La musica del disco arrivava alle orecchie della ballerina, che trasformava le note in passi. Ma la sua mente era altrove. Non pensava a nulla di preciso, era distratta, eseguiva quella coreografia quasi automaticamente, ormai, per quante volte l'aveva provata. Un ciuffo di capelli biondi le scivolò sul viso, e lei lo riportò indietro insieme al resto della sua chioma bionda legata in un lento chignon. E mentre piroettava, con le gambe tese e dritte come pali e il gonnellino corto nero che ruotava con lei, le sembrò che il mondo attorno a lei iniziasse anche lui a vorticare indistintamente. La musica era finita. E lei si fermò. Tolse il coltello della bocca e si sedette per terra per riprendere fiato. Il suo spettacolo era pronto da un pezzo, ma lei voleva sempre di più, era una perfezionista. Effettivamente il suo numero di ballo con i coltelli era molto apprezzato. Si diresse verso la roulotte che fungeva da casa; non era grande e nemmeno molto bella, ma almeno era era solo sua, ed era la sua casa. Aveva fatto del suo meglio per renderla abitabile; le pareti erano di un bel rosso scuro, con varie chiazze di colore sparse, aveva un letto con un vero materasso e delle coperte colorate e una cassettiera di legno dove riponeva le sue cose e i suoi vestiti. Aveva anche uno specchio, piuttosto alto, che utilizzava per studiare le varie posizioni di danza, o per prepararsi per andare da qualche parte. Per il resto usava i bagni del circo e la mensa con gli altri suoi colleghi artisti circensi. I pochi soldi che guadagnava, li usava per prendere un po' di acqua o qualche utensile che le risultava indispensabile. Quella sera era di cattivo umore; aveva di nuovo litigato con quella smorfiosa di Annette, la bellissima presentatrice del circo. Capelli castani e perfettamente ondulati, grandi occhi color cioccolato e nasino leggermente all'insù. Sembrava una bambola, ed era l'orgoglio del circo, e anche se lei, Costanza Mayflower, chiamata "La Rosa di Halfeti", svolgeva il numero più spettacolare e più bello, la regina indiscussa restava Annette. "Adesso basta pensare ad Annette. Stasera esco con Luke, non posso permettermi di essere triste" pensava mentre si preparava per uscire. Luke era una delle persone che l'avevano sempre sostenuta che, oltre ai suoi nonni con i quali era cresciuta, le voleva veramente bene. E a Costanza piaceva pensare che l'avrebbe potuta veramente amare. Si guardò allo specchio: la ragazza che la guardava aveva gli stessi occhi azzurri e penetranti e gli stessi capelli del colore del grano che aveva cinque anni prima, quando per colpa di un ignobile truffatore, Alex Lanning, era stata costretta ad abbandonare la sua casa insieme al nonno. Ancora ricordava i suoi occhi di un colore fra il verde e il marrone pieni di disprezzo verso quella feccia che erano loro. A questo ricordo strinse le labbra e i lineamenti del suo volto si indurirono, per poi rilassarsi l'attimo dopo. Ormai era una storia chiusa, con Lanning. Non se ne sarebbe dovuta più preoccupare. E fu con il sorriso che uscì dalla roulotte, dopo aver gettato un ultimo sguardo benevolo al vaso di rose nere sopra la sua cassettiera.
Gabriel, insieme al suo collega Donovan, era stato incaricato di cercare informazioni sulle due vittime negli archivi della polizia. Il primo, Anton Hansen, era un commerciante di schiavi: arrestato a 25 anni era stato scagionato a 45, pochi mesi prima della sua morte. Il secondo, Alex Lanning, era il direttore di una ditta di costruzioni alquanto importante. Mentre Donovan riportava le informazioni trovate nella relazione che doveva compilare, sentì Gabriel soffocare una piccola esclamazione: "Don! Qui ho trovato delle cose strane sul fascicolo di Lanning! Circa 5 anni fa, ha portato in tribunale un caso di comunità abusive lungo la zona boscosa del fiume. I residenti di quel posto sono stati costretti ad andarsene perché ritenuti abusivi. In questo fascicolo sono acclusi perfino i nomi dei capifamiglia di quelle persone che Lanning ha portato in tribunale. Mi pare una buona pista per poter iniziare le indagini. Qualcuno di quelle persone, potrebbe essere il nostro assassino." Donovan assentì, dato che il discorso pareva logico, e un mezz'oretta dopo erano già in macchina alla ricerca delle persone citate nel fascicolo.
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La Rosa di Halfeti
Short StoryIn un' Inghilterra degli anni '60, un misterioso assassino passa indisturbato da una vittima all'altra, con un unico segno di riconoscimento: una rosa nera.