Lei è qui.
Lei è qui.
Lei è qui.Le tre parole rimbombavano nella mia testa producendo un eco fastidioso.
Iniziai a tremare al ricordo della sua faccia e a tutti i modi in cui mi aveva uccisa nei miei incubi, consapevole del fatto che la realtà sarebbe stata mille volte peggio.
<<Jeff, ho paura>> dissi, afferrando il bordo della sua felpa bianca con forza.
Era ridicolo richiedere protezione da una serial killer ad un altro serial killer, ma al momento era la mia unica opzione.
Il ragazzo mi guardò ed il suo sguardo mutò di colpo, mostrandomi un'espressione che mai avevo visto sul suo viso.
<<La ucciderò e spargerò le sue budella per tutta la casa. Farò il bagno nel suo sangue e tu ci metterai una settimana per lavare i miei vestiti dai suoi luridi fluidi corporei>> disse, stringendo forte il manico del suo coltello.
La sua voce era fredda ed affilata come la lama di quell'oggetto e mi vennero i brividi.
Non avevo mai visto Jeff in simili condizioni, sembrava aver perso quel briciolo di sanità mentale che lo teneva ancorato a terra.
Iniziò a camminare e mi invitò a seguirlo.
Lo ascoltai, aggrappandomi ancora più forte al tessuto della sua felpa.
Non mi andava di restare da sola in quella stanza e forse nemmeno Jeff l'aveva valutata come la mossa più furba.
Da sola ero vulnerabile, mentre con lui ero protetta.
Ci avventurammo per lo scuro corridoio. Lui brandendo il suo coltello ed io maneggiando una torcia, utilizzandola per illuminare l'ambiente attorno a noi.
Nel frattempo le risate rimbombavano per tutta la villa e sembravano provenire da tutte le direzioni.
Un'asse scricchiolò ed io mi aggrappai alla schiena di Jeff, lasciando formare un ghigno sulla sua faccia.
Evidentemente stava apprezzando molto quel mio dipendere completamente da lui.
<<La ucciderò, la ucciderò con queste mie mani>> continuava a bisbigliare Jeff, rivolto più a se stesso piuttosto che a me.
Non ero mai stata così felice di avere un serial killer al mio fianco come lo ero in quel momento.
Raggiungemmo la cima delle scale e Jeff tese le orecchie in ascolto, non si sentiva più nessuna risata rimbombare per la casa.
Lasciai la sua felpa giusto per un secondo, il tempo per trafficare con la torcia che iniziava a fare i capricci accendendosi e spegnendosi ad intermittenza.
<<No, no, no. Non adesso... ti prego>> sussurrai, battendomela due o tre volte sul palmo della mano.
Riprese a funzionare e soddisfatta la ripuntai alle mie spalle per verificare, trovandomi la faccia di Beautiful death due metri più avanti. Il fascio di luce la illuminava perfettamente e lei sorrise, mostrando tutti i denti.
Jeff mi spinse di lato, notando la ragazza caricare verso di me e se la beccò in pieno al posto mio, ruzzolando subito dopo giù per le scale.
Non si sentii nessun suono dopo la caduta, per cui diedi per scontato che fosse finito momentaneamente k.o.
Con lui fuori combattimento potevo contare solo sulle mie forze.
La torcia mi cadde dalla mani, fortunatamente senza spegnersi, e ne approfittai per tirare fuori il piccolo coltellino tascabile che Jeff mi aveva affidato. Lo puntai immediatamente verso Beautiful death, che ridacchiò alla vista dell'oggetto.
<<Davvero credi di avere qualche possibilità contro di me?>> domandò lei, balzandomi addosso un secondo dopo.
Evitai il pugno sui denti che stava cercando di rifilarmi e risposi con una gomitata sulla trachea, ottenendo in risposta un sonoro ceffone tra guancia ed orecchio. Talmente forte da farmi ronzare quest'ultimo per qualche secondo.
Cercai di rialzarmi per capovolgere la situazione, ma lei mi riportò a terra facendomi sbattere violentemente la nuca contro il pavimento in legno.
I puntini neri che mi balzarono davanti agli occhi non preannunciavano nulla di buono e lei approfittò del mio stordimento per darmi una violenza ginocchiata sulla pancia ed un pugno in faccia.
Percepii in bocca il sapore del mio stesso sangue.
Volevo ribellarmi, utilizzare una delle tante mosse che avevo imparato e picchiarla. Ma non ci riuscivo, non con i puntini neri che aumentavano sempre di più.
<<Non provare a svenire, non devi perderti nemmeno un secondo della tua fine>> sibilò lei, leccandomi una guancia.
Il disgusto era tanto, ma non avevo quasi più le forze per fare nulla. La botta doveva essere stata più forte di quanto credessi.
Lei mi squadrò per qualche secondo, come un critico d'arte che ammira il quadro più interessante della mostra.
<<E questo?>> domandò, passando un dito su un punto del mio collo. Lo stesso punto che Jeff aveva succhiato con insistenza poche ore prima lasciando un succhiotto violaceo.
<<Adesso vi divertite anche a scopare allegramente? Vi siete innamorati forse?>> domandò ancora, tirando fuori il labbro inferiore in una finta smorfia triste per poi scoppiare a ridere subito dopo.
<<È un vero peccato che per te sia finita, dì pure addio al tuo Jeff.>>
Chiusi gli occhi percependo il freddo della lama sulla mia pelle e mi preparai per il dolore che sarebbe arrivato.
Ma non arrivò nulla, se non un feroce urlo di Jeff alle mie orecchie e la sensazione del peso del corpo di Beautiful death che spariva da sopra di me.
Con le poche forze che avevo tirai su la testa quel poco che bastava per guardare i due azzuffarsi come cani rabbiosi, per poi rotolare di nuovo giù per le scale in preda alle grida e alle minacce di morte.
Mi lasciai andare e chiusi gli occhi, troppo stremata per continuare a lottare.Riaprii gli occhi con la spiacevole sensazione della mia guancia che bruciava da morire, trovando davanti a me il volto di Jeff che mi tamponava la faccia con chissà quale diavoleria.
Il sollievo di vedere la sua faccia davanti a me, piuttosto che quella di Beautiful death, fu talmente immensa da farmi traboccare gli occhi di lacrime.
Cercai di alzarmi, ma Jeff mi rispinse sul materasso costringendomi a stare giù.
Solo in quel momento realizzai di non essere più nella vecchia villa, ma piuttosto su un comodo letto matrimoniale al centro di una stanza ben pulita.
<<Dove siamo?>> domandai, ancora troppo stordita.
<<Poco distanti da dove eravamo prima, i proprietari non c'erano>> spiegò Jeff.
<<È morta?>> domandai.
<<Non ancora, per stavolta è scappata... ma lo sarà presto>> rispose con voce gutturale.
Solo allora notai le pessime condizioni in cui si trovava. Era pieno di graffi e lividi ed i suoi vestiti erano troppo sporchi di sangue per essere tutto di Beautiful death.
<<Sei ferito?>> domandai.
<<Quella lurida puttana mi ha accoltellato due volte, la pagherà, la pagherà cara>> disse. Lessi del sadismo nei suoi occhi incredibilmente azzurri.
Provai ad immaginare la fatica che aveva fatto per trascinarmi via da lì a peso morto fino a qui e mi pentii amaramente per tutte le volte in cui lo avevo considerato solo povero psicopatico senza speranza.
Mi tirai su lentamente e sollevai la sua felpa, trovando due ferite all'apparenza non molto profonde e ricucite alla bell'e meglio.
<<Dovresti metterci dei cerotti su o si infetteranno. Hai trovato qualcosa del genere?>> domandai.
Lui mi allungò annoiato quanto avevo chiesto ed io li utilizzai per coprire le sue cuciture.
<<Perché hai medicato anche me?>> domandai, ricordando cosa stesse facendo pochi minuti prima.
<<Non volevo che le tue ferite si infettassero rendendoti brutta, non me ne faccio niente di te se smetti di essere abbastanza bella per starmi vicino>> rispose lui.
Sorrisi, percependo della menzogna nelle sue parole.
Ricordavo ancora il modo furioso in cui si era battuto per difendermi e la cosa mi rendeva immensamente felice.
Iniziavo a capire qualcosa della personalità di Jeff ed ero arrivata alla conclusione che la sua anima fosse frammentata.
La fetta più grossa era la sua parte violenta ed assassina, che sfociava spesso e lo spingeva ad uccidere, quella più piccola e quasi inesistente era rappresentata dal lato umano che ancora risiedeva in lui. Un lato che sospettavo di aver avuto l'onore di vedere io soltanto ed a cui mi stavo aggrappando disperatamente.
Forse insistendo sarei riuscita a tirare fuori ancora di più quella piccola parte soffocata da quella psicopatica e malvagia.
Mi ero sempre basata sulle cose che avevo studiato; catalogando Jeff solo come uno psicopatico incapace di provare empatia ed avere dei sentimenti.
Forse per tutti gli altri era così, ma con me c'era qualcosa di diverso ed ero decisa a scoprire cosa.
Il ragazzo mi stava guardando e per la prima volta non trovai inquietanti i suoi occhi circondati dalla pelle bruciata. Come potevo trovare spaventosi gli occhi che mi avevano salvato la vita?
Perfino le sue guance mutilate adesso mi sembravano meno gravi del solito, tanto che senza nemmeno pensarci mi accostai a lui e poggiai le mie labbra sulle sue.
Se lo meritava.
Jeff rispose immediatamente e con possessività al mio contatto, spingendomi sulle sue gambe e trattenendo un gemito di dolore al contatto del mio corpo con le sue ferite.
Sentii la sua lingua insinuarsi nella mia bocca e non ne fui disgustata.
Probabilmente stavo perdendo anche io il lume della ragione a furia di passare il mio tempo con lui, ma non mi importava.
La missione della mia vita adesso era tirare fuori la parte buona che c'era in lui ed avrei lottato con le unghie e con i denti per riuscirci.
<<Jeff, cosa provi per me?>> domandai.
Mi aspettavo qualsiasi risposta, ma non quella. Non quella
<<Quello che Romeo provava per la sua Giulietta>> rispose lui.TADAN
Ma non è un amore il nostro Jeff?
Cioè...cucciolo lui.
Come si fa a non amarlo dopo che si è beccato due coltellate e ha pensato alla medicazione? Piccolo lui.
No vabbè, sto svalvolando scusate. Ma lui è così teneroso. Lo posso sposare?
Fatemi sapere se avete gradito questa sua parte tenera!
Yolo!P.s. siamo a metà storia...
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Psychopath || Jeff the Killer
Hayran KurguRiley ha diciotto anni e una vita assolutamente normale, come quella di qualsiasi altra ragazza della sua età. Ha una famiglia niente male, degli amici e delle passioni. Ma c'è un problema in tutto questo: è bella, talmente bella da far diventare qu...