Stand up

208 9 5
                                    

Apro gli occhi, ma non mi muovo. Resto nella stessa posizione, ad osservare le gocce di pioggia che colano sul vetro della finestra. È così rilassante.
Poi una voce squillante mi distrae, ancora l'infermiera che profuma di menta. Non sta parlando con me, sta discutendo sulle gravi ustioni di un certo Walter con un qualche chirurgo, credo. Non m'importa. Mi ricordo delle conversazioni di ieri sera: Maura è viva, nella stanza accanto alla mia. Mi hanno sparato. Perché? Cos'è successo?
Ripercorro a ritroso gli ultimi giorni ma nella mia mente c'è come un buco nero, un intervallo buio. Non ho idea di quanto sia accaduto. Mi sento impotente, triste, incazzata. Devo sapere.
Mi districo da tutti i cavi che mi tengono inchiodata al letto e mi alzo, realizzando la mia effettiva debolezza post operatoria. Le mie ginocchia tremolanti i miei muscoli carenti di energia non riescono a sorreggermi, e in un attimo sono per terra.
"Jane! Ma sei impazzita?! Lo sai che i pazienti con ferite d'arma da fuoco riscontrano alcune delle più pericolose complicanze post operatorie? Cosa stai facendo?"
"Oddio sei tu. Sei viva. Aspetta sei tu vero? Cioè sei reale?"

MAURA'S POV
Le riattacco gli elettrodi sul torace, le reinfilo le flebo al braccio, le sistemo la cannula dell'ossigeno nelle narici e le porto il lungo tubicino dietro le orecchie, prevedendo che l'avrebbe di gran lunga preferito alla maschera.
"Ma cosa stai farneticando?! Certo che sono io e sono viva e reale e qui davanti a te. Tutta quella morfina ti sta dando alla testa."
Eh? Sono confusa. Jane si comporta in modo strano, non da lei. In una situazione del genere ora staremmo ridendo a una delle sue freddure alla cerco-di-sdrammatizzare. Chissà perché è così. Forse sono davvero gli antidolorifici, o forse..
Un continuo allarme assordante mi distoglie dai pensieri. Il prolungato beep per il quale ho sanamente scelto di studiare i morti.
Mi affretto a schiacciare con forza il pulsante azzurro sulla parete e subito una voce automatizzata inizia a chiamare l'attenzione dello staff medico. “Codice blu. Codice blu. Codice blu.“ Codice blu: il paziente è in arresto, serve un carrello delle emergenze il prima possibile, a meno che non sia stato firmato un DNR. Non rianimare.
Beh, fanculo. Tu, Jane Rizzoli, verrai rianimata. E poi starai bene. Dovrai stare bene.
"Jane?" domando con l'irrazionale speranza di trovare solo un elettrodo staccato.
"Jane!" la schiaffeggio piano. Poi leggermente più forte. I cavi sono a posto, lei è davvero in arresto. Attivo il mio cervello da chirurgo, non c'è spazio per le emozioni. Adagio il paziente in posizione orizzontale e inizio a effettuare le manovre per la CPR. Rianimazione cardio polmonare. Compressioni al centro del torace a pochi secondi l'una dall'altra. Uno, due, tre, quattro.
"Serve un carrello delle emergenze nella stanza 1011! Subito!"
Dove cazzo sono finiti tutti gli infermieri?!?

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 22, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

I miss you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora