-Bea,alzati! È lunedì 12 settembre e oggi inizia la scuola. Ti voglio pronta fra mezz'ora giù in salotto perchè,per oggi,ti accompagno io. Mi raccomando,non fare tardi che devo andare a lavoro e non voglio fare brutta figura proprio il primo giorno-
mi giro e intravedo con la coda dell'occhio David uscire dalla mia camera,sbattendo rumorosamente la porta.Contrariata mi alzo;sbuffando,stiracchiandomi e sfregando con le dita i miei occhi ancora impastati dal sonno e dal trucco e mi dirigo poi verso il grande armadio color pesca nell'angolo della camera.
Nel fare ció sorpasso inevitabilmente lo specchio e,grazie solo ad un'occhiata all'interno di esso,ritorno alla realtà.
Uno zombi che cammina sarebbe sicuramente molto più presentabile e femminile di me che,con questo aspetto,non mi riconosco affatto.Sono peró sempre io: Beatrice Livie.
Nonostante tutto quello che mi è accaduto in queste settimane dentro di me vi è ancora nascosta la ragazza ordinata,pulita,con la passione per la scuola e il sapere,sempre attiva e positiva; devo solo avere la forza di farla rinascere.Apro così le ante e,afferrati un jeans nero,le dr martens del medesimo colore,una maglia e felpa grigie e l'intimo mi dirigo in bagno,dove finalmente mi sciacquo. Non solo il corpo,ma anche la mente,rendendomi così un filo più sveglia e pronta ad affrontare il primo giorno di terza superiore.
-Babbuz,ci sono- esclamo,scendendo rumorosamente per le scale con la cartella stracolma di libri sulle spalle.
In realtà non so per quale motivo io mi ostini a chiamare mio padre 'Babbuz' ; ricordo solo di averlo sentito pronunciare anni fa da mia madre e,dopo essermi messa a ridere,mi ero resa conto che non era poi così male come soprannome,rendendolo automaticamente di mia proprietà. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che per chiamarlo,ho usato il termine 'papi',troppo comune per una persona che ritengo unica e speciale.
Lui ormai si è abituato,e non ci fa quasi più caso.-Dai dai dai- dice freneticamente,cercando nelle pieghe del divano e non degnandomi di un solo sguardo.
-Cosa cerchi?- domando,non prima di essermi avvicinata alla dispensa e aver preso una barretta ai cereali.
Ne vado matta,sono come una droga che peró,al posto di allucinazioni e giramenti di testa,ha come effetto collaterale l'allargamento dei miei fianchi,oltre che la dipendenza.
Ma non ci voglio pensare.-Il telefono- mi passa accanto controllano sul bancone della cucina
-non ricordo proprio dove l'ho lasciato- lo vedo avvicinarsi all'appendino e controllare nelle tasce della sua giacca grigia.Mi guardo attorno e lo vedo,proprio vicino alle chiavi della macchina sul mobile vicino alla porta.
-Non è forse questo?- domando,alzando un sopracciglio, mostrandogli il suo cellulare nella mia mano destra.
Scoppio poi a ridere vedendo la sua faccia,sulla quale sono dipinti stupore,divertimento e un velo di stanchezza.-Prima o poi mi spiegherai come fai a trovare sempre tutto- dice,abbracciandomi.
-L'ordine,babbuz,è alla base di tutto. -fisso poi l'orologio
-Rischiamo di fare davvero tardi-Mi avvicino a passi svelti alla macchina parcheggiata nel giardino e mi guardo attorno.
Solitamente questo momento lo trascorrevo con mia mamma,l'ansia pre-scuola,le ansie,le paranoie e l'emozione;tutto.
E ora il mio piccolo rituale si è interrotto.-Bea? Sali?-
Mi volto di scatto,sorprendendomi di trovare mio papà già in macchina che mi sorride,con il Cd di Halsey in una mano e l'altra intenta ad indicarmi il posto vuoto vicino a lui.
Mi ero incantata,altro mio piccolo difetto.Salgo in macchina e partiamo;durante il tragitto ascoltiamo,come da tradizione,le nostre canzoni preferite cantando a squarciagola 'Bad at Love' e 'Colors'.
Le adoriamo entrambi.L'auto curva bruscamente,obbligandomi ad alzare gli occhi dal telefono,dove ero intenta a scegliere la canzone successiva da ascoltare.
La vista che mi si presenta di fronte mi lascia sempre senza fiato: la Light,una scuola composta da 4 plessi e 185 aule complessive, seconda per ordine di grandezza fra quelle dell'intera città.
Vedo dal finestrino della mia auto ragazzi di ogni età camminare per il cortile,aggregandosi poi a vari gruppi e salutando amici rivisti dopo mesi di silenzio.
Urla,risate e voci pullulano nel cortile della scuola.-Tesoro,scendi che sei arrivata;buona fortuna e ricordati che torno a casa alle 15.00-
Detto ciò mi fa un cenno con la mano,sfrecciando poi fra il traffico mattutino.Mi volto verso l'enorme istituto azzurro di fronte a me.
Che un nuovo anno abbia inizio.
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On My Mind #Wattys2018
FanficBeatrice e Luca,le cui storie così diverse all'apparenza saranno inevitabilmente destinate ad unirsi. Lei,bella e con una morte non superata alle spalle. Lui,dannato e con un segreto troppo grande da custodire. Cosa succederebbe se due anime così si...