Capitolo 6

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Era umido, lì. Il sole non batteva mai all'interno di quel vecchio postaccio, qual casermone abbandonato pieno di sudiciume, i cui unici abitanti erano topi e ragni. Le pareti, ormai più muffa che intonaco, erano scure e cupe, riflettendo l'umore delle uniche due persone che mettevano piede lì dentro da almeno un lustro. L'unica luce proveniva da una finestrella con la sbarre di ferro, completamente coperta da polvere e ragnatele: sotto di essa c'era un uomo. Un giovane uomo, a terra, legato e semisvenuto. In piedi, che girava per la stanza silenziosa e pallida come un fantasma, c'era una bellissima quanto gelida ragazza dai biondi capelli color del grano. Appena notò che il giovane uomo si stava svegliando , gli si accovacciò davanti. Lui aprì appena gli occhi, un gesto che fece apparire lento e penoso. "Costanza..." riuscì a dire. "Ciao Luke. Dormito bene?" chiese lei con un tono affabile, il viso cereo che ben poco si addiceva alla sua voce. "Costanza, dove sono?! Che cosa mi hai fatto?!" "Oh, ti piace? Questo è il capannone dove io e i miei nonni siamo stati costretti a rifugiarci per un po' di tempo dopo che il caro paparino della tua nuova ragazza ci ha malamente sfrattati e mandati a mendicare per il mondo per vivere. Quanto a cosa ti ho fatto... beh, ti dico solo che non ti ho fatto più di quanto abbia combinato tu." Disse Costanza, mentre aveva preso a camminare lentamente, in modo calcolato, attorno a Luke. "Costanza, io ti voglio bene..." "Tu mi hai tradita, lurido porco che non sei altro! Viscido come una serpe! Mi hai mentito per tutto questo tempo! Mi hai presa in giro davanti a tutti, facendoti beffe dei miei sentimenti!" "Costanza, era tutta opera di Annette! Lei mi ha affascinato, e mi ha indotto a fare tutta quella farsa con te! Io non c'entro nulla, lo giuro!" Costanza si accucciò di nuovo verso di lui. "Annette, dici? Lo sai che la tua ragazza ha rapito la mia sorellina? L'unica mia parente ancora in vita?" Luke si limitò a guardarla, attonito, mentre notava la rosa nera all'orecchio della ragazza. "Cosa dovrei fare con te, Luke, adesso?" "Ti prego, non uccidermi..." supplicò lui a bassa voce, sussurrando. Costanza si alzò improvvisamente, facendolo trasalire. "Ti terrò ancora qu, ma non ti ucciderò. Aspetto solo di essere trovata. Se Annette giocherà per bene, verrà da sola e io ti lascerò libero. In caso contrario... vedremo."
Il resto della giornata fu per Luke come un incubo; lei non c'era mai, gli doleva tutto il corpo e, soprattutto, aveva paura. E il terrore si stava pian piano impadronendo di lui. Era riuscito a fare almeno i suoi bisogni, senza comunque avere la possibilità di scappare, sotto la minaccia del coltello della ragazza. Quando dalla finestrella vide il cielo diventare arancione per poi virare verso le tonalità scure della notte, sentì Costanza sedersi fuori, accanto alla finestrella dal vetro sfondato. E mentre chiudeva gli occhi per la sofferenza, sentì la voce di Costanza; la sentì cantare, e per un attimo si lasciò trasportare dal dolore delle parole.
Home is behind,
the world ahead
and there are many paths to tread Through shadow
To the edge of night
Until the stars are all alight. Mist and shadow
Cloude and shape
Hope shall fail
All shall fade...
Fu così che il sonno colse entrambi, una alla luce della luna e l'altro intrappolato in gabbia.

Gabriel aveva la soluzione, sapeva che il posto era quello. Costanza, la Rosa di Halfeti, ci aveva vissuto per un po'di tempo con i suoi nonni. Ora sapeva. Le rose nere di Halfeti, unica città turca nel cui terreno era presente il dicromato d'ammonio necessario alla loro crescita, la stessa Halfeti, città natale di Costanza Mayflower, soprannominata "La Rosa di Halfeti" e vestita sempre di nero durante i suoi spettacoli, e il perché la ragazza tenesse, nella sua roulotte, delle rose nere. E, soprattutto, cosa alla fine ci aveva fatto delle rose nere. Gabriel, dopo aver capito ciò, aveva anche capito dove la ragazza avesse portato Luke. Dopo aver addirittura trovato la piccola Missandei in un armadio durante la perquisizione, si era fatto finalmente raccontare tutta la verità da Annette, e il suo sesto senso gli diceva che quella era la verità. Ma fu quando si ritrovò con gli agenti della polizia davanti al capannone abbandonato che capì di aver avuto ragione.

Quando Costanza sentì le sirene della polizia, capì che Annette si era tirata fuori da quel gioco sadico. In un impeto di rabbia, afferrò Luke per il collo tirandolo bruscamente in piedi, e armandosi del pugnale con la mano libera. Fu così che gli agenti li trovarono. E fu lì che Costanza capì di aver perso. Forse le rimaneva solo un'unica cosa, e fu quella che prevalse nella sua mente sconvolta, e per il suo corpo ormai distrutto, quell'idea appena affiorata nella sua mente si tramutò in un'azione repentina. Lasciò cadere Luke a terra come un sacco di patate e, rimanendo ancora sotto tiro degli agenti, sorrise tristemente e affondò la lama nel suo fianco. Sentì il freddo del metallo, lampi accecanti di dolore, sapeva di doversi colpire di nuovo per finirsi definitivamente ma non aveva più forze. Mentre cadeva pesantemente sul lurido pavimento, non pensava già più a nulla, già il volto del suo nonno, il suo caro, meraviglioso nonno che prendeva il posto del soffitto. E poco prima di chiudere gli occhi aveva sentito due braccia forti afferrarla, e davanti a sé esplose nitidamente un volto lentigginoso, dagli impressionanti occhi verdi ed ebbe la sensazione di aver appena vissuto un deja vu. "Gabriel!" fu quell'urlo strozzato l'ultima cosa che udì, prima di scivolare nell'oblio.

Costanza Mayflower venne condannata a 40 anni di reclusione nel carcere femminile della zona, una volta stabilitasi dal tentato suicidio. Il periodo di reclusione, fu per lei l'inizio di una nuova vita: i suoi amici del circo, almeno i più stretti, le facevano visita almeno una volta al mese. Ma le cose più strane e inaspettatamente piacevoli, furono le visite, almeno una volta a settimana del giovane Gabriel Milton. Se adesso, dopo 35 anni qualcuno cercasse la giovane Costanza nel carcere, sicuramente non riuscirebbe a trovarla; ma la graziosa signora Milton ha gli stessi capelli penetranti occhi azzurri e gli stessi lunghi, fluenti capelli del colore del grano di Costanza Mayflower, la Rosa di Halfeti.

La Rosa di HalfetiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora