La casa era silenziosa, Matthew e i miei genitori dormivano, e tutte le luci erano spente. La luce della Luna era l'unica cosa che rischiarava le tenebre.
«Sicuro che non debba accendere la luce?» chiesi, divertita dal fatto che stesse per cadere su una mia scarpa.
«Oh insomma! Quella scarpa è sbucata all'improvviso! E finiscila di ridere!» comandò Cameron dopo avermi sentita ridere. «E comunque così impariamo da bambini ad usare il nostro potere, alla luce della Luna e circondati dalla natura. Noi ci faremo bastare la sua luce.» finì con un piccolo ghigno, gli occhi rivolti alla finestra.Lo guardai serena, aveva un sorriso tranquillo in volto, era rilassato e a suo agio. «C'è un'età per i piccoli di cominciare le lezioni per imparare ad usare l'energia?» chiesi curiosa.
Mi adocchiò, venendo a sedersi accanto a me sul letto. Mi imbarazzai un po', quella mattina eravamo stati così vicini, uniti dai nostri sguardi e dal mio tocco, a cui lui si era lasciato andare. Non sapevo perchè avessi deciso di accarezzargli la guancia, sapevo solo che non volevo allontanarmi e che se ci ripensavo il cuore cominciava a battermi all'impazzata e la mia faccia a diventare rossa.
«I bambini cominciano a studiare la Luce dai cinque anni, con una sciamana nelle notti di luna piena, quando il nostro potere dovrebbe essere più forte.» rise all'improvviso. «Ricordo ancora quando fu il mio turno di iniziare. Ero così emozionato, non stavo nella pelle. Jonathan continuava a prendermi in giro perchè continuavo a saltare euforico per tutta casa e io mi arrabbiavo così tanto.» scosse la testa sghignazzando.
Lo guardai incredula, non aveva mai parlato di sé e della sua vita spontaneamente. «Jonathan... mi sembra di averlo già sentito. E' un tuo amico?» chiesi sperando mi raccontasse qualcos'altro.
Lo vidi contrarre la mascella e scuotere la testa, il suo sorriso era sparito. «Era mio fratello. E il mio migliore amico.» deglutì, sfuggendo al mio sguardo. «E' morto per proteggermi.»
Mi sentii subito in colpa per averglielo chiesto e averlo costretto a rievocare brutti ricordi. Appoggiai la mia mano sulla sua, cercando i suoi occhi. Mi accorsi che non erano lucidi come pensavo ma esprimevano una sofferenza così profonda da farmi stringere il cuore in una morsa dolorosa. «Mi dispiace per tuo fratello e per avertelo chiesto.»
Mi guardò ancora per pochi attimi, stringendo a sua volta la mia mano, prima di ispirare profondamente e cambiare discorso. «Direi che è tempo che questa bambina cominci la sua formazione.» Si alzò e mi si parò davanti, le mani sui fianchi.
«Ehi! Guarda che ho diciotto anni! » mi lamentai coprendomi meglio con la mia coperta con sopra stampati degli orsacchiotti mentre lui apriva la finestra facendo entrare aria gelida.
Mi lanciò un occhiata, sorridendo intenerito. «Si vede.»Lo guardai imbarazzata, le guance rosse. «Bé mi scusi Signor-non-ti-dico-niente-di-me-neanche-l'età, ma questa coperta tiene al caldo, quindi non insultarla.» dissi assumendo un'aria di superiorità che, purtroppo, non durò molto, sentendo la sua risatina.
«Ho venticinque anni.» esclamò all'improvviso facendomi perdere un battito e sedendosi accanto al mio letto con le gambe rivolte verso questo.Vedendo che non parlavo mi chiese se andasse tutto bene e quando gli risposi affermativamente, mi domandò se fossi pronta. Io chiusi gli occhi, esalando un respiro profondo. «Pronta.» affermai decisa.
Sorrise leggermente, tornando serio l'istante dopo. «Innanzitutto, tutti noi abbiamo dentro la Luce, non importa quanto sia flebile o quanto invece non l'abbiamo mai usata. L'importante è trovarla, collegarla al nostro essere più profondo e riuscire a plasmarla sotto forma di energia a nostro piacimento.» iniziò facendomi annuire decisa. Io quella Luce l'avevo appena trovata ma non l'avrei lasciata andare facilmente.
«Ora togli la coperta e chiudi gli occhi.» feci come mi era stato chiesto sentendo subito l'aria pungente e gelida delle notti d'inverno sulla pelle.
Sospirai e chiusi gli occhi. «Respira profondamente. Avverti l'aria attorno a te, la presenza costante della Luna, il mio respiro, il fruscio delle foglie mosse dal vento, il tuo cuore battere calmo.» la voce pacata e roca di Cameron mi guidava con gentilezza e chiarezza.Mi estraniai completamente, ascoltando il mio respiro calmo e percependo tutte le cose che mi elencava il ragazzo.
«Quando riuscirai a sentire una strana elettricità sulla pelle allora sarai pronta per il passo successivo.»Annuii continuando a concentrarmi, cominciando a sentire la pelle formicolare. Sotto le palpebre vedevo piccole scintille argentate. «Ora voglio che tu trovi il tuo centro. So che è difficile, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. Cerca in te, conosciti, pensa alla tua vita, a coloro che per te contano, oppure alle storie leggendarie che leggi. »
Sospettavo che stesse sorridendo ma non aprii gli occhi per controllare, piuttosto mi dedicai a cercare il mio nucleo. Ero convinta che io non fossi una persona degna di nota, fino a che non avevo incontrato questo ragazzo dagli occhi di ghiaccio la mia vita era fatta da semplici questioni. I compiti, le uscite, i libri e le serie tv, Ronnie e Harry e la mia famiglia.
Ho sempre creduto di essere stata fortunata per aver avuto dei genitori così, non mi avevano mai viziata, conoscevo il valore delle cose, ma facevano di tutto per darmi quello che desideravo. Certo, ci litigavo spesso ma nemmeno un'ora ed era già tutto risolto, magari con qualche battuta.
Matt era il miglior fratello che potessi desiderare nonostante gli dicessi il contrario e mi desse sui nervi il più delle volte. C'era sempre per me, mi proteggeva da tutto ma non era mai asfissiante, era divertente, un babbeo, ma gli volevo un bene dell'anima.
Ronnie e Harry erano arrivati dopo e in circostanze diverse, erano differenti, ma riempivano la mia vita di colore e allegria, sapevo che mi avrebbero sempre sostenuta e che se avessi sbagliato me lo avrebbero detto, prima fra tutti Ronnie.
Anche Cameron, mi ritrovai a pensare, ormai era diventata una presenza importante nella mia vita, aprendosi poco alla volta. Mi era vicino in un modo che ancora non riuscivo a capire bene e, inoltre, mi stava aprendo le porte di un mondo completamente diverso, facendomi fuggire da questa vita che, nel bene o nel male, avevo imparato a conoscere.
Avrei fatto di tutto per loro. Per tutti loro.
«Ci sei Jenna. Ora allunga la mano e concentrati su quel nucleo.» mi concentrai maggiormente, sentendomi attirare da un calore familiare. Sentivo una strana energia pervadere il mio intero essere e, quando finalmente riuscii ad entrare in contatto con questa Luce, mi sentii in pace.
«Raduna questa energia, che hai appena trovato, sulla tua mano. Immagina di modellare la Luce che è morbida e flessibile sotto il tuo tocco.» la calda voce di Cameron mi giunse come un eco lontano però ascoltai attentamente le sue istruzioni.
Raccolsi la Luce sul palmo della mano, sentendola fluire attraverso le vene, plasmandola. Sembrava un elemento morbido, sensibile ma incredibilmente forte.
Continuai nel mio intento fin quando Cameron non mi chiese di aprire gli occhi. Lentamente obbedii trovando sulla mia mano un nodo di filamenti argentei che illuminava l'intera stanza.
La guardai con meraviglia, non capacitandomi del fatto che fossi stata io a crearla. Con gli occhi lucidi alzai lo sguardo su Cameron che mi stava osservando con un sorriso orgoglioso.
Mi lasciai contagiare e risposi al suo sorriso, tornando a guardare quella sfera di Luce.
«Ci sono riuscita.» sussurrai con voce emozionata.
«Ci sei riuscita.»Il mio angolino:
Salve! Ebbene sì, Jenna finalmente sta imparando ad usare i suoi poteri, grazie a Cameron (*'*)Ovviamente siamo ancora all'inizio di tutto quindi continuate a segure gli aggiornamenti [^-^]
Come sempre, grazie a chiunque stia leggendo questa storia❤Alla prossima settimana,
Maty~
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Beside You.
Fantasy[...]Un altro giorno, ancora. Mi chiedo ancora come abbia fatto a non diventare pazzo nelle mie condizioni, credo che se non avessi avuto una ragione per resistere, qualcosa, un pensiero, a cui aggrapparmi adesso sarei già scivolato da tanto nella p...