Lutto.

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Il lutto non è proprio un sentimento, ma a esso sono legati numerose reazioni.


Mi sentivo strano quel giorno, non ero agitato, ma non ero tranquillo. Appena arrivato a casa dei miei nonni notai mio padre che mi stava aspettando. Aveva le lacrime agli occhi e appena mi avvicinai a lui mi abbracciò. Con un filo di voce mi disse che mio nonno non c'era più...

Immediatamente mi precipitai su in casa. C'era mia mamma, mia zia e mia nonna in lacrime. Non c'è l'ho fatta, il dolore era troppo e mi misi a piangere... Mi sono venuti in mente molti ricordi, ricordi che appartengono sia a me che a mio nonno.

Mio nonno era un sognatore, amava sognare, amava costruire. Era un costruttore infatti ne fece il suo principale lavoro. Dico principale perché non è l'unico lavoro, ma era l'unico che gli dava un profitto economico. Lui lavorava dalla mattina alla sera, ma il lavoro che gli è venuto meglio fu costruire la famiglia dove abito. Io mi rispecchio molto in lui, molti mi dicono che gli assomiglio molto, ma loro mi riferiscono al fisico ovviamente... io invece mi rivedo molto in lui, sia per il fisico ovviamente, ma anche per il carattere.

Amavo la sua passione per i quadri, libri e per le cose intellettuali. Non si arrabbiava mai, preferiva chiarire le vicissitudini con il dialogo. Era la persona che preferiva fare il passo indietro e mettere gli altri in primo posto.

Mi ha insegnato tutto della vita, mi ha insegnato come affrontarla, mi ha insegnato tutte quelle cose che anche se non sembrerebbe servono. Mi ha trasmesso tantissime passioni, la prima: la lettura. Mi ha insegnato che ognuno di noi ha una storia, più o meno bella. Non sono importanti i problemi se intorno a te hai delle persone che ti amano, delle persone che ti proteggono.

Mi ha insegnato a pensare con la mia testa e che il tempo è prezioso.

Mi manca terribilmente mio nonno, mi manca vederlo a pranzo, raccontargli la mia giornata e mi mancano le prese in giro che mi facevamo insieme. Esiste un vecchio detto dove dice che i nonni sanno che se ne andranno prima degli altri, per questo ti amano così tano. Questo detto non so se è veritiero o meno, io so solo che vorrei mio nonno per altri cinque minuti. Cinque minuti per parlargli, per guardarlo e per sentire di nuovo la sua voce.

Devo ringraziarlo per infinite cose, per avermi insegnato a vivere, per avermi insegnato che avere degli amici è importante, per avermi insegnato a pensare con la mia testa.

Adesso che non ci sei più è come se ci fosse un vuoto nella nostra famiglia, un vuoto che si può riempire soltanto con i pensieri, attimi e ricordi che tu ci hai lasciato.

Come bisogna comportarsi quando si viene catapultati in un lutto?

Il lutto è una miscela di sentimenti, raggruppa tanti attimi. Ci sono i momenti di rabbia, una rabbia che non si può descrivere, una rabbia diversa da quella descritta nei capitoli precedenti. Questa rabbia equivale a essere impotenti alla vita, di non essere forte abbastanza. Molti pensano che si può sconfiggere la morte, sbagliano. Noi siamo impotenti di fronte alla morte, di fronte alla morte di un caro e ci fa rabbia.

Altri momenti invece vengono ricoperti dalla tristezza, solitudine e dalla malinconia. In ogni lutto ci sono pianti, carezze, abbracci, sguardi di supporto. Questi piccoli gesti, che possono sembrare scontati invece servono. Servono a non farti sentire solo, a non farti sentire meo sbagliato.

Non esiste una grammatica in questo caso, non esiste un modo di comportarsi in una situazione del genere, la spontaneità è il miglior modo. Quando le persone che ami volano via, una parte di loro resta confinata nel tuo cuore. Il ricordo del loro sorriso, del loro sguardo, del loro profumo, della loro risata sono cose che non ti abbandoneranno mai.

A mio nonno.

Grazie di avermi insegnato a vivere, grazie di aver reso la mia vita migliore.

Grazie dell'allegria che trasmettevi quando si veniva da te a mangiare.

Grazie di aver amato la nonna così tanto, gli manchi tanto.

Manchi a tutti nonno.

Ti voglio bene.


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