-E fu così che nacque il Khalahari-. Appena finii di leggere alzai la testa dal libro per vedere la reazione di Marven. Lui lo prese, lo chiuse e mi sorrise -Be', Faiza, non hai fatto nemmeno un errore e sei stata molto scorrevole. Sono davvero felice di questo tuo traguardo, sei qui solo da un mese e sei già diventata una persona completamente diversa-. Mi morsi il labbro inferiore, chiedendomi quale delle due Faiza preferisse -E tutto grazie al maestro- gli sorrisi a mia volta. Quattro settimane, erano passate quattro dannate settimane e Vandervaal ancora non era tornato. -Impari molto in fretta, ho visto che pure sul ring te la cavi meglio-. -Sfogo la mia rabbia così, come lo fanno molte altre persone-. Marven annuì e mi prese la mano -Devo farti una domanda importante, Faiza. Sei sicura di trovarti bene, qui alla corte?-. Gli strinsi la mano talmente forte, che riuscii a notare l'espressione di dolore sul suo volto, prima che scomparisse, subito dopo, così allentai la presa. Avevo bisogno di contato fisico più di quanto pensassi. -Me lo chiedi ogni giorno, Marven e ogni volta ti rispondo allo stesso modo. Vorrei che parlassimo di altro-. -Tipo di quanto odi Vandervaal e di come lo ucciderai non appena tornerà dalla sua spedizione?-. Rimasi a bocca aperta -Come fai a saperlo?-. Marven ridacchiò -Ogni volta che qualcuno nomina il suo nome assumi un'espressione di ribrezzo e passi tantissimo tempo con Rapha, che prova i tuoi stessi sentimenti verso Vandervaal-. -E per te è una cosa negativa?-. Lui lasciò la presa dalla mia mano e si alzò dalla poltrona, andando a posizionare il libro al suo posto sullo scaffale. -Ognuno ha un suo modo di reagire alle ingiustizie. Ci sono quelli come me, che sono troppo deboli per poter attuare cambiamenti-. Fissò il vuoto per qualche secondo, poi si girò verso di me e continuò -E poi ci sono quelli come te: talmente forti, che potrebbero ribaltare tutte le terre del Khalahari, pur di poter ottenere la giustizia. Per quanto mi riguarda, Faiza, posso continuare la mia vita qui per un altro anno. Dopo me ne andrò e troverò qualcuno che mi amerà e, forse, troverò la felicità-. Una lacrima gli rigò la guancia e si girò per asciugarla. Mi alzai dalla poltrona e lo affiancai -Non devi vergognarti, Marven, è normale piangere. Ti prometto che ti farò uscire da questo posto prima che tu compia venti anni. Te lo prometto-. Lo abbracciai e lui mi accolse a braccia aperte, stringendomi talmente forte da togliermi l'aria dai polmoni. -Te lo prometto-
Lana puntò la lama alla mi gola, subito dopo avermi disarmata. Dopo qualche secondo, portò il braccio con cui teneva la spada lungo il fianco e riprese la mia da terra, porgendomela. -Non devi mai abbassare la guardia, per nessun motivo. Anche se, mentre stai combattendo, un tuo compagno viene trafitto non abbassare la guardia- alzò il tono della voce, pronunciando le ultime tre parole con un lungo distacco l'una dall'altra. -Ci siamo intesi? E ora, riproviamo-. Strinsi l'elsa e partii all'attacco, fendendo l'aria e scontrando la lama della mia spada con quella di Lana. La battaglia proseguì tra respiri pesanti, sudore e sguardi assassini. Era una mattina calda e, come al solito, portavo il mio velo, il che non mi facilitava il combattimento, anzi, lo rendeva più difficile, dato che spesso il tessuto mi calava sugli occhi, impedendomi di vedere. Lana cercò di disarmarmi una seconda volta, ma le calpestai il piede, distraendola e, subito dopo, colpendo la sua spada, che cadde a terra emettendo un tonfo, sollevando una nube di sabbia. Subito dopo le puntai la lama alla gola, ripetendo ciò che mi aveva detto poco prima -Mai abbassare la guardia-. Le feci l'occhiolino e lei mise una mano sulla punta della mia spada, abbassandola, mentre mi sorrideva -Vedo che sei migliorata molto. Che ne dici di fare una piccola pausa?-. Annuii e ci sedemmo su di una panca di legno. Mi tolsi il velo e lo legai al polso. Lana notò il mio gesto e si mostrò interessata -Sei piuttosto legata a quel velo. O mi sbaglio?-. Le sorrisi -Era di mia nonna, forse l'unica persona che mi abbia davvero voluto bene-. Mi prese la mano e la strinse, sorridendomi a sua volta -Ma ora sei qui, in questo fantastico posto, dove puoi essere amata da tutti noi-. Improvvisamente, il suo viso si rabbuiò e il sorriso scomparve. Lana spostò una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio e iniziò a parlare -Dato che preferisco dirtelo subito e non voglio che tu lo venga a sapere da qualcun altro, ho deciso di raccontarti come sono davvero finita qui. Voglio che ci sia un legame basato sulla fiducia, tra di noi. Ho fatto qualcosa di orribile, di cui ancora mi pento, molto peggio del rubare-. Annuii -Tranquilla, dimmi tutto-. Lana inspirò e mi raccontò tutto. -I miei genitori, come i tuoi, trattavano in modo orribile me e mio fratello, Tiber. Che eravamo gli unici due afflitti dalla Maledizione del Deserto, in famiglia. Avevo un'altra sorella, ma era una semplice Wildsoul. Un giorno, mi decisi, non mi ricordo come e perché, ma diedi fuoco a casa mia e l'incendio dilagò per tutto il villaggio. Furono pochi a salvarsi e nessuno nella mia famiglia, oltre a me e Tiber, si salvò. Il fumo mi soffocò e persi i sensi, scordandomi tutto. Fu Tiber a salvarmi, quando mi disse ciò che avevo fatto scoppiai a piangere e smisi ore dopo. Avevo perso mia sorella, avevamo perso la nostra sorella e Tiber non me l'ha mai perdonato-. Lana scoppiò a piangere e io la abbracciai, mentre le sue lacrime calde si riversavano sui miei vestiti e sulla mia schiena. -Mi dispiace, Lana, mi dispiace. Vorrei poter fare qualcosa e ti giuro che ci proverò. Tu uscirai da questo posto e avrai una vita normale. Mi strinse ancora più forte, ma si staccò dall'abbraccio quando Marven chiamò il mio nome. Era sulla soglia della porta che, dal salotto, dava sul giardino e indossava la divisa con lo stemma che aveva il giorno del mio sedicesimo compleanno. Ricordai il disegno della duna trafitta da una spada, illuminata dal pallore della luna. Capii cosa stava succedendo ancor prima che Marven parlasse e non rimasi stupita quando sentii le stesse parole che mi ero immaginata, uscire dalla sua bocca -Vandervaal è tornato-.
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OF BLOOD AND SAND
FantasyFaiza è una wildsoul, una persona che può assumere le sembianze di qualsiasi animale. Ma lei è diversa. Sin da quando ha esalato il suo primo respiro, Faiza è perseguitata da una maledizione che le permette di trasformarsi in un solo animale: il lup...