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22 Saovine.

"Ditemi che è uno scherzo?"
Si passò una mano sul volto stanco, quella ricerca andava avanti da davvero troppo tempo e non poteva credere, dopo tutti quegli anni, a ciò che giungeva alle sue orecchie.
"Sire è ciò che ha detto vostro figlio."
Una risata nervosa riempì l'aria facendo indietreggiare il suo fedele amico che, agli occhi del Tiranno, parve decisamente troppo turbato per colui che si faceva chiamare "suo figlio" ma che di suo non aveva nulla se non il sangue.
"Chiamatelo! Lui e quel suo stupido amico."
Ci fu un attimo di silenzio colmato dai loro respiri e dal rumore provocato dall'enorme portone che si era chiuso con un tonfo, segno che i suoi servitori erano usciti dalla stanza.
Sollevò lentamente il capo puntando lo sguardo su Bor in piedi al centro dell'enorme sala. Nonostante i suoi anni aveva mantenuto l'agilità e la forza di quando era un ragazzino.
I lunghi dread bianchi ricadevano pesanti alle sue spalle ornati da fiori e nastri colorati a dir poco ripugnanti per Mornon.
"Quando ti deciderai a toglierti tutta quella roba dalla testa? Sembri una donna."
Un piccolo sorriso parve sul volto dell'amico a quella affermazione.
"Dovresti fartene una ragione, non toglierò nulla di tutto ciò. - Disse indicando i capelli. - Piuttosto, potresti dirmi cosa ti passa per la testa? Credo di non averti mai visto così calmo."
"Cosa vorresti dire?"
"Voglio dire che per ciò che è successo, non è assolutamente da te non esplodere urlando e vorrei sapere cosa c'è sotto."
"Dai tempo al tempo e vedrai."
I due si scambiarono un veloce sorriso prima che l'enorme portone venne spalancato dai servitori facendo entrare un Erech privo di espressione e un Hathol, al contrario, bianco come un lenzuolo.
"Ci avete chiamato padre?"
Mornon senza proferire parola si alzò dal suo trono con estrema lentezza iniziando a contemplare ogni centimetro di quella sala così luminosa e al contempo spettrale.
"Sai questo castello venne costruito da tuo nonno. Ne andava così fiero, aveva progettato tutto lui. Voleva che fosse imponente e che facesse capire ai nemici a cosa andavano in contro, prima ancora che riuscissero ad avvicinarsi."
"A me aveva raccontato una versione diversa"
Il principe interruppe bruscamente il padre che, a stento, represse la voglia di lanciargli il calice colmo di un liquore ambrato che si era appena fatto porgere dal suo fedele amico.
"Sai cosa dovrei farti figlio mio?"
Il Tiranno indirizzò uno sguardo di sfida al figlio che attendeva la collera del padre da quando era giunto a castello.
"Ho una vaga idea."
Una leggera risata sfuggì dalle labbra dell'uomo intento a contemplare il liquore.
"Vi do una settimana per riposarvi e preparare un piano infallibile. Non un giorno di più. Fra una settimana partirete e mi porterete quella dannata ragazza. Se non doveste riuscire nel vostro intento, morirete.".
A quelle parole Hathol si sentì mancare e per poco non svenne mentre il principe deglutì a vuoto.
Sapevano entrambi che questa volta avrebbero dovuto portare a termine quella missione con l'esito desiderato dal padre ma sapevano anche che non sarebbe stato per nulla semplice. La ragazza si era dimostrata più forte del previsto e loro non avevano la minima idea di come riuscire a renderla inoffensiva.
L'immagine della loro ennesima sconfitta e della loro esecuzione si materializzò davanti agli occhi del principe facendogli gelare il sangue nelle vene.
Avrebbero dovuto fare il possibile e se non ci fossero riusciti avrebbero trovato un modo per evitare di morire per mano di suo padre.
Improvvisamente però, l'immagine delle loro teste mozzate svanì lasciando il posto al volto perfetto della giovane ed immediatamente i suoi pensieri e i suoi sentimenti iniziarono a fare a pugni.
Da un lato la missione che avrebbero dovuto portare a termine per suo padre, per il Tiranno, per Elda.
Dall'altra quella giovane ragazza così bella, forte e pericolosa che non voleva portare ad affrontare ciò che il padre aveva in servo per lei.
Quando si rese conto della piega che avevano preso i suoi pensieri si obbligò a scacciare quel volto maledicendosi e, prima ancora che il padre li congedasse, si concentrò mentalmente sul piano che dovevano elaborare.

I Dominatori Di Elda - La guerriera FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora