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29 Saovine.

Il mantello calato a coprire l'intero volto affinché ogni particolare dei loro tratti rimanesse ben nascosto, l'armatura reale era stata sostituita da semplici vesti da combattimento nere e avevano anche sostituito le spade con lunghi pugnali anonimi.
Il loro intento era passare inosservati e non gli stava riuscendo così bene.
Volti intimoriti gli si presentarono davanti per tutta la giornata, ogni qualvolta qualcuno decidesse di alzare lo sguardo su di loro, finiva per scappare spaventato.
Il principe si ritrovò spesso a pensare che probabilmente avrebbero dato meno nell'occhio se avessero mantenuto le loro solite vesti, eppure Hathol era più che sicuro che quegli abiti avrebbero funzionato. Nonostante si fidasse del suo amico gli sguardi degli abitati lo avevano portato a far saettare il suo sguardo da una parte all'altra non solo per cercare la ragazza ma anche per controllare che nessuna guardia tenesse d'occhio i loro movimenti insospettita.
Dopo l'ennesimo giro tornarono nuovamente nell'enorme piazza principale dove l'afflusso di gente si era intensificato, aumentando la calca e il vociare.
"Non credo sia così semplice da trovare!"
Si ritrovò ad urlare Hathol per sovrastare tutto quel baccano e farsi sentire dal suo amico.
Il principe sbuffò spazientito portandosi una mano sulla nuca, concordando con l' amico.
In vista della notte che iniziava a farsi strada tra le vie di Callien, decisero di rinchiudersi in una piccola locanda occupata per lo più da mercenari di passaggio.
Presero posto ad un tavolo isolato posto in un angolo per poter parlare senza essere disturbati. Erech iniziò a studiare l'ambiente rimanendo stupito nel vedere svariate guardie reali che, evidentemente, passavano li le serate tra un boccale di birra ed una prostituta.
"Non sono mica tutti come te, alcuni decidono di divertirsi."
Si lasciò sfuggire Hathol che, seduto dalla parte opposta del tavolo, guardava con un sorriso di scherno il suo amico.
"Solo perché io la trovi una perdita di tempo non significa che tu possa beffeggiarmi così."
Sputò acido il principe estremamente infastidito.
Il giovane, non curante della risposta, cambiò subito discorso facendosi improvvisamente serio.
"Piuttosto, abbiamo un piano o dobbiamo continuare a vagare come due idioti?"
Il principe fece per parlare quando una giovane donna con gran parte delle forme in vista, li interruppe.
Lanciò sguardi seducenti ai due uomini mentre prendeva le ordinazioni per poi allontanarsi ondeggiando i fianchi in modo troppo evidente per i gusti di Erech.
Gli venne subito in mente il modo di fare dell'amante di suo padre e si ritrovò a pensare che un posto come quello fosse adatto ad una donna come lei.
"Carina vero?"
Il principe scoppiò a ridere a quella affermazione mentre l'amico rimase per un attimo disorientato.
"Che c'è da ridere? La stavi fissando e lei ti sta mangiando con gli occhi."
"Rido perché fai sempre affermazioni stupide, abbiamo altro a cui pensare e per me quella può fissarmi quanto vuole."
Chiuse definitivamente il discorso con un cenno della mano, invitando il suo amico a riprendere l'argomento precedente.
"Dicevamo, abbiamo un piano?"
"No."
Una risata isterica uscì dalle labbra del giovane che rimase a fissare l'amico incredulo.
"Stai scherzando spero."
Lo sguardo serio del principe fece intuire al ragazzo che era la pura verità, facendolo così innervosire ulteriormente.
"Tu vuoi dirmi che non sai minimante cosa fare? Non avevi messo in conto che avremmo anche potuto non trovarla? Come d'altronde è successo. Come credi di agire? Vuoi girare per le strade di Callien per chissà quanto tempo fino a quando il destino deciderà di fartela trovare davanti?"
L'uomo non trovava una risposta appropriata alle domande del suo amico, aveva ragione, avrebbe dovuto pensarci.
Invece, il desiderio di rivederla, gli aveva offuscato completamente la mente.
Rimase in silenzio con lo sguardo basso sul cibo che gli era appena stato servito e improvvisamente non aveva più fame. Il pensiero di aver sbagliato completamente gli aveva chiuso lo stomaco. Aveva agito d'istinto senza valutare la situazione ed elaborare un piano, solo un pivello avrebbe agito così e lui era tutto fuorché un pivello.
Hathol, intuendo i pensieri dell'amico lo invitò a mangiare avvicinandogli ulteriormente il piatto.
"Ti conviene mangiare."
"Non ho fame."
"Mi mancava giusto questo guarda."
Hathol sollevò gli occhi al cielo con fare teatrale spingendo nuovamente il piatto sotto al naso del principe che, prontamente, allontanò.
"Ho detto che non ho fame."
"Sei un bambino viziato."
"E tu un idiota."
"Io sarò un idiota, ma so che ho bisogno di cibo se voglio avere le forze di pedinare la tua amata per chissà quanto tempo."
"Non è la mia amata."
Hathol scoppiò in una fragorosa risata guadagnandosi un calcio dal principe che però non ebbe il risultato sperato.
"Se lei non è la tua amata, io non ho mai toccato una donna."
"Smettila! Piuttosto.."
Fece una piccola pausa rimuginando sulle parole giuste da utilizzare ma, dopo essersi portato una mano al volto esasperato, decise di porre quella domanda in modo semplice e diretto.
"Come agiresti tu?"
Rimase ad osservare il  ragazzo davanti a lui mentre si portava il boccale alla bocca per bere un lungo sorso di quella bevanda color miele.
Hathol posò con un tonfo sordo il boccale sul tavolo per poi asciugarsi con la manica della casacca facendo storcere il naso al principe. Aveva sempre odiato quel modo tutt'altro che civile di comportarsi, il portamento era una cosa fondamentale per Erech e, nonostante si trovassero in un bordello da quattro soldi, riteneva giusto continuare a mantenere un'atteggiamento adatto ad un uomo che occupava l'incarico di braccio destro del principe.
Nonostante ciò preferì rimanere in silenzio per evitare di sviare la conversazione altrove, aveva bisogno di sapere il parere del suo amico che sicuramente sarebbe stato più lucido e distaccato del suo.
Dopo quelle che a lui parvero ore, finalmente Hathol si decise a rispondere a quella domanda con una serietà che raramente si impossessava di quel giovane così fuori dalle righe.
"Intanto direi di fermarci qui per la notte e per domani propongo di ispezionare le zone più esterne della città."
"In quei quartieri non c'è nulla, cosa dovrebbe andare a fare li?"
Erech gli rivolse uno sguardo perplesso, nessuno andava in quelle zone, tanto meno i forestieri.
"Cosa ne so io, ma in fondo non sappiamo neanche cosa stia cercando qui, quindi tanto vale tentare."
Come sempre il suo amico aveva ragione ed Erech si ritrovò ad acconsentire mentre i pensieri iniziavano ad affollarsi sempre più prepotenti nella sua testa.
Aveva assolutamente bisogno di scoprire perché si era spinta fino a li.

I Dominatori Di Elda - La guerriera FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora