Chapter One

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Sono in piedi davanti alla bara di mia madre. Non avrei mai creduto che sarebbe successo,o per lo meno non in un tempo cosí breve. Avevo cosí tante cose da dirle,avevamo ancora cosí tante esperienze da fare,promesse da mantenere. E invece eccomi qui,al suo funerale.

Sono poggiata con la testa alla spalla di mio padre,il quale mi sussurra
-andrà tutto bene- tra una carezza e l'altra,ma io lo so che non sarà cosí.
La perdita di mia madre mi ha provocato un vuoto dentro che difficilmente riusciró a colmare. Ne sono sicura.

Qui ci guardano tutti : parenti stretti, parenti lontani e perfino gente curiosa che,in una situazione del genere,non mostra un minimo di tatto. Io lo so a cosa stanno pensando. Mi stanno compiacendo,pensando tutto e niente. Perchè loro non sanno nulla di me e tutto ciò che possono fare è solo catalogarmi 'la povera bambina troppo giovane per affrontare tutto ció'.'

Ma io non lo sono,io sono forte. Devo essere forte. Non posso permettere che a mio padre possa riaccadere tutto ciò che ha attraversato;non più. Prima c'era mamma,la sua ancora,si amavano così tanto e il solo pensiero di uno senza l'altro li spaventava. È sempre stata lei a tirare fuori da situazioni pericolose David,mio padre. Solo grazie a lei ora lui è qui. Glielo devo,devo essere forte. Per tutti e tre.

Alzo la testa verso il cielo e,così facendo,una lacrima riga il mio volto per poi finire in terra.
Finalmente trovo la forza di guardare i presenti,i quali ormai si stanno disperdendo,scambiandosi sorrisi e creando un brusio fastidioso,incompatibile con il silenzio del mio cuore.
"Ipocriti" penso "tutti,dal primo all'ultimo"

-Scusi non è che potrebbe abbassare la radio?- domanda mio padre,leggermente infastidito.

Sposto lo sguardo dal finestrino del taxi che ci sta riaccompagnando a casa e lo osservo. É un bell'uomo,la cui solita serenità è turbata peró dalle profonde occhiaie sotto gli occhi verdi  al momento inespressivi,proprio come i miei.

Moro,alto,altruista e con un sorriso che scalda il cuore ;capisco perchè mamma ne fosse cosí innamorata. A dirla tutta,infatti,lo amo anche io. Come una figlia può amare un padre : lui mi ha insegnato ad andare in bicicletta e mi ha messo il cerotto sul ginocchio sbucciato in seguito alla mia prima caduta,lui mi ha portato per la prima volta a Gardaland,lui mi ha consolato per il primo voto brutto a scuola,ripetendomi che non dovevo abbatermi tanto,lui mi ha accarezzato il viso dopo la prima grande delusione d'amore e,in un certo senso,è riuscito ad accarezzarmi il cuore.
Non lo ringrazierò mai abbastanza.

-Papà?- lo guardo girarsi lentamente e farmi un cenno con il viso.
-Ti voglio bene,ricordatelo sempre-
Mi sorride,non uno di quei sorrisi pieni di gioia,ma uno di quei sorrisi che,dopo la tempesta,ne promette tanta. Basta solo affrontarla.

L'autista gli chiede un'informazione per la via di casa e lui si rivolta,perdendosi poi in non so quali discorsi.

Ne approfitto per riguardare il cielo,accorgendomi solo ora del temporale in corso.

"Bene" penso,guardando le gocce rincorrersi sul finestrino,gli alberi piegarsi a causa del vento e le pozzanghere ingrandirsi "con questo tempo almeno non mi sentirò sola"

On My Mind #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora