" UN'AMICA È PER SEMPRE " 💋

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CAPITOLO 40

Arrivo a Tarquinia verso sera.
Sono stanca, non ho fatto altro che piangere per tutto il tragitto in treno, tanto che credo ormai di essere completamente disidratata.
Che faccio? Dove vado?
Sono queste le domande che sono costretta a farmi.
Se solo potessi tornarmene a casa, abbracciare mia madre, come facevo da piccola, e farmi consolare da lei.

È così semplice quando si è bambini. Tutto si aggiusta con un abbraccio dei tuoi genitori, con un bacio di tua madre e una fiaba romantica.
Da adulti, invece, fai l'amara scoperta, che le principesse e i principi azzurri, di cui parlava tua madre, prima di addormentarti, non esistono o se esistono, sono molto diversi da quelli che sognavi.

So che con il passare del tempo, le cose andranno meglio.
Mi dimenticherò di Alessio, e smetterò di star male per lui.
Forse...
Ma a chi voglio darla a bere?
Alessio non uscirà mai dalla mia testa, e tanto meno dalla mia anima.
È cucito alla perfezione sulle pareti del mio cuore e ci sta benissimo fra i miei pensieri.

La strada è mal messa, e ogni tanto inciampo sui miei stessi piedi, lo zaino pesante poi, non aiuta.
Per non farmi mancare niente, sta anche iniziando a piovere ed io sono stanchissima e mi fa male la schiena.

Maledico il giorno in cui ti ho conosciuto, Alessio, se quella mattina non fossi mai venuta a scuola, non ci saremmo mai incontrati.
Avrei continuato a fare la mia solita vita, anonima, ma sicura.

Non so nemmeno com'è possibile, ma la casualità, vuole, che mi trovi, senza nemmeno rendermene conto, proprio
davanti casa della mia ex amica Sara.

Mi fermo ad osservare da fuori la sua abitazione, che una volta era anche casa mia.
Da bambine, infatti, era più il tempo che trascorrevo qui con lei e la sua famiglia, che a casa mia.
Che bei ricordi.
Allora era tutto più semplice.

È incredibile, come a volte, le cose da un giorno per l'altro, possono cambiare, proprio come il mio rapporto con lei.
Prima sorelle, poi due perfette estranee.

Mi siedo sulla nostra panchina.
Quella in cui trascorrevamo la maggior parte del tempo, quando venivo qui, chiacchierando su un po' di tutto, ragazzi inclusi.

Mi raggomitolo su me stessa, cercando di ripararmi dalla pioggia, con il cappuccio della felpa.
È quasi buio ormai, mi si chiudono gli occhi per la stanchezza.
Quasi quasi resto qui, a riposare un po', sperando vivamente, di non essere notata da nessuno.

Dopo poco, però, la porta d'ingresso dell'abitazione di Sara, si spalanca.
La vedo da lontano 🙈
Sta portando fuori la spazzatura .

Vorrei tanto andarle a parlare .
Mi manca troppo.

Per colpa di Alessio, l'ho mandata al diavolo, dicendole che non avevo bisogno di lei, quando invece, ne avrei tanto.
Vorrei un suo abbraccio, ma
pensarci adesso, è del tutto inutile, non si può tornare indietro.
Prego Dio che non mi veda.
Sarebbe troppo imbarazzante, se mi vedesse ora.

Ma ovviamente, accade il contrario.
Sara infatti, mi nota quasi subito .
Viene verso di me .
Si ferma un secondo, per accertarsi che sia davvero io, poi riprende a camminare.
Mi alzo dalla panchina, nonostante il dolore alla schiena, e tento di andarmene.

" Alice!" mi sento chiamare.
Faccio finta di niente e proseguo.

" Aliceeee, ti prego fermati un secondo, non scappare " .
Non ho scampo 🙈
Mi fermo e mi volto verso di lei.

" STRAVOLGIMI L'ANIMA 💋 " { #Wattys 2016 }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora