ʀᴀɪɴsᴛᴏʀᴍs ᴀɴᴅ
ᴏᴛʜᴇʀ ᴘʀᴏʙʟᴇᴍs«Billy!», chiamò una voce conosciuta. Purtroppo conosciuta.
Un singhiozzo disperato si levò dal divano del soggiorno, dove Bill si era accomodato da non più di cinque minuti per guardare la tv. Ora, con uno scatto nervoso, la spense e si sfogò sul telecomando, che scagliò dall'altro lato del sofà.
Erano passate poco più di due settimane da quando quel parassita nefasto si era insidiato in casa sua, esigendo cose che non stavano né in cielo né in terra per il puro e sadico piacere di vederlo sgobbare. E pensare che, quel dieci ottobre, senza aver ancora visto nulla, lo aveva già odiato! Si era fatto un'opinione sbagliata: era molto peggio di quel che sembrava.
L'unico motivo per cui si era sottomesso ad un tale trattamento era il vile sequestro dei suoi diari: erano stati nascosti per bene in qualche luogo irreperibile (ovviamente aveva messo a soqquadro l'intera casa nel tentativo di trovarli, ma invano), e così si era visto costretto a rispettare per davvero quel patto che aveva accettato solo per guadagnare tempo, rendendosi amaramente conto che, gli piacesse o meno, era Tom ad avere il coltello dalla parte del manico; se avesse continuato a stringere, sarebbe stato solo lui a farsi del male e sanguinare.
«E' inutile che cerchi, credevi che li avrei lasciati qui?», lo aveva sbeffeggiato quando, qualche tempo prima, lo aveva sorpreso a frugare tra le sue cose.
Doveva averli riposti da qualche altra parte, magari nella sua vecchia casa (se ne aveva una, quel barbone), che per lui equivaleva a una banca inespugnabile, dato che non solo non sapeva come entrarci, ma neanche dove si trovasse. Il maledetto era più furbo di quanto pensasse.
In seguito alla sua resa forzata, i giorni si erano susseguiti ricalcando sempre lo stesso schema: di mattina tutto tranquillo; non vedeva la brutta faccia di Tom fino all'ora di pranzo, quando tornava da scuola, visto che lo scansafatiche non si muoveva dal letto prima che il sole fosse alto nel cielo; sua madre andava a lavorare dopo aver passato una (si ipotizza) mattinata focosa tra le braccia del suo amato. Quasi ogni sera poi Tom usciva a fare chissà che, sapeva solo che non lo sentiva mai rientrare. Non che gli importasse, ma se fosse stato coinvolto in qualche attività illegale? Una bisca clandestina, ad esempio. O magari spacciava. Dio, che individuo avevano accolto in casa loro!
E Simone non diceva nulla riguardo a queste sue uscite misteriose! Aveva provato a farle sorgere qualche dubbio riguardo la fedeltà di quel concentrato di testosterone e idiozia, ma lei era stata irremovibile. Si fidava del suo fidanzato, così lo chiamava. Non compagno, fidanzato; e ciò gli ricordava uno stupido film per teenager americano, pieno di ragazzine stupide, dove accadono cose altrettanto stupide e inverosimili. Come ad esempio che tua madre si fidanzi con un tizio di dieci anni più giovane sbucato fuori dal nulla.
Alla fine ci aveva rinunciato: sarebbe stato più produttivo sfracellarsi la testa contro un muro. Inoltre sospettava che sarebbe andato incontro alla spietata vendetta di Tom, se avesse scoperto i suoi tentativi di sabotare la loro falsissima relazione.
Ma, tornando al discorso di prima, la parte peggiore della giornata era decisamente il pomeriggio, quando lui e Tom restavano in casa da soli. Quest'ultimo, non dovendo più fingere di essere un angelo, si trasformava nel re del suo inferno, come accadeva in quel momento.
Insultandolo mentalmente entrò in camera da letto, ridotta a un porcile.
Dopo aver fatto una rapida panoramica dello stato di abbandono generale (vestiti sparpagliati ovunque, due lattine di Red Bull presumibilmente vuote, un borsone che spuntava da sotto il letto), si focalizzò sull'oggetto dei suoi insulti, disteso tra le lenzuola sfatte con aria annoiata: un ginocchio piegato, un braccio dietro la testa e l'altro disteso nell'atto di scrollare l'ennesima Marlboro Gold nel posacenere sul comodino. Indossava un vecchio paio di pantaloni di tuta, leggermente stropicciati all'altezza delle ginocchia, e giacca abbinata lasciata aperta sul petto nudo.
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WRONG FOR YOU
Fanfiction[ LONG FICTION / IN CORSO ] Bill Trumper avrebbe una vita piuttosto normale se non fosse per gli innumerevoli amanti che la madre si ostina a fargli conoscere con la pretesa di sostituire Jorg, il suo ex compagno, dalle loro vite. Bill credeva non...