IV- Warden house

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Prima di leggere tenete bene a mente la precisazione che ho messo all'inizio della storia, grazie :)

Un incubo, un altro incubo.
Mi tirai su a sedere sorreggendomi la testa con le mani, senza smettere di respirare in modo affannoso.
Jeff era vicino a me con una mano poggiata sulla mia spalla.
<<Grazie per avermi svegliata>> gli dissi.
<<Mi è quasi dispiaciuto farlo, eri così bella mentre ti contorcevi>> rispose, facendomi venire i brividi sulla schiena.
Sapeva essere davvero inquietante quando voleva ed il sorriso autoinflitto di certo non migliorava la situazione.
Era notte fonda nella Warden house, la villa su Maine street che attualmente stavamo occupando da diversi giorni.
L'abitazione in questione era grande e tetra con tutta quell'edera che nei decenni di abbandono si era arrampicata su per le mura esterne. Dentro, se possibile, era ancora più grottesca.
Realizzando che non sarei più riuscita a dormire con l'immagine di Beautiful death che mi cavava gli occhi, ancora vivida nella mia mente, mi portai a sedere afferrando sul comodino il libro di Romeo e Giulietta, che Jeff mi aveva regalato qualche giorno prima, e una torcia per leggere.
<<Ti sembra l'ora per leggere?>> domandò lui, facendomi percepire il suo alito caldo sul collo.
<<Non riesco a dormire e poi le tende sono ben tirate, da fuori non si vedrà nulla>> risposi semplicemente.
Sentii immediatamente le mani di Jeff strisciare sui miei fianchi ed il suo corpo avvicinarsi al mio e lo lasciai fare. Innanzitutto perché non accettava i rifiuti e secondo perché in fin dei conti non mi dava poi così tanto fastidio.
Chissà quanto tempo aveva passato da solo per essere così desideroso di un contatto umano, certe volte ci pensavo... ma non ne venivo mai a capo e né tantomeno avevo il coraggio per chiederlo direttamente a lui. Non si sapeva mai come poteva reagire.
<<Jeff, guarda: leggi qui>> dissi, dopo trenta minuti di silenzio, indicandogli un paragrafetto.
<<Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte>> lesse lui a voce bassa, colpendomi in pieno con la sua voce roca e piacevole.
Doveva essere una caratteristica dei serial killer avere una voce talmente bella da tradire la loro vera natura, era così anche per Beautiful death.
Jeff mi guardò curioso ed io mi affrettai a spiegare.
<<È il mio passaggio preferito e volevo fartelo leggere, tutto qua>> spiegai, girando pagina.
<<Come finisce Romeo e Giulietta?>> domandò lui, con un tono di voce che sembrava quasi innocente.
<<Davvero non lo sai?>> domandai a mia volta sorpresa.
Lui scosse la testa in segno di negazione ed io chiusi il libro, poggiandolo sul mio grembo.
<<Beh, loro si amavano così tanto da preferire il suicidio ad una vita senza l'altro>> gli spiegai.
<<Oh>> fu tutto ciò che rispose lui.
Gli psicopatici non avevano vere e proprie emozioni, eppure mi sembrò di captare tristezza nel suo timbro.
Mi voltai verso di lui e proprio in quel momento percepii le sue labbra sulle mie.
Erano inaspettatamente calde e morbide, ma non riuscii a reprimere l'impulso di discostarmi da lui.
Jeff non gradì il mio rifiuto, tanto che mi ringhio contro spintonandomi con violenza sul letto.
Il suo corpo ancorò il mio sul polveroso materasso con una ferocia inaudita, conoscevo almeno venti mosse per scollarmelo di dosso ma sapevo che farlo avrebbe solo peggiorato la situazione.
<<Dammi un valido motivo per non punirti e struprarti a sangue adesso e qui su questo letto.>>
Mi paralizzai al suono di quelle parole e cercai dentro di me una qualsiasi soluzione per sottrarmi da quel destino.
<<Tic, tac, tic, tac, tic, tac. Il tempo scorre, convincimi o te la strapperò a furia di penetrarti>> disse, facendomi oscillare un dito davanti alla faccia a ritmo di un orologio.
L'unica cosa che mi venne in mente fu poggiare di nuovo le mie labbra sulle sue di mia iniziativa, allo scopo di farmi perdonare per essermi allontanata poco prima.
Lui sembrò gradire tanto che ricambiò massaggiandomi un fianco.
Le sensazioni che la sua bocca sulla mia mi davano erano contrastanti. Una parte di me ne era disgustata, mentre l'altra ne era quasi affascinata.
Iniziavo ad avere paura di me stessa.
Jeff si allontanò un minuto dopo, leccandosi le labbra e facendo passare la lingua anche sui solchi che si era autoinflitto. Era uno spettacolo da brividi, ma non distolsi lo sguardo.
Trattenni un sospiro di sollievo quando si alzò dal mio corpo, dirigendosi verso la porta.
<<Mando qualcuno a dormire, tu continua pure a leggere dei tuoi due innamorati suicidi>> disse. Poi uscì.

Psychopath || Jeff the KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora