Osservavo l'orologio stringendo i pugni. Ero seduto su quella poltrona già da due ore e non ne volevo proprio sapere di spostarmi. Di solito, alle sette mandavi un messaggio dicendomi tra quanto saresti passato. Nonostante solo due giorni prima ti mandai via, la tua assenza faceva prudere le mie braccia e tremare le mie gambe.
Lunedì, 9:43 PM.
«Joonie, so quanto mi odi ora. Ti odio anche io.»
Lunedì, 11:55 PM.
«È l'ottavo messaggio che lascio sulla tua segreteria. In nessuno di questi, però, sono riuscito ad ammetterlo. Ciò che provo, che proviamo, non dovrebbe esistere.»
Lunedì, 11:58 PM.
Quando ho sentito il rumore delle chiavi che aprivano la porta, mi sono finalmente alzato da quella poltrona. Ti avevo davanti, con gli occhi rossi e l'alito che puzzava di acido. Avevi fumato, bevuto e vomitato. Avevi ascoltato ogni mio messaggio e avevi pianto. Io, più di te stesso, ti avevo distrutto.
Ripetimelo, mi avevi urlato.
Dimmi che è sbagliato, ripetimi che amarci è sbagliato Jin!
Piangevi, in ginocchio ai miei piedi, stringendo il morbido tessuto del mio pigiama tra le mani. La fronte poggiata alle mie ginocchia e le orecchie rosse, eri furioso. Eri furioso perché non volevo essere tuo.
Lo so, lo sapevo, che, se ti avessi detto che ti amavo, mi avresti reso il ragazzo più felice del mondo. Ma c'erano troppi problemi.
Tu non puoi amarmi, Namjoon.
Non hai risposto, non hai detto più nulla. Ti sei solo alzato e con rabbia hai stretto il mio viso tra le mani, spinto la tua fronte contro la mia e morso le mie labbra. Sapevo che te lo dovevo, almeno questo. Potevo concederti di possedere almeno il mio corpo, per una notte. Non me, Jin. Solo il mio corpo. Io e te, Namjoon, ci siamo baciati una sola volta e non abbiamo mai fatto sesso. Quella notte non eravamo noi, ma i nostri corpi deboli.
Ti sei impossessato della mia pelle chiara, l'hai macchiata. Ti sei impossessato del mio corpo, sei stato il primo. Mi hai fatto male, ma era un male dolce.
Ci sono molti modi in cui Dio può renderci soli e condurci a noi stessi, questo è stato il modo in cui ha trattato con me in quel momento.