Quel giorno, nella piccola comunità di stranieri che stanziavano nel grande campo di profughi, accanto ad un torrentello dal vago colore verdastro, nessuno degli abitanti aspettava visite, e la vista di un enorme macchina che correva lungo il polveroso stradello che conduceva alle loro roulotte e tende che fungevano da abitazioni causò non poco scompiglio. Ma fu una volta accertato che la macchina apparteneva al corpo poliziesco che si scatenò il caos; l'auto parcheggiò all'entrata del campo, e fu una folla di persone (fra cui anche anziani e bambini) scalze, con i volti scavati dal sole e dalla fatica e la pelle rossa di polvere, la maggior parte armati di fucili a schioppo e forconi che si ritrovarono davanti Donovan e Gabriel. Fu quest'ultimo a farsi coraggio per sbloccare la situazione di stallo che si era creata fra loro due e la folla: "Buongiorno a tutti, c'è qualcuno fra di voi che parla inglese?" Alle sue parole, le persone radunate davanti a loro si scambiarono strane occhiate, qualcuna confusa, altre sospettose, ma solo una brillò di comprensione. E fu una ragazzina minuta dai lunghi e spettinati capelli neri come l'ebano che si fece timidamente avanti: "Io parlo inglese, loro... loro poco inglese. Io può tradurre per miei compagni...". Gabriel, dopo un cenno di Donovan che lo spingeva a proseguire, si rivolse alla bambina:" Ciao, piccola, come ti chiami?" "Missandei..." rispose lei esitante. "Molto bene Missandei, mi faresti il favore di tradurre alcune cose?" In risposta lei annuì, mentre gli occhi di tutti erano puntati su di loro. "Allora" iniziò Gabriel " stiamo conducendo un'indagine importante per una serie di omicidi collegati fra loro. Io e il mio compagno Donovan stiamo ricercando informazioni." Aspettò che la bambina traducesse agli altri ciò che lui aveva detto. Una volta che la Missandei finì di tradurre quelle sue prime frasi per tentare di approcciarsi con la comunità, un vecchio dalla pelle rovinata dal sole e dalla fatica, le si avvicinò e rispose qualcosa in una lingua strana, scivolosa, quasi musicale. Missandei tradusse:" Lui è capo di nostra piccola comunità. Ha detto che noi non abbiamo fatto nulla, no morte e no aiuto ad assassino" Gabriel sorrise:" State tranquilli, non siamo qui per accusarvi. Vogliamo solo sapere se per caso conoscete un certo Alex Lanning." Sebbene non parlassero l'inglese, molti a quel nome si accigliarono subito, le loro facce scure come il cielo in una giornata di pioggia. Prima che Missandei potesse tradurre ciò che Gabriel aveva detto, il vecchio capo iniziò a sbraitare e inveire contro loro i due agenti. Della raffica di parole che uscivano a mitraglietta dalla sua bocca, Missandei disse solamente:" Capo dice che noi no voliamo avere nulla a che fare con Alex Lanning, e che se voi vuole fare qui qualcosa per conto suo, noi cacciarvi da qui." Gabriel osservò come gli occhi di quella gente, da ostili si erano fatti duri, crudeli, inaspriti. Quindi, con voce calma ma decisa, continuò nella sua spiegazione alla bambina:" Noi non siamo qui per conto di Lanning, e nessuno potrà più farvi visita per suo conto. Lui è una delle vittime dell'assassino." L'incredulità negli occhi di Missandei valse più di qualsiasi parola. Mentre la bambina si apprestava a tradurre ciò che aveva detto al vecchio capo, con le parole che fuggivano via velocemente dalla sua bocca, Gabriel si ritrovò ad osservare con tristezza e pietà lo sguardo incredulo della bambina, come se non ci volesse credere dalla gioia; e fu la stessa espressione di speranza mista ad incredulità che apparve nei volti scavati del tempo e dalla fatica di tutte le persone lì presenti. Il capo parlò di nuovo a Missandei, questa volta con la voce che tradiva l'emozione vibrante sotto la sua pelle. "Nostro capo chiede se voi sta dicendo bugia". "Nessun inganno, Missandei. Alex Lanning è stato ucciso alcuni giorni fa. Quello che stiamo cercando di scoprire, è il motivo per cui avete conosciuto Lanning, e perché provate odio nei suoi confronti." Mentre parlava Missandei traduceva, e quando ebbe finito un boato si alzò da quella gente. Tutti iniziarono ad abbracciarsi, baciarsi e cantare in quella lingua strana. Fu quando il vecchio alzò un braccio che tutti tacquero. Rivolgendosi a Missandei, iniziò a parlare, facendosi anche più vicino a Gabriel:" Per anni abbiamo tutti vissuto insieme in un piccolo spiazzo di terra del Sud dell'Italia. Eravamo una comunità piccola, non industrializzata, senza tecnologia. L'unica cosa che muoveva tutti i macchinari necessari ai nostri lavori, e anche per la pulizia, era l'acqua. Il nostro territorio era attraversato da un piccolo fiume, che rappresentava la nostra salvezza. Poi, un giorno, vedemmo arrivare due macchine scure, dalle quali scesero alcuni uomini vestiti eleganti e dall'aria seria. Girarono un po' nel nostro territorio, per poi andarsene senza aver pronunciato parola. Alcune settimane dopo tornarono con molte altre persone, e molti macchinari per scavare la terra. Ci dissero che noi lì non potevamo starci, che eravamo degli abusivi immigranti. Per alcuni era vero, come i Mayflower, famiglia turca, anche se dopo essere stati venduti come schiavi qui in Italia da un mercante di persone si erano inseriti a meraviglia fra di noi, ma la maggior parte eravamo di quella terra. Ci fu un'inchiesta, e anche se non c'erano prove a dimostrazione dell'accusa di Lanning, fummo tutti costretti ad andarcene, per scappare da qualche altra parte. Ora siamo dei nomadi, non possiamo restare in un territorio molto a lungo, anche se in questa nazione abbiamo notato abbastanza tolleranza verso noi senza patria e senza casa. Eccoti dimostrato, giovanotto, il perché del nostro odio verso quell'uomo spregevole di Lanning. Ha distrutto le vite di centinaia di persone, solo per avidità. Alla fine era venuto fuori che il nostro bellissimo territorio era ottimo per delle edificazioni, e penso sia stato questo a spingerlo a prenderlo. Suppongo che ora sia diventato casa di altri, magari avranno costruito condomini, cementato tutto quel bel verde. Però, forse ora potremmo tornare là e rivendicare i nostri diritti, ora che Lanning è morto..." Gabriel, dopo una manciata di secondi, si riscosse e rispose a quel fiume di parole: "Grazie mille per queste informazioni, ci saranno senza dubbio di grande utilità." Guardò Donovan che assentì soddisfatto, con in mano una matita e un piccolo blocco di carta. "Posso chiedervi solo un ultimo favore? Potreste farmi la cortesia di scrivere i nomi delle persone che abitavano la vostra comunità quando Lanning vi costrinse ad andarvene?". Una volta che Missandei ebbe tradotto, il vecchio capo chiamò accanto a sé alcuni uomini, fra i più anziani del gruppo, e iniziarono una specie di appello. Lentamente Gabriel, con l'aiuto di Missandei, scrisse una lista di nomi e le provenienze delle persone relative. Scoprì che effettivamente molti di loro, almeno i più anziani, erano morti, e mentre i ragazzi ad aver lasciato la comunità in cerca di fortuna erano circa una decina, solo una ragazza aveva deciso di fare una nuova vita. Gabriel, una volta finita la lista di nomi, ringraziò calorosamente tutte le persone, che non vedevano più i due uomini come una minaccia ma come i loro salvatori. Tant'è che Gabriel, prima di risalire in macchina con un Donovan soddisfatto e sorridente, fece un'ultima promessa alla folla:" Signori, io vi giuro sul mio onore che mi occuperò personalmente della vostra terra affinchè possiate trovare pace e una casa!" Una volta che Missandei ebbe tradotto, la gioia della folla festante si trasformò in baldoria. E fu con quest'atmosfera di festa che i due agenti soddisfatti si apprestarono a ritornare alla base operativa, per registrare tutte le informazioni ottenute. E, per una volta, la buona sorte pareva assisterli.
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La Rosa di Halfeti
Short StoryIn un' Inghilterra degli anni '60, un misterioso assassino passa indisturbato da una vittima all'altra, con un unico segno di riconoscimento: una rosa nera.