25 Saovine.
L'aria fredda gli sferzava il volto, nonostante avessero lasciato il nord il freddo non li aveva abbandonati, durante il giorno il clima era sicuramente più indulgente tra i boschi di Calien, ma la notte le temperature scendevano vertiginosamente.
Se in altre circostanze il vento gelido lo avrebbe infastidito, in quel momento gli provocava un sollievo profondo.
"Congelerai qui fuori ragazzo."
Nor rivolse un veloce sguardo all'uomo appena comparso al suo fianco senza però far uscire nessuna parola dalle sue labbra.
Rimasero in silenzio per quello che sembrò un'eternità, un silenzio colmato dai loro respiri e dai rumori che avvolgevano il bosco.
"Non è colpa tua."
Una flebile sussurro uscì da quell'omone così grosso che per un attimo Nor si chiese se fosse stato davvero lui a parlare.
Alzò lo sguardo, ritrovandosi ad ammirare una luna particolarmente splendente in una note così cupa.
"Sei riuscito a salvarla, dovresti essere contento."
Una risata priva di felicità riecheggiò nell'aria facendo piegare leggermente la testa del ragazzo all'indietro.
"Si è salvata da sola, io non ho fatto nulla. Avrei dovuto aiutarla, avrei dovuto salvarla. Invece sono rimasto a guardare mentre lei salvava me e si distruggeva."
"Tu sei riuscito a portarla da me prima che fosse troppo tardi. Perciò per quanto mi riguarda le hai salvato la vita."
L'uomo si accese la pipa con un gesto istintivo, fumava da così tanti anni che ormai era un tutt'uno con la sua pipa di legno pregiato.
Ricordava ancora quando conobbe l'uomo al suo fianco, era a mala pena un ragazzino appena scappato dal suo paesello, ignaro di cosa il destino gli riservasse.
L'unica cosa di cui aveva la certezza era il fatto che lui fosse un assassino.
Dopo quasi dieci anni le voci riecheggiavano ancora nella sua testa come una cantilena straziante.
L'unico che era riuscito ad appagarle era stato il maestro, mostrandogli che in realtà era solo un bambino un pò troppo vivace che aveva commesso un errore.
Eppure a causa di quell'errore aveva perso tutto. La sua famiglia, i suoi amici, la sua casa, il suo paese.
I suoi compaesani l'avevano additato e cacciato come se fosse un criminale, invece era solo un bambino al quale non avevano insegnato la differenza tra giusto e sbagliato.
Era cresciuto con un padre troppo impegnato ad affogare i suoi dispiaceri nell'alcol e una madre che aveva occhi solo per sua sorella.
Il volto della sorella gli comparve prepotentemente davanti come uno schiaffo, con quell'espressione compiaciuta sul volto mentre tutti lo insultavano.
Non le bastavano tutte le attenzioni ricevute, voleva liberarsi di lui.
Il giorno che venne cacciato vagò per i boschi in preda al panico, non sapeva dove andare, come sopravvivere.
Quando, per puro caso, giunse ad una capanna costeggiata da un ruscello con un uomo anziano intento a strappare delle erbacce dal terreno, il suo cuore riprese a battere e si ritrovò a pensare che la speranza non fosse del tutto svanita.
Da quel giorno Nor divenne l'apprendista del maestro diventando una nuova persona e quando incontrò per la prima volta gli occhi color smeraldo di quella bambina di soli otto anni, si sentì rinascere completamente capendo che da quel momento la sua vita era completa.
Adesso, invece, stava perdendo tutto.
Per essere un codardo. Per non essere un buon amico.
"Quando avrai finito di contemplare il vuoto ti consiglio di raggiungere la ragazza. Ora più che mai ha bisogno di te."
Nor venne riscosso prepotentemente da Eramus che, dopo avergli dato una forte e decisa pacca sulla spalla sparì tra l'oscurità del bosco.
Prese un ultima profonda boccata d'aria fresca e si decise a rientrare trovando Nilde seduta sul letto intenta a contemplare le bende.
A vederla in quello stato il suo cuore si strinse in una morsa dolorosa. Era sempre stata una ragazza forte eppure in quel momento pareva solo una piccola bambina sperduta e indifesa.
"Guarirai presto."
Sussurrò dolcemente mentre lentamente prendeva posto al suo fianco.
"So che vuoi sapere cosa sia successo, ma dopo che te lo avrò raccontato devi promettermi che accetterai il mio aiuto."
Spostò il volto della giovane con un tocco delicato sotto al mento, in modo tale che i loro occhi si potessero incontrare.
Annuì debolmente in risposta e si sistemò in attesa che Nor iniziasse il suo racconto.
"Allora, come ben sai sei una Dominatrice. - Uno sguardo d'ovvietà comparve sul volto della giovane che subito voltò per nascondere un sorriso divertito, facendo nascere a sua volta un sorriso sulle labbra dell'amico. - È inutile che mi guardi così, lo so che è una cosa ovvia. Comunque i tuoi poteri sono molto più forti di quanto potessimo aspettarci il problema è che non sai controllarli. Come nel combattimento... normale?! Si definiamolo così. Come nel combattimento normale ti lasci trasportare dall'ira diventando incontrollabile e distruttiva."
Questa volta sul volto della ragazza comparve uno sguardo confuso facendo intendere al suo amico che in realtà non aveva capito il suo discorso.
"In poche parole sei un vero e proprio pericolo."
La ragazza simulò una risata sarcastica con il labiale lanciandogli uno sguardo inceneritore.
"Nilde non scherzo, non riuscivamo a controllarti, hai iniziato ad attaccare tutti. Ti sei fermata solo quando sono comparse quelle ustioni sul tuo corpo. E per fermata, intendo svenuta."
Il volto di Nilde, che fino a poco prima era rivolto al pavimento, si sollevò di scatto guardano incredula il suo amico.
Si indicò le ferite in preda al panico che Nor riuscì a leggerle nello sguardo.
"Si te le sei procurata da sola e no, non sappiamo ancora come hai fatto."
Entrambi si passarono una mano sulla nuca in un gesto, che agli occhi di un estraneo, poteva farli sembrare fratelli di sangue.
"Ti prometto che capiremo cos'è successo, nel frattempo però tu ti allenerai così imparerai ad utilizzare i tuoi poteri senza finire di uccidere anche chi sta dalla tua parte, sono stato chiaro?"
Nilde annuì decisa, voleva anche lei imparare a dominare i suoi poteri per poter combattere al meglio evitando stragi inutili.
"Ora riposati, devi riprenderti,"
Le diede un leggero bacio sulla nuca e andò a distendersi in un giaciglio poco distante da quello della sua amica.
Un sonno profondo si impossessò dei due all'istante trascinandoli in un riposo tranquillo e privo di incubi.
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I Dominatori Di Elda - La guerriera Fenice
FantasyPrimo libro della trilogia "I Dominatori di Elda". Per secoli la pace regnò sovrana tra le terre di Elda grazie alla presenza dei quattro Dominatori che mantenevano l'ordine al fianco del Capostirpe. Al termine della Beleg Auth (Grande Guerra) però...