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28 Saovine.

Era disteso in un enorme letto, soffici lenzuola di seta lo avvolgeva fino al bacino, corpi perfetti ballavano per lui scaldando l'atmosfera, mani candide lo accarezzavano e lo massaggiavano rilassando i suoi muscolosi tesi. In breve si ritrovò ad assaporare le carnose e dolci bocche di quelle giovani bellissime, le mani scendevano accarezzando le loro curve e lentamente prese ad assaporare anche le loro forme con totale trasporto.
L'eccitazione iniziò a crescere in lui pulsando sempre più mentre un rumore lontano si faceva sempre più forte ed insistente.
"Andiamo idiota svegliati!"
Aprì gli occhi di colpo, ritrovandosi tristemente catapultato nel buio della sua stanza con un Erech particolarmente agitato davanti.
"Sei pazzo? Stavo facendo un sogno bellissimo"
Disse con la voce impastata dal sonno strofinandosi il volto con le mani.
Per un istante il principe rivide il bambino con cui si divertiva a giocare da piccolo, quando correva a svegliarlo per uscire a giocare per le vie della città nelle giornate afose, un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto ricordando quel periodo spensierato delle loro vite, quando era ancora tutto perfetto, nessuna guerra incombeva su di loro, le loro mani non erano macchiate di sangue altrui, sua madre era ancora viva e sui loro volti trionfava sempre un sorriso.
Dovette però scacciare in fretta quel ricordo, non era il momento di perdersi in certe cose avevano altro di più importanti a cui pensare.
"Andiamo alzati! Ti devo parlare!"
"Puoi parlare anche così, non devo alzarmi per forza."
Gli fece notare Hathol con un sonoro sbuffo.
Erech si passò una mano sul volto irritato dal comportamento del suo amico, gli strappò con prepotenza le coperte di dosso e lo invitò con poca grazia ad alzarsi tirandogli un pugno sul costato.
Hathol dopo qualche colpo di tosse si portò a sedere massaggiandosi l'addome.
"Andiamo, cosa c'è di così importante che non può aspettare domani mattina?"
"È qui."
L'amico sbuffo di nuovo esausto, non aveva voglia di dover fare mille domande per capire di cosa stesse parlando anzi, voleva terminare al più presto quella conversazione per tornare al suo dolce sogno.
"Parla chiaro!"
"Ok ok. - Il principe prese posto nel letto davanti ad Hathol e, dopo aver catturato la sua attenzione riprese a parlare.- Sono andato a prendere un pò d'aria nel bosco e ho trovato la ragazza."
"Quella che penso io?"
Il ragazzo era sbalordito, non poteva credere che fosse talmente stupida da andare li, ma soprattutto non riusciva a credere al fatto che il suo amico non avesse colto l'occasione per prenderla.
"Fammi capire, tu ti sei trovato la ragazza davanti e l'hai lasciata scappare?"
"Si"
"Ora spiegami, che diavolo di problemi hai?"
"Amico non puoi capire."
"Cosa dovrei capire? Sai, forse ho capito fin troppo, e ti dico subito che è uno sbaglio. Ho visto come la guardi non sono stupido ma non puoi permettertelo e adesso, dopo questa cazzata che non dovrà sapere nessuno, andrai da tuo padre ad avvisarlo della sua presenza in città!"
Erech si ritrovò un dito puntato contro e Hathol che lo guardava con rimproverò, aveva capito ma non pienamente come sperava.
"No."
"Cosa?"
Il volume del giovane si fece più alto del dovuto infastidendo il principe che si portò le mani alle orecchie.
"Smettila di strillare come una donzella in pericolo."
"No non la smetto, vuoi metterti tuo padre contro?"
"Senti non mi importa di mio padre, ce l'ho contro da quando sono venuto al mondo e comunque ho un piano."
Con quella frase gli parve di aver convinto Hathol che con un cenno del capo lo invitò a parlare.
"Noi domani fingiamo di partire per chissà dove alla ricerca della ragazza ma in realtà la seguiamo."
Il volto di Hathol all'udire quel piano si tramutò in una smorfia di incredulità.
"Perché mai dovremmo seguirla?"
"Voglio scoprire perché è venuta qua, non è così stupida da venire qua senza uno scopo."
"Si, hai ragione."
Rispose in un sussurro mentre si portava una mano al mento pensieroso, sapeva anche lui che quella ragazza era tutt'altro che stupida se aveva deciso di recarsi li c'era qualcosa di molto importante che l'aveva spinta a farlo.
Il silenzio li avvolse come un manto invisibile rendendo l'ambiente quasi innaturale mentre Hathol si perse a meditare sulla cosa giusta da fare, ma sapeva che non avrebbe abbandonato il suo amico davanti a nulla. Il comportamento che il Tiranno riservava ad Erech da sempre non gli era mai piaciuto, non riusciva a concepire come un padre potesse trattare così il proprio figlio, sangue del suo sangue.
"Dobbiamo stare attenti, se per caso tuo padre lo scopre è finita."
Un sorriso sincero si dipinse sul volto del principe che dopo un'amichevole pacca sulla spalla si ritrovò a concordare con l'amico, era una situazione pericolosa ma qualcosa gli diceva che dovevano seguire quella strada.
I due continuarono a discutere del piano, ignari della presenza di una figura che si era appena materializzata nella stanza, nascosta nell'ombra della camera, osservava e ascoltava indisturbata.
Scoprire ciò che nutriva il ragazzo per quella stupida dominatrice le fece ribollire il sangue e si ritrovò a chiedersi cosa potesse mai avere quella che non avesse lei.
Nulla.
Lei era perfetta, la donna che tutti vorrebbero eppure lui l'aveva respinta.
L'ira iniziò a montare lentamente, il principe doveva cadere ai suoi piedi, lei otteneva sempre tutto ciò che voleva e lui non poteva sottrarsi.
Attese che l'uomo se ne andasse e che Hathol si addormentasse per uscire indisturbata.
Quei due non immaginavano cosa tramava la sua mente malata e lei era pronta ad affilare gli artigli, seppur fosse arrivata in ritardo e, purtroppo, ebbe modo di ascoltare ben poco, aveva comunque acquisito informazioni importanti che non si sarebbe mai aspettata e ciò la rendeva soddisfatta.
Per quanto potesse darle fastidio sapere che il principe fosse davvero interessato a quella giovane avrebbe comunque potuto fruttarle parecchio e anche l'essere a conoscenza del fatto che nascondesse qualcosa al padre, qualcosa di grosso, avrebbe giocato a suo favore. Doveva solo scoprire cosa fosse dopodiché lo avrebbe avuto in pugno e avrebbe finalmente potuto portare avanti il suo piano indisturbata.
Un piano ben preciso che nessuno avrebbe dovuto rovinare, tanto meno quella stupida ragazzina.

I Dominatori Di Elda - La guerriera FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora