« Colui che ti proteggerà a costo della vita, ti basti sapere questo. » questo era quel che aveva detto Cameron.
Erano passate poco meno di tre ore da quest'ultima frase e, quindi, dalla nostra conversazione. Avrei voluto scuoterlo, urlargli di essere chiaro perché odiavo le risposte criptate ma, purtroppo, Matt, che evidentemente era appena tornato a casa, aveva fatto irruzione in camera mia sbraitando qualcosa per poi zittirsi e infine mettersi a ridere per la mia espressione.
Io non gli prestavo attenzione perché proprio nel punto in cui un attimo prima c'era quel ragazzo misterioso adesso c'era il nulla. In effetti penso che la mia faccia fosse davvero divertente dato che Matthew quasi perse un polmone.
Dopo cinque secondi buoni mi riscossi e, dopo aver ignorato le battute di mio fratello, andai a pranzare. Quando finii, mi feci una doccia, indossai il mio pigiamone di pail con i pois e, stringendo al petto il mio peluche preferito, Jamie, mi misi a letto.
Fu così che mi ritrovai alle tre del pomeriggio, con le tende chiuse, in un assordante silenzio. Matthew era uscito per andare da Harry -quel ragazzo non è quasi mai in casa- e i miei genitori erano a lavoro. Libera da ogni distrazione la mia mente ebbe il modo di ritornare agli eventi di quella mattina. Era stato tutto un sogno? Un'allucinazione dettata dalla stanchezza e dallo stress? Avrebbe potuto. E Cameron? Come avevo intenzione di spiegare la venuta e la scomparsa di quel ragazzo? Sospirai rassegnata. Magari avevo solo bisogno di dormire, di una cioccolata calda e di chiacchierare con Ronn... un momento! La borsa della scuola! E il mio cellulare!
Mi alzai alla svelta, quasi inciampando nelle coperte, alla ricerca di queste cose. Misi sottosopra la stanza, cercai perfino nell'armadio ma alla fine mi arresi. Mi sedetti nello stesso punto del letto dove si era seduto quella mattina Cameron e mi presi la testa tra le mani. Ricordavo perfettamente come li avevo persi e questo mi fece rabbrividire.
Non potevo mentire a me stessa ancora.
Tutto quello che era successo quel giorno era vero. Era accaduto. Mi accorsi di avere il respiro affannato. Mi alzai e passai le mani tra i miei corti capelli neri. Mi morsi il labbro e percorrendo la stanza, cercai di riordinare le idee.
Ero stata attaccata da un essere, un'Ombra, come l'aveva chiamata Cameron, che voleva portarmi da questo Lui che a quanto pareva voleva uccidermi per una ragione che a quanto pare non potevo sapere. Ma -perché c'era un ma- ero stata salvata da un ragazzo, apparso dal nulla, che il presunto Lui sapeva sarebbe venuto a salvarmi e, non sapendo come o quando o perché, io ero riuscita a salvarlo. E, dopo, il misterioso ragazzo mi aveva portata a casa e... guarita, visto che non sentivo neanche un po' di dolore. Oh, non dimentichiamo che quel ragazzo sapeva tutto di me, mi conosceva, e, non rispondendo a nessuna delle mie domande, aveva fatto puff.
Ovviamente tutto molto semplice e logico.
Sospirai e mi risedetti sul letto, incrociando le gambe come un'indiana, e mi massaggiai le tempie con gli occhi chiusi. Quello che mi faceva andare più in bestia era che quel ragazzo non avesse risposto a nessuna delle mie domande e quando lo aveva fatto queste si erano moltiplicate. Fermai le dita e poi riaprii gli occhi guardando il vuoto.
Colui che ti proteggerà a costo della vita.
Quelle parole continuavano a tormentarmi. Da chi... da cosa doveva proteggermi? Come avrebbe fatto? Aveva parlato di poteri e questo non faceva altro che darmi spunto per un'altra domanda, cos'era Cameron? Da dove veniva? E perché, a detta sua, ero così importante?
In quell'istante un'altra immagine mi balenò davanti agli occhi, cioè l'immagine di quell'essere intento a pregarmi di non ucciderlo. Ero rimasta impassibile di fronte a quella tortura, volevo infliggergli ancora più dolore e in quel momento mi chiesi come avessi fatto. Chi fossi. Cosa fossi.
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Beside You.
Fantasy[...]Un altro giorno, ancora. Mi chiedo ancora come abbia fatto a non diventare pazzo nelle mie condizioni, credo che se non avessi avuto una ragione per resistere, qualcosa, un pensiero, a cui aggrapparmi adesso sarei già scivolato da tanto nella p...