camicia di jeans senza maniche e dei pantaloni con tante tasche "una tigre, dell'Himalaya se vogliamo essere più precisi" mi fissava dritto negli occhi mentre puliva il suo fucile da cecchino e io per la vergogna mi girai di scatto a fissare un punto qualsiasi della galleria fuorché la sua grossa cicatrice.
"Io penso che ci siano poche probabilità che sopravviviamo in questa spedizione, siamo in netto svantaggio rispetto al primo gruppo. Noi siamo composti da una recluta, un mammone, un mercenario e un ragioniere. Penso siamo in netto svantaggio se non fosse per te, Scar" fu Giorgio a parlare. Circa sulla 30ina e con gli occhiali tondi e fini. Capelli corti e pettinati di lato e con un piccolo mitra nella mano destra.
"Sentite, se siamo qui per discutere su chi sopravvive e chi no, è meglio se non parliamo affatto. Portiamo a termine il nostro compito. Appena torneremo alla stazione ne riparleremo" cercai di tranquillizzare un po tutti quanti, ma non avevo capito che volevo prima di tutto tranquillizzare me "ecco guardate, il carrello è tornato, possiamo andare, credo".
Salirono Giorgio e Mirko sul carrello mentre io e Scar ci eravamo messi a spingerlo, avevamo percorso ormai 50 metri e la luce della Numidio Quadrato si vedeva a malapena, mentre di fronte a noi c'era il nulla.
Feci un respiro profondo e riportai la mia attenzione nello spingere il carrello nell'oscurità.
Stavo finalmente per scoprire le altre stazioni.
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Black Hole - La Rivolta (In Corso)
Fiksi IlmiahTatsuya è un ragazzo di 20 anni, e ormai sono 15 anni che vive rintanato sotto la metropolitana di Roma dopo l'esplosione nucleare avvenuta per conto del governo italiano dopo aver deciso di fare pulizia generale. La storia è ambientata nell'anno 21...