28 Saovine.
Era notte inoltrata e si ritrovava seduto su quel piccolo trono dorato ad osservare la luna fin troppo luminosa per i suoi gusti, mentre sorseggiava tranquillo un pò del solito dolce liquido ambrato.
I pensieri affollavano la sua mente impetuosi come il mare in tempesta premendo sulle tempie, portò una mano ad esse massaggiandole nel tentativo di placare quel dolore fastidioso.
L'immagine della ragazza continuava a tormentarlo anche ad occhi aperti.
Non riusciva a credere che fosse realmente morta, doveva essere viva, era troppo forte per permettere all'abisso di risucchiarla, o per lo meno era ciò che voleva credere.
Ricordava ancora il viso candido baciato dalla luna di quella notte apparentemente così lontana, le labbra carnose e gli occhi che scintillavano persi ad osservare il cielo scuro.
Una parte della sua anima vibrò a quel ricordo che tentò immediatamente di scacciare con rabbia, non poteva vedere proprio lei in quel modo, non se lo poteva permettere.
Una mano si posò delicata sulla sua spalla facendolo trasalire.
"Cosa diavolo ci fai tu qui?"
Tuonò alzandosi rapidamente indirizzando uno sguardo infuocato alla donna che gli si era materializzata davanti.
"Oh andiamo piccolo, tu non riesci a dormire, io neanche, potremmo tenerci compagnia."
Ammiccò Luthiene togliendo il calice dalle mani del giovane e bevendone un lungo sorso per poi abbandonarlo su un tavolino poco distante.
Si avvicinò nuovamente al ragazzo con passo felino e seducente e gli posò le mani sul petto nudo accarezzando delicatamente i muscoli messi in evidenza dalla candida luce lunare.
Prese a scendere lentamente senza mai distogliere lo sguardo da quello del giovane ma, prima che potesse giungere all'orlo dei pantaloni, Erech le bloccò i polsi e la allontanò bruscamente.
"Dovresti essere con mio padre!"
Una risata uscì dalle labbra della donna che tentò nuovamente di avvicinarsi.
"Tuo padre è troppo preso da questa storia di quella stupida ragazzina, non mi dà più le attenzioni di prima."
Una finta smorfia dispiaciuta le si dipinse in volto mentre accarezzava con un dito i lineamenti scolpiti del giovane.
Il principe la allontanò di nuovo facendo spazientire la donna che subito gli si aizzò contro.
"Quanto siete stupido mio Principe. Avreste potuto godere della mia esperienza questa notte - disse indicandosi con un sorriso malizioso.- invece avete deciso di respingermi."
"Quando lo dirò a mio padre ti taglierà la testa!"
La risata di Luthien riempì nuovamente l'alloggio del principe irritandolo.
"Tu non dirai nulla a tuo padre, sai perché? - Non attese la risposta del giovane e, mentre recuperava il calice e si versava un'altro poco d'alcol, continuò.- A chi pensi che crederebbe? Al figlio che non ha fatto altro che disonorarlo o alla sua consigliera e amante?"
Lanciò un ultimo sguardo al ragazzo con un sorriso vittorioso dipinto in volto, per poi voltarsi e abbandonare la stanza facendo ondeggiare i fianchi avvolti da una vestaglia trasparente, mentre le lunghe onde bionde incorniciavano quella vista apparentemente sensuale agli occhi di un uomo qualunque.
Erech si ritrovò nuovamente solo, schifato da quella donna insaziabile e squallida, che solo ad un uomo come suo padre poteva piacere.
Rimase immobile a fissare la porta dove poco prima sostava Luthien mentre un'idea si faceva strada nella sua testa sovrastando ogni pensiero. Dopo qualche minuto di esitazione si decise a compiere quell'azione, si vestì in fretta ed uscì come una furia dal castello inoltrandosi nel piccolo bosco fuori dalle mura della città. Aveva bisogno di aria fresca e di tranquillità.
Si inoltrò sempre più, fino a quando giunse ad un ruscello. Contemplò per qualche istante il riflesso della luna sulla superficie dell'acqua cristallina e assaporò il venticello fresco solleticargli il volto.
Lentamente iniziò a svestirsi per poi immergersi in quell'acqua così limpida. Una sensazione di freschezza lo avvolse in un'abbraccio piacevole che rilassò ogni fibra del suo corpo.
Chiuse gli occhi e rimase così per qualche istante, assaporando quella sensazione fino a quando un rumore di passi non molto distanti lo misero in allerta.
Si nascose in fretta dietro ad alcune piante vicino alla sponda mentre controllava chi o cosa potesse essere.
Una chioma rossa fece capolino da dietro alcuni arbusti e non ci volle molto prima che il ragazzo capisse. Si sentì immediatamente più leggerlo, libero da un peso che non si era reso conto di portare e un piccolo sorriso gli si dipinse in volto.Era lei.
Ed era viva.
STAI LEGGENDO
I Dominatori Di Elda - La guerriera Fenice
FantasyPrimo libro della trilogia "I Dominatori di Elda". Per secoli la pace regnò sovrana tra le terre di Elda grazie alla presenza dei quattro Dominatori che mantenevano l'ordine al fianco del Capostirpe. Al termine della Beleg Auth (Grande Guerra) però...