X- Essere o non essere

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Ultimo capitolo.
Vi aspetto poi, se volete, su "Possession", la mia nuova storia sulle creepypasta.

Un anno passò talmente veloce e allo stesso tempo talmente lentamente da essere strano.
Ero tornata a casa quasi alla fine dell'estate, beccandomi appena sulla soglia della porta le lacrime di mia madre e le braccia forti di mio padre addosso. Un ceffone e poi di nuovo lacrime e abbracci.
Mi era toccato inventare di sana pianta una storia credibile per essere sparita per quasi tutta l'estate. Avevo calcato la mano sulla storia dell'amore estivo, che alla fine si era rivelato un disatro e che mi aveva spinta a tornare a casa.
Erano volati un sacco di insulti e di punizioni, ma alla fine con il tempo era tornato tutto alla normalità. Almeno per gli altri.
La mia vita, da quando avevo conosciuto Jeff, non era mai più tornata ad essere la stessa.
Ero tornata sui banchi di scuola poche settimane dopo per affrontare l'ultimo anno, sopravvivendo ai pettegolezzi che la mia fuga aveva scatenato, e riprendendo con quella routine che fino a quel momento era stata la mia vita. Scuola, lezioni di muay boran, uscite con le amiche, feste e giornate pigre.
Avevo passato l'ultimo anno ad interessarmi molto alla psicologia umana, tanto da fare richiesta per la più prestigiosa università in circolazione che fortunatamente mi aveva ammessa. Era quella la strada che desideravo prendere e visto quello che avevo segretamente passato mi ritenevo abbastanza esperta.
Avevo trovato varie definizioni di psicopatia nei vari libri che avevo letto.

Per psicopatico si intende una persona con una grave affezione mentale e per tale portato a compiere atti criminali e ad essere molto aggressivo. Uno psicopatico non prova empatia, e per tale può sottoporre chiunque alle peggiori torture senza provare nessun rimorso. Uno psicopatico inoltre non prova sentimenti, non conosce l'amore o l'attaccamento ed inoltre è un individuo altamente egocentrico, che tende a pensare solo a se stesso e a colpevolizzare gli altri per le proprie azioni.

Avevo accostato molte volte Jeff a questa definizione, in quanto agli occhi della società un perfetto esempio di persona psicopatica.
Io avevo passato con lui due mesi della mia vita, un tempo non particolarmente lungo ma abbastanza da farmi scoprire molte caratteristiche del suo comportamento.
Fin dal primo momento avevo etichettato Jeff come uno psicopatico e mi ero nascosta dietro a quella definizione trovandola comoda.
Jeff era un serial killer sicuramente disturbato e pericoloso, aveva ucciso decine se non centinaia di persone, aveva torturato e goduto nel farlo, rubato, seviziato e stalkerato tante... tantissime persone.
Eppure in quel giorno di agosto aveva fatto qualcosa che nessuno aveva mai fatto per me, qualcosa per cui gli sarei stata grata per sempre. Quel ragazzo, quel ragazzo che la società aveva etichettato solo e semplicemente come uno psicopatico da estirpare, mi aveva salvato la vita, mettendo a repentaglio la propria. E non aveva fatto solo quello.
Lui era andato contro la propria natura, contro il proprio egocentrismo, contro la propria incapacitá di amare, contro la propria mancanza di empatia ed aveva messo me al primo posto.
Mandandomi via da lui e restituendomi a quella vita da cui lui stesso mi aveva portata via, solo per proteggermi da se stesso e dalla vita piena di ansia e paura in cui sarei stata costretta a sottostare.
Ci avevo messo settimane per fare la pace con me stessa e realizzare che se mi aveva lasciata andare lo aveva fatto solo perché aveva capito di non potermi offrire la possibilità di un'esistenza degna di essere vissuta.
Probabilmente stando con lui sarei stata costretta a fuggire per sempre, a lottare contro psicopatici desiderosi di uccidermi e a nascondermi come un topo di fogna.
Sarebbe stato quello il mio destino.
Tornando indietro invece mi aveva dato l'opportunità di ritrovare la mia famiglia, studiare, vivere al sicuro sotto ad un tetto accogliente ed andare all'università per prendere la strada del mio futuro come psicologa.
Sapevo bene tutto quello e gli ero grata per l'occasione che mi aveva dato, eppure non lo avevo mai perdonato del tutto per non avermi dato la possibilità di scegliere. Perché per quanto mi pesasse ammetterlo, nonostante la bella vita a cui ero tornata, io avrei scelto lui ed avrei scelto lui sempre.
Avevo la sindrome di Stoccolma o qualche altra diavoleria? Un tempo lo credevo, ma adesso non più.
Sapevo solo di essermi innamorata di lui.
Continuavo a detestare la sua parte malvagia, quella che lo spingeva ad uccidere, ma non avevo potuto fare a meno di innamorarmi di quel Jeff che leggeva avido con me Romeo e Giulietta, che mi metteva al collo quella collana con la pietra rossa che ancora portavo sempre con me. di quel Jeff che si era beccato quattro pugnalate senza fare un fiato per me, di quel Jeff che riusciva a dormire solo con le mie dita tra i suoi capelli.
Ci avevo messo mesi, ma alla fine mi ero rassegnata ed avevo accettato il futuro che aveva deciso per me.
Era quasi morto per salvarmi da un destino crudele ed il minimo che potevo fare per lui era vivere meravigliosamente tutti gli anni che mi restavano, senza mai dimenticarlo.

"Passo a prenderti tra dieci minuti. La festa non può iniziare senza di noi" recitava l'ultimo messaggio della mia migliore amica Sam.

Mi sbrigai a correggere le ultime imperfezioni e posai finalmente sulla mensola, affianco allo specchio della mia camera, il rossetto rosso che avevo deciso di indossare quella sera e che richiamava perfettamente il colore della collana col crocifisso che portavo al collo.
L'orologio a pendolo al piano di sotto suonò l'ora, annunciando le appena scattate ore dieci di sera.
Quel giorno era un anno esatto dal mio primo incontro con Jeff, avvenuto proprio lì in quella casa mentre cercavo di salvarmi dalle grinfie di Beautiful death. Ormai quest'ultima era morta e Jeff era chissà dove. Si era lasciato dietro solo i ricordi e la collana che portavo.
Mi allontanai e scesi a piano di sotto, buttandomi sul divano con la tv accesa. Brandon mi raggiunse subito e prese posto affianco a me.
<<Puoi chiedere a Sam se dà un passaggio anche a me?>> domandò, guardandomi con l'espressione che utilizzava sempre quando aveva bisogno di un favore .
<<Va bene, scroccone che non sei altro.>>
Lui sorrise e corse a mettersi le scarpe.
Dieci minuti dopo, puntuale come un orologio svizzero, sentii il clacson di Sam suonare.
Mi apprestai ad alzarmi dal divano prima di realizzare di aver dimenticato qualcosa.
<<Tu intanto va', ho dimenticato la giacca di sopra. Chiedi a Sam se puoi venire e dille di aspettarmi>> spiegai a Brandon, mentre già salivo le scale.
Quando aprii la porta della mia camera trovai la finestra spalancata e mi apprestai a chiuderla, con una terribile sensazione di deja-vù. Voltandomi, però, questa volta non trovai nessuna psicopatica ferma sull'uscio della porta pronta ad ammazzarmi e tirai un sospiro di sollievo.
Afferrai la tanto adorata giacca e mi voltai un'ultima volta verso lo specchio, per ricontrollare di nuovo le condizioni dei miei capelli.
La superficie riflettente, fino a poco prima sgromba e splendente, adesso era occupata per tutta la sua lunghezza da una scritta fatta con lo stesso rossetto che ero portavo sulle labbra.

"Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte.
-J-"

Sorrisi.

TADAN
È finita gente.
Questa storia è stata una specie di esperimento per me, un trampolino di lancio verso le creepypasta. Adesso ci ho preso la mano e come già anticipato ho pubblicato una nuova storia.
La troverete già sul mio profilo e sarà un triangolo tra un nuovo personaggio (Grace), Eyeless Jack (amore lui) e Goffredo Alano Boschi (no perché Jeff non può mica mancare). Ma ci saranno anche altri personaggi, come Masky, Hoodie, Ticci Toby e compagnia bella. Per ora ho 13 bozze e conto di farla abbastanza lunga.
Tornando a noi...
Spero di non avervi delusi con questo finale, perché ho scritto questa storia di getto, in due giorni praticamente, e mi è venuto automatico scrivere questo finale.
Potete interpretarlo come volete, ma la mia idea era semplicemente di un omaggio da parte di Jeff per Riley per onorare l'anniversario del loro primo incontro e dimostrarle di non averla dimenticata per niente. Non penso ci sarà un sequel, ma tutto può succedere. Quindi boh...
Se avete domande o avete bisogno di chiarimenti sentitevi liberissimi di scrivermi.
Grazie per aver letto questa storia e di aver fatto da spettatori in questo piccolo angolo di mondo Jeff/Riley. Un bacio.
Yolo!

-Vostra Beth-

Psychopath || Jeff the KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora