"Right, I'm living because I can't die but I don't have anything I want to do"
Un'anziana signora stava sistemando delle verdure su delle cassette di legno esposte fuori. Era l'unica persona che fosse in giro in quella parte del quartiere. Kangjoon le si avvicinò e con gentilezza le chiese se sapesse dove abitava una ragazza su per giù della sua età e gliela descrisse. L'anziana donna non ci rifletté nemmeno un'istante che capì di chi stesse parlando il giovane, -Hyolin? Ma certo che la conosco, stai andando da lei?
-In realtà non so dove abiti...
-È molto semplice. Vedi quel palazzo - e la donna indicò una vecchia costruzione con le scale esterne. -Lei vive all'ultimo piano. Devi bussare all'ultima porta del corridoio.
-Grazie mille signora.
-Aspetta aspetta, e quando si assicurò che il ragazzo rimase fermò dov'era entro all'interno della bottega e uscì poco dopo con una busta di cartone.
-Non esce da un po' e magari gliene sarà rimasto poco. Kangjoon sbirciò all'interno della busta e vide dello zenzero fresco. -Grazie mille, quanto le devo?, fece per prendere il portafoglio quando sentì l'anziana donna ridere, -è un regalo e i doni non si ripagano. Lo congedò con un sorriso. Kangjoon andò via stupito, "nessuno mai si è comportato così con me" pensando al dolce gesto della donna rivolto a Hyolin, "quant'è fortunata".
Salì le scale e arrivato alla quarta rampa dovette riposarsi. I gradini erano larghi e sembravano essere infiniti. "Ma sale queste scale ogni giorno?" pensò mentre cercava di riprendere fiato. Sudato, ma alla fine riuscì a raggiungere l'ultimo piano e prima di bussare alla porta della ragazza riprese fiato.
Allungò un braccio e bussò alla porta, al suono della sua mano sul legno, il rumore parve rimbombare all'interno della casa come quando si bussa su di una scatola vuota.
Nessuna risposta.
Riprovò a bussare, ma anche quella volta non sentì nulla.
Alla terza volta sentì dei rumori provenire da dentro e poi dei passi lenti avvicinarsi alla porta. La serratura scattò e quando la porta si aprì mostrò la figura di Hyolin. Il viso stanco e pallido era risaltato dai capelli scuri e legati, sotto gli occhi scuri aveva delle profonde occhiaie e le labbra screpolate lasciavano intravedere del sangue ormai coagulato.
-Kangjoon? biascicò lei cercando di aprire per bene gli occhi.
-Ciao, e le fece segno con la mano. -Posso entrare? E senza aspettare la risposta della ragazza entrò. Dall'ingresso stesso si poteva vedere tutta la casa, era un piccolo quadrato. Di fronte a lui, di profilo, c'era un piccolo bancone da cucina e su di esso due fornelli e un po' di spazio per cucinare e accanto ad esso un mini-frigo bianco che sembrava essere nuovo. Delle mensole dov'erano posizionate alcune spezie e alcuni piatti in porcellana con delle tazze dello stesso materiale. Di fronte un letto disfatto che fungeva anche da divano e una cassettiera ben ordinata e la porta del bagno semiaperta lasciava entrare un filo di luce che illuminava la parete di fronte a lui. Quella era la casa, anzi, la scatola di Hyolin.
-Cosa ci fai qui?, chiese lei con un leggero fastidio. -Non ti ho visto in facoltà per un po' di giorni e ho poi chiesto al professore Yiruma se aveva tue notizie ed eccomi qua. Poggiò la busta con lo zenzero sul pavimento, -la signora della bottega mi ha detto di darti questo da parte sua, e indicando la busta Hyolin si avvicinò e quando vide il contenuto sorrise come una bambina,
-quella donna è gentilissima e prese una radice di zenzero annusandola come se fosse cibo pregiato. -Ti piace così tanto lo zenzero? chiese Kangjoon continuando ad osservare quelle quattro mura. -Sì, tanto. Ne vuoi un po', lo preparo adesso. Kangjoon si voltò verso la ragazza e gracile com'era ebbe l'impressione che a poco potesse spezzarsi, -lascia perdere, lo preparo io, disse il ragazzo ma Hyolin rifiutò gentilmente, -prepararlo mi farebbe stare solo meglio. Il giovane non insistette e non appena la ragazza li disse di accomodarsi, si sedette sul letto e la guardò mentre preparava la bevanda calda. Nonostante quel posto fosse piccolo, la casa era trattata con cura. Ogni cosa era al suo posto e l'ordine rendeva quella piccola stanza accogliente. C'erano delle piccole piante grasse che davano colore al bianco delle pareti e le tende che erano alle finestre creavano dei giochi di ombre sul soffitto. C'era un dolce profumo in quella casa, era come se a viverci non ci fosse un essere umano ma un fiore profumato.
Il tavolinetto dove poggiò la teiera, le due tazze e dei biscotti era nascosto tra il divano-letto e la cassettiera. -Scusa il piccolo spazio ma non sono abituata ad avere ospiti.
-Non ti scusare, sono venuto io senza il tuo permesso, ma non avendo avuto modo di contattarti ero un po' preoccupato. Hyolin versò la bevanda allo zenzero nella tazzina di Kangjoon e poi ne mise un po' in quella sua. -Grazie per avermi portato lo zenzero, il ragazzo le sorrise in risposta. -È davvero buono!, esclamò Kangjoon. -Sì, è buono, ma quello della mia famiglia è molto più dolce, purtroppo l'ho finito. Dopo le vacanze di Natale ne avrò una scorta infinita.
-Oh, coltivate zenzero?, Hyolin annuì, -abbiamo una produzione di zenzero e ginseng. All'inizio non mi piaceva proprio lo zenzero, non ne sopportavo nemmeno l'odore. Ma quand'ero piccola mi beccai l'influenza e non c'era medicina che potesse aiutarmi a farmi stare meglio e mia madre mi guarì con lo zenzero. Ne bevvi così tanto da scoppiare, ma alla fine mi abituai al sapore e mi piacque. Ne bevve un altro sorso e aspettò che si freddasse un altro po'.
Era la prima volta che Hyolin parlava di sé stessa e quando si zittì, Kangjoon provò un leggero dispiacere.
-Da quanto tempo è che stai male?
-Mi sono sentita male il giorno dopo la cerimonia, disse lei senza rifletterci troppo e Kangjoon ricordò il tatto freddo del corpo di lei e la schiena nuda. -E hai preso qualcosa?
-Qualche pillola per l'influenza, ma con un po' di riposo pensò che mi sentirò meglio.
-Hai bisogno di qualcosa?, chiese il ragazzo guardandola dritta negli occhi. Hyolin scosse la testa, -no no, non ho bisogno di nulla.
-Hyolin, non ti spaventare, puoi chiedere aiuto ogni tanto e se hai di bisogno puoi contare su di me, perché non mi hai fatto sapere niente?
Hyolin non si aspettava quella reazione da parte di Kangjoon e l'unica cosa che riuscì a dire fu scusa. -Scusa, non volevo farti preoccupare, ma quando sto male non sono abituata a chiedere aiuto, mi prendo cura da sola, come ho sempre fatto.
-Sì, ma adesso non sei più sola.
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«Corvino»
Romance"Che faccio? La seguo o non la seguo?", si chiese, ma era già nello stesso autobus dov'era lei, cercando di nascondersi tra la gente, sperando di non essere visto. "E se fosse lei?". [...] -Senti, per quanto tempo vuoi continuare a seguirmi? -Ma ch...