Prologo.

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"Signorina,la prego di allacciare la cintura di sicurezza,siamo prossimi all'atterraggio" mi sorride cordialmente l'hostess per poi andarsi a sedere su un sedile accanto la porta della cabina di pilotaggio.

Faccio come mi è stato richiesto e aspetto,aspetto di toccare terra,una terra a me sconosciuta e indesiderata.

Se qualcuno prima di due mesi fa mi avesse detto che avrei dovuto lasciare tutto alle mie spalle per trasferirmi a Los Angeles gli avrei riso in faccia,invece ora,seppure contraria,mi ritrovo su un aereo che mi condurrà verso la mia nuova vita.

Ma prima,lasciate che vi spieghi il perchè di questo cambiamento.

Due mesi prima...

Finalmente,anche oggi,questa seduta infernale dallo psicologo finisce.

Domande,sempre tante domande alle quali non rispondo mai con sincerità.

Mi ha sempre detto di confidarmi con lui,di aprirmi,sfogarmi,ma so che il suo scopo è quello di esaminare la mia mente e di riferire a mio padre il mio stato emotivo.

Raggiungo mio padre fuori dalla stanza,impaziente di uscire da questo posto.

"Signor Mara, potreste fermarvi un momento nel mio studio? Avrei bisogno di parlarvi" chiede lo psicologo.

Entriamo e ci sediamo sulle due sedie davanti la scrivania mentre lo psicologo prende posto difronte a noi.

"È da un anno e qualche mese che proseguiamo con le sedute e da parecchio tempo ho notato che si sono rivelate parzialmente inutili,perciò per il bene di Megan vorrei proporvi una cosa. Credo che il suo stato emotivo dipenda anche dal fatto di essere circondata sempre dalle stesse persone e dagli stessi luoghi."

Beh si,un bel viaggio sarebbe l'ideale.

"Perciò credo che Megan debba cambiare aria, gioverebbe su di lei più di quanto facciano queste sedute."

Ben detto signor psicologo.

"Come potete ben capire voglio dirvi che cambiare città potrebbe aiutarla ad andare avanti."

Quello che- no,un momento,cosa ha appena detto? La mia espressione cambia all'istante e l'uomo di fronte a me se ne accorge.

"Meg, vedo e posso capire che non pensi sia una buona idea, ma credimi, se tuo padre dovesse appoggiare questa mia idea un giorno mi ringrazierai."

Peccato che mio padre non terrà minimamente in conto la sua inutile idea.

"La mia non è un'imposizione in quanto è una cosa impegnativa" continua l'uomo seduto dall'altra parte della scrivania "Ciò non coinvolgerebbe solo la ragazza ma la invito a pensarci signor Mara." ci rivolge un sorriso cordiale.

"Ora se mi volete scusare ho un'altra seduta da svolgere, fatemi sapere riguardo la vostra decisione." ci congeda cordialmente.

"Ci penseremo,arrivederci." risponde mio padre che per tutto il tempo si era limitato ad ascoltare ed annuire.

Usciamo dalla struttura e raggiungiamo la macchina.

"Papà, spero tu non prenda neanche in considerazione quello che ha detto lo strizzacervelli" inizio il discorso convinta che lui affermi ciò che ho detto ma quello che arriva alle mie orecchie è solo il suono delle macchine intorno a noi.

"Papà?" lo richiamo attendendo una sua risposta, ma si limita a guardare la strada con fare concentrato.

"Mark, sto parlando con te, gradirei una tua risposta." cerco di attirare la sua attenzione per l'ennesima volta.

"Meg smettila di chiamarmi per nome, sono tuo padre." dice scocciato intento a guidare.

"Ok ok, ora puoi rassicurarmi e dirmi che quello psicologo è un incompetente e che, ovviamente, da buon padre quale sei tu non gli darai ascolto?" faccio un sorriso tirato e anche un pò nervoso.

"È meglio se ne parliamo a casa." dice per poi accendere la radio.

Una decina di minuti dopo si ferma ed esce dalla macchina avviandosi verso casa, lo seguo e noto quanto sembri nervoso e teso in questo momento.

Ci sediamo entrambi sul divano e aspetto che lui inizi a parlare per non spazientirlo.

"Tesoro, io ho dovuto fare una scelta, ci ho riflettuto per mesi e da circa una settimana cercavo di dirlo a te e a tuo fratello." fa una piccola pausa e la confusione dentro di me cresce sempre più "Tu sai che questo è un periodo in cui la nostra impresa sta crescendo e per far si che le cose migliorino sempre di più abbiamo aperto una nuova sede a Los Angeles." mi guarda dritto negli occhi e deglutisce.

"Sappi che quello che ha detto lo psicologo non ha nulla a che fare con questo" prende un respiro e dice quello che più temevo...

"Ci trasferiamo a Los Angeles."

°°°

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