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❝I believed in those words but I'm living because I can't die



Era seduta con gli auricolari alle orecchie e in mano teneva stretti dei libri forse già letti. 


Kangjoon osservava la nuca nuda di lei, pizzicata da qualche capello ribelle.
Erano in quel bus da quasi venti minuti, a poco tutti sarebbero scesi a parte loro due. Poggiò il capo sul vetro del finestrino e non appena il bus frenò per la fermata, vide la ragazza alzarsi e uscire dalla vettura, Kangjoon si affrettò a raggiungerla e a scendere prima che l'autobus ripartisse.
Aveva ancora gli auricolari e con destrezza camminava tra i vicoli di quella parte di città, solo dopo Kangjoon si rese conto che era nella parte opposta di Seul. Alcuni palazzi erano stati restaurati e le strade erano più curate con le piante che davano il tocco d'autunno che ci voleva. Quando si rese conto di essersi soffermato troppo su ciò che aveva attorno, ritornò a cercare la ragazza con lo sguardo e la vide molto distante da dov'era lui e a passi veloci e silenziosi cercò di raggiungerla. Dopo aver camminato per mezz'ora abbondante, dal parco che avevano superato si spostarono su di un viale circondato da aiuole ben curate e da alcune tracce dorate sulle foglie. Quel viale portava ad una costruzione non molto grande ma accogliente, dalla porta d'ingresso in vetro e diverse finestre che si affacciavano sul giardino decorato da fiori e vasi in ceramica. Kangjoon si guardò attorno con una leggera incertezza e fu in quel momento che si pentì di aver seguito quella ragazza. "Ma dove siamo?", anche se avesse voluto rifare la strada a ritroso, non ne sarebbe stato in grado. "Okay, sono nei guai" e si limitò a stare nell'ombra della ragazza che entrò all'interno di quella costruzione. Aspettò un po' prima di entrare e appena si ritrovò all'ingresso capì che si trattava di una piccola biblioteca. Vide una signora anziana dai capelli ben ordinati e un rossetto delicato sulle labbra rugose. Entrò in silenzio e sentendosi più al sicuro all'interno di quella biblioteca, cercò un posto dove potersi sedere e aprì i libri che aveva già all'interno dello zaino. C'era un silenzio così fitto che ad ogni pagina che veniva svogliata, disturbava come un frastuono all'interno di una chiesa vuota.  Lei era seduta a due librerie di distanza da lui, aveva dato i libri che teneva in mano sul bus e ne aveva presi di altri. Si era seduta ed era rimasta in quella posizione fino alla chiusura della biblioteca.  Aveva riposato i libri sulle mensole e le copertine sfiorate sembrava avessero sussurrato qualcosa e le pagine piene di polvere rendevano quei libri sacri. Agli occhi di Kangjoon quella biblioteca divenne un luogo incantato. Non si sentivano i suoni della città, sembrava di essere stati all'interno del silenzio in tutte le sue forme e i suoi colori. "Perché qui?" si chiese il giovane facendo poggiare i suoi occhi sulla ragazza. Fu la signora ad avvisare della chiusura e appena la ragazza uscì dalla biblioteca Kangjoon si limitò a seguirla e in silenzio com'era stato fino ad allora, tornò poi a casa.

-Va all'università, segue le mie stesse lezioni di Arte Cinematografica e Comunicazione. Suona il pianoforte e trascorre la maggior parte del suo tempo da sola e in quella biblioteca fuori città. Sta lì fino alla chiusura e ritorna a casa... Ma fa davvero questa vita ogni giorno? sperò di parlare abbastanza a bassa voce affinché non venisse ascoltato dalle badanti che lo aspettavano fuori dal bagno. Si vestì velocemente e andò a cenare. La madre era ben vestita e seduta a tavola con il cellulare tra le mani e il padre, appena rientrato dal lavoro, guardava dei fogli pieni di firme e numeri. Kangjoon sembrava essere invisibile e prima che i suoi genitori si accorgessero di lui dovettero aspettate il dolce.
-Oh, Kangjoon, figliolo, come sta andando all'università?
-Bene mamma, nonostante abbia seguito ancora poche lezioni...
-O si trova bene o si trova bene, di certo non lo iscriverei in un'altra università. Si aggiunse il padre e con l'attenzione rivolta ai fogli che aveva tra le mani continuò a parlare,
-Aspetto solo il giorno del suo matrimonio e della sua laurea. La madre guardò il figlio che per mantenere il suo silenzio si limitò a mangiare, -caro, non pensi di star esagerando?
-Esagero perché vorrei un figlio maturo e sistemato? Hai ragione, sto sbagliando, sbiascicò qualche altra parola e poi si alzò da tavola.
-Figlio...
-Lascia stare mamma, prometto che non vi deluderò, interruppe Kangjoon la madre.
-E come vuoi fare? Non hai la ragazza...
-Mamma, ho già una ragazza! quasi urlò il ragazzo perdendo la pazienza e sbattendo le mani sul tavolo. Alcune stoviglie si scontrarono esaltando il rumore dell'argento. La madre rimase con la mascella contratta e gli occhi ben aperti, sorpresa dalle parole del figlio. -Che cosa? Hai già la ragazza e non mi hai detto nulla? Kangjoon annuì e con la bocca piena guardò la madre, -Sì, ho la ragazza e la conoscerete alla cerimonia.
-È per questo che hai evitato tutte le ragazze che ti ho fatto incontrare? Potevi dirmelo!
-Avrei preferito sorprendervi alla cerimonia, ma non avete fiducia in me. Finì di cenare e salì in camera, lasciando la madre con la curiosità di fare ancora delle domande.
"Mi serve solo una ragazza e , dopotutto, la mia bugia non rimarrebbe tale" pensò lanciandosi a letto.
"Una ragazza eh...".
Il giorno dopo la seguì e il giorno dopo ancora, era sempre in quella biblioteca ma con libri diversi tra le mani. 
"E se fosse lei?".



 "E se fosse lei?"

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-Senti, per quanto tempo vuoi continuare a seguirmi?
-Ma chi, io?
-Sì, tu.

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