XIV

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«Vuole ordinare?» domandò il cameriere a Lily. La ragazza alzò lo sguardo dal quaderno degli appunti e annuì.

«Una british breakfast e un caffè medio»

L'uomo annuì, facendo scorrere la punta della penna sul taccuino, velocemente.

«Qualcos'altro?» domandò successivamente, tornando a concentrarsi sul volto di lei.

«No, la ringrazio» scosse il capo. Lui allora afferrò il menù e lo portò via.

La ragazza tornò a leggere gli appunti, immergendo i pensieri in quelle righe indecifrabili per chiunque, ma non per lei. Pur di non perdere il filo logico del discorso, durante le spiegazioni, era costretta a scrivere con fare lesto.

Quella mattina si era svegliata all'alba pur di raggiungere quanto prima possibile il caffé vicino la scuola, concedersi una ricca colazione e ripassare per una probabile interrogazione di storia contemporanea, senza preoccuparsi di disturbare i suoi genitori o essere interrotta a sua volta, soprattutto dalla madre. Voleva trascorrere del tempo da sola, nel locale che accoglieva tutte le mattine gran parte degli studenti del liceo. Volti conosciuti, anche fin troppo.

A tal proposito, gli sghignazzi di Cheryl, inconfondibili, le trapassarono i timpani prima ancora che il gruppo di amici, compreso Bieber, facessero capolinea nel locale. Lily era seduta di fianco la grande vetrata dell'ingresso principale. Adorava quel posto, in particolare quel tavolino. A volte rimaneva fissa con lo sguardo sui passanti, sulle auto e i cartelloni pubblicitari. Tutti di fretta, chi per un motivo e chi per un altro.

Il suo sguardo si incontrò con quello di Justin, il quale, da dietro lo spesso vetro, piantò i piedi a terra. Cheryl lo richiamò, lui non parve particolarmente convinto di voler entrare. Forse spaventato? No, semplicemente si sentiva in colpa. Un po' come Lily. Cheryl non gli andava particolarmente a genio, ma non poteva negare a sè stessa che i sensi di colpa per aver trascorso del tempo in compagnia del suo ragazzo, l'avevano tormentata l'intero fine settimana.

Lily notò Justin scuotere il capo, Cheryl allora gli afferrò un braccio e lo costrinse ad entrare. Lily fece finta di niente: l'indifferenza è la cura di ogni male. E sapeva farci, soprattutto in tale campo. Non le era difficile fare finta di niente, se farlo significava non avere problemi con Cheryl Miller. Tutto stava nel non rivolgerle la parola, guardarla per più di tre secondi negli occhi, immischiarsi nei suoi affari, avvicinarsi troppo a Justin e incrociare il suo cammino. E Lily aveva già trasgredito più di una regola, soprattutto quella che riguardava Bieber. Ma ci avrebbe dato un taglio netto, come quello che Halima aveva riservato ai suoi capelli, solo due giorni prima. Li adorava.

Non voltarti. Non voltarti. Non voltarti.

Si ripeteva. E sarebbe filato tutto per il verso giusto, se non fosse per il fatto che la sua vita era per lo più una catastrofe: se lei cercava di evitare i problemi, allora questi facevano in modo e maniera di raggiungerla.

«Chi si vede!» esclamò una voce maschile. Harry, chi altrimenti?

«Buongiorno anche a te, Jones» Lily forzò un sorriso. Assecondarlo, dargli quello che voleva e non ribattere: prima o poi si sarebbe stufato. Che divertimento c'è nel tormentare chi, invece di scoppiare a piangere a causa delle offese, ti augura il buongiorno? Lily lo aveva capito. Sempre sorridente, un giorno avrebbe vinto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 27, 2018 ⏰

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I Hate You, I Love You ➳ j.b Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora