Ero distrutta.
Piena di ferite e dolori su tutto il corpo. La violenza di quel ragazzo fu indescrivibile. Ero sdraiata per terra, con le braccia legate al palo, che reggevano tutto il mio peso. I capelli mi pizzicavano la faccia, ed alcuni ciuffi ci si appiccicarono a causa del sudore e del sangue.Quel pazzo era seduto un po' piú lontano da me, che contemplava la mia sofferenza.
Beveva una bottiglia di alcool, e sapevo che una volta ubriaco, mi avrebbe fatto nuovamente del male.
Ansimavo, sfinita e senza forze. Non riuscivo ad alzarmi, nemmeno con il pensiero che sarebbe passato a bastonarmi.
Le lacrime ormai erano confuse con le goccie del mio sangue.
Il mio fiato era pesante, interrotto dai singhiozzi.
-Bene.- Disse Jeff frenando la bottiglia dalla bocca.
-Come ti senti?- Chiese col suo tono sinistro.
Non volevo rispondergli, ma quando afferrò il bastone di ferro, trovai magicamente la forza di parlare.-Perché non mi uccidi subito..? -
-Perché sei il mio giocattolo.. Per adesso.. -
Rise, alzandosi, mostrando la sua alta figura davanti a me.
-Vedi.. - Continuò.
-Findlay é una città.. Molto precauzionale. Sono tutto cosí medettamente irraggiungibili da ammazzare.. -
Mentre parlava, mi carezzava il corpo con la lama ghiacciata del suo coltello, che lasciava scie di sangue. Un brivido mi percorse la schiena.-La sete di sangue va tenuta a bada.. -
Accarezzò la mia gamba.
-E visto che ti ho trovata.. Finché non troverò una soluzione.. giocherò con te. -La sua lama sfiorò la mia coscia, e sussultai.
Iniziai a tremare, e rimasi paralizzata.-Ma devo assicurarmi che anche tu ti diverta.-
Iniziò a graffiarmi la coscia, un dolore che sentivo a malapena, dopo tutte le botte incassate pochi minuti prima. Continuavo a tremare, la paura cresceva in me come impazzita, e il mio cuore batteva velocemente. Deglutii, e presi fiato, parlando un po' nervosamente.
-I-io non mi sto divertendo.-
Lui sogghignò.
-Tranquilla. Prima o poi ti divertitai anche tu.. -
Infilò la lama piú in profondità, facendomi gemere dal dolore.
Squarciava la mia pelle poco a poco, e il mio sangue caldo scorreva lungo la gamba.
Lui ci strisciò sopra la lama, e la leccò.
Era uno psicopatico.
Godeva sul mio sangue.
Sul dolore e sul trauma che stavo vivendo.-Spero tu non sia stanca.- Aggiunse.
-Perché questo sangue mi istiga.-
Lo guardai. Tremavo di paura, ma non riuscii a trattenermi. Gli diedi un calcio sulla mano.
Lui la ritrasse, ringhiando.
-Che puttana.. - Sussurrò.Afferrò il bastone di ferro, e senza esitare, iniziò a colpirmi.
Urlai ancora piú forte, nella speranza che qualche malcapitato mi potesse sentire.
Ma non fu cosí.
Il killer continuò a percuotermi dappertutto, tranne che sulla faccia.
Evidentemente non voleva rovinare la sua "creazione". Anche se era passata solo una giornata avevo imparato a conoscerlo.
Non avrebbe avuto pietà.
Iniziai a tossire, e mi accorsi di star sputando del sangue.
Andava avanti, e no, quel bastardo non si fermava. Sentivo le ossa sul punto di spezzarsi, e le mie ferite riaprirsi.
Poi iniziò a ridere, come un pazzo, anzi, ERA un pazzo. Rideva mentre piangevo e lo supplicavo, lui amava vedermi in quello stato.
Ero il suo giocattolo, non avrei avuto scelta, sarei dovuta avvicinarmi alla morte strisciando rotta in mille pezzi e grondante del sangue che lui degustava e continuava a farmi versare.
Smisi di urlare, nonostante stessero continuando a cadere pesanti colpi sul mio corpo.In lacrime, e con un fil di voce..
Gli dissi -..S-scusa.. -Ed ecco che, finalmente si fermò, una volta che ebbe notato, la mia impassibilità ai colpi. Me ne aveva date cosí tante, ormai, che mi ci abituai.
-Non c'é gusto se non soffri, Cherry.- Disse a bassa voce, nel silenzio che si era appena creato.
Restai con lo sguardo perso.
Lui si abbassò, e mi scosse.-Daii, non dirmi che sei morta.. -
Esclamò, poi mi vide battere gli occhi e tirò un sospiro di sollievo.*ELA*
Hey lettore!
Non so come possa essere venuto questo capitolo, perché l'ho scritto durante la spiegazione di mate ;-;
Spero ti sia piaciuto comunque!
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Jeff the Killer - You're my little toy
Fanfiction"È successo in un istante. Un singolo, banale, mostruoso istante. L'ho guardato negli occhi. Ho visto il diavolo. Ho visto un mostro, creato dall'odio e dal fuoco. Quando mi sono svegliata legata a quella sedia, non solo ho sentito delle corde...