Capitolo 4

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"Hey Emma"-dissi-
"Alaska sei tu?"-mi chiese-
"Si perché sto male così vestita?-chiesi preoccupata-
"No sei bellissima. Ti fai bella per lui?"-mi chiese ridendo- ci iniziammo ad incamminare verso la scuola.
"Grazie! A proposito di lui. Non immagini quello che ha fatto ieri sera"-dissi felicissima-
"Cosa? Alaska ma non vi conoscete nemmeno e già..."-mi disse preoccupata- la interruppi prima che disse quello che immaginavo.
"No,no,no non provare a dirlo.
Mi è venuto a prendere sotto casa e mi ha portato in un posto bellissimo."-dissi-
"Ah! A proposito di cose affrettate. Hai detto a Sebastian dove abitavo!"-dissi sbalordita-
"Potrei averlo fatto. Pensavo volesse chiederti il numero"-mi disse ridendo-
"Va bene, ma è stato stupendo però lui è stato un po' troppo affrettato e mi voleva baciare e.."-dissi ma Emma mi bloccó-
"E l'hai baciato?"mi chiede-
"No ovvio che no. Gli ho detto che vorrei andarci piano perché ci conosciamo solo da un giorno solo che ho paura di aver rovinato tutto"-dissi un po' afflitta-
"Stai zitta! Non hai rovinato niente, se lui ti vuole veramente aspetterà."-mi disse-
"Bene. Ma tu e Sebastian vi conoscete?"-chiesi-
"Si andavamo alle medie insieme e.."-si interruppe-
"E cosa?"-chiesi-
"Niente"-disse-
"No ora mi dici tutto o dovrò ucciderti."-dissi un po' alterata-
"Va bene ma non ti allarmare eravamo migliori amici e poi il nostro rapporto si è rovinato per una ragazza"-disse un po' afflitta-
"Emma se hai paura che io ti abbandoni per un ragazzo devi subito togliertelo dalla testa perché non succederà mai."-dissi un po' alterata-
"Va bene mi fido!"-mi disse sorridendomi, ricambiai-
Arrivate davanti scuola entrammo nel cancello e ci separammo dato che avevamo due materie diverse io dovevo andare a psicologia e lei a latino. Decidemmo di rincontrarci in mensa.
"Ei Alaska. Cosa fai piangi ancora vuoi che ti chiami la mammina?"-quella voce era subito riconoscibile quello stronzo di James era tornato a rompermi-
"Ciao james"-dissi con un sorriso fintissimo-
"Wow che look che hai oggi incontriamoci questa sera"-disse ammiccando con un occhio-
Prima che io rispondessi qualcuno mi precede.
"Senti brutto stronzo riprovaci ancora e ti uccido"-sentii alle mie spalle- quella voce la riconoscerei ovunque era Sebastian li dietro di me pronto a difendermi. La sua mascella si era indurita ed era molto serio.
"Uuu chi è venuto il tuo angelo custode a proteggerti"-disse james-
"Tu prova solo a sfiorarla con un dito e sei morto"-disse molto irritato-
"Basta smettetela! Tu James vattene ora"-dissi anch'io irritata-
James alzo le braccia e se ne andò.
Mi girai verso Sebastian.
"Grazie"-dissi-
"Se ti rompe ancora dimmelo che lo spezzo in due"-disse guardando ancora verso di lui con i pugni stretti.-
"Ok va bene"-dissi-
Tra noi due calò un silenzio assordante.
"Allora come va? Oggi è una bella giornata per venire a scuola?"-gli chiesi sorridendo-
Lui sorrise
"Va bene. Oggi era una giornata semplice finché non sei arrivata tu"-mi disse-
"E è cambiata in meglio o in peggio?"-gli chiesi sorridendogli-
"Chi lo sa"-mi disse ridendo-
"Sebastian non fare il misterioso con me"-dissi ridendo-
La campana suonò era ora che andassi in classe.
"Ci si vede"-dissi chiudendo l'armadietto-
"Ci si vede"-ripeté lui-
Me ne andai dandogli un bacio sulla guancia e lui sorrise.
Mi diressi sul corridoio mentre li c'era lui ancora appoggiato al mio armadietto.
Entrai in classe e come in ogni lezioni mi sedei all'ultimo banco. La prof entrò e noi ci alzammo e gli diedimo il "buongiorno" in coro per poi sederci.
Iniziò la lezioni e io come al solito iniziai a disegnare, ma oggi i miei disegni erano diversi avevano un qualcosa in più. Avevo disegnato due rose intrecciate una che marciva e l'altra che era sempre bella.
Non smettevo mai di pensare a Sebastian i miei pensieri si rivolgevano solo a lui e a nient'altro volevo rivederlo,volevo rivedere i suoi occhi, il suo sorriso volevo tutto di lui.
Finita la lezione tornai al mio armadietto e posai i libri per andare in mensa. Quando aprii l'armadietto vidi qualcosa che cadeva. Era un foglietto con su scritto:
"Dove tutto ha inizio"
-Sebastian
Questo ragazzo rendeva la mia vita migliore. A quelle parole sorrisi capii subito cosa voleva.
"Bene lo accontenterò!"-dissi dentro di me.
Mi diressi in mensa e misi il biglietto nella mia giacchetta di jeans.
"Eccoti dove eri finita?"-Mi disse Emma-
"Ero andata a posare i libri"-dissi-
"Ok come stanno andando le tue lezioni oggi?"-mi chiese-
"Per ora bene ora ho l'ultima ora con educazione fisica e non mi va proprio di farla"-dissi un po' affranta-
"Tu invece, come sta andando?"-gli chiesi-
"Bene e ora che mi ci fai pensare anch'io ho educazione fisica! Be soffriremo insieme"-mi disse ridendo-
"Hai impegni oggi?"-mi chiese- non volevo dirle che mi vedevo con Sebastian così inventai una scusa sul momento.
"Non posso mia madre mi ha chiesto di fare una giornata tra mamma e figlia"-gli dissi-
"Ok sarà per la prossima"-disse-
"Andiamo"-disse-
Ci incamminammo verso la palestra della scuola io mi misi dei leggins neri e una maglietta larga bianca.
Noi ragazze giocavamo a pallavolo mentre i ragazzi a basket.
Ero abbastanza brava a pallavolo.
Mentre facevamo una partita una palla mi colpì in testa e persi i sensi.
Aprii gli occhi e non capivo dove mi trovavo.
"Dove sono?"-dissi ancora un po' scossa mentre mi alzavo-
"Alaska ferma sdraiati"-mi disse un voce maschile.-
"Sebastian sei tu?"-dissi ha occhi chiusi distesa su un lettino.-
"Si sono io"-mi disse-
"Sei in infermeria i ragazzi ti hanno preso in testa e hai perso i sensi"-mi disse- mi iniziai ad alzare.
"Sebastian portami a casa per favore"-gli chiesi-
" ok vieni prendo le tue cose e ti do un passaggio"-mi disse-
Prese il mio zaino in spalla e mi tirò giù dal lettino ero ancora molto scossa. Mi prese per mano e mi portò alla sua moto.
Arrivati a casa prese il mio zaino e mi accompagnò al portone.
"Grazie. Non so se riuscirò a venire oggi ho ricevuto il tuo biglietto."-gli dissi-
"Non c'è bisogno passerò io a controllare come tu stia"-mi disse-
"Sei impazzito e se mia madre ti vedesse"-gli dissi preoccupata-
"Tranquilla gli dirò che mi devi fare ripetizioni di matematica"-mi disse ridendo gli sorrisi sfranta avevo ancora un po' di male di testa-
"Va bene alle quattro da me"-gli dissi-
"Va bene mi ledi"-mi disse-
Mi salutò e si diresse sulla sua moto sorridendomi.
Mi diressi dentro casa e mi sdraiai sul letto con il mio telefono.



SPAZIO AUTRICE
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