Maple Valley

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Nell'apparente tranquillità della piccola Maple Valley, rimbombava assordante l'ennesimo litigio di casa Butler. I Butler non erano mai stati così nervosi prima dell'arrivo della figlia. Nei primi anni di relazione sembravano tutt'altro che una coppia egocentrica e lamentosa. Hobs era considerato l'uomo più affascinante del paese: i suoi occhi verdi erano in perfetto contrasto con il biondo dei capelli. Durante le sue tipiche passeggiate si perdeva sempre nel chiacchierare con gli anziani, che spesso elogiavano la sua curiosità e lealtà. La moglie, Sally, era sempre pronta ad offrire il suo aiuto a chiunque lo richiedesse. Molto frequentemente infatti, gli abitanti della piccola cittadina si recavano da lei con doni per la sua costante disponibilità. Le cose cambiarono in una calda mattinata di agosto, quando George Landing - il medico del paese - consegnò ai Butler i risultati delle analisi.
"Impossibile!" esclamò confusa Sally "Ci devono essere degli errori!"
Ma la faccia di George non era per niente rassicurante.
"Lei non ha la possibilità di concepire un bambino, mi dispiace." le parole arrivarono fredde come ghiaccio alle orecchie della donna, che si lasciò cadere priva di forza tra le braccia del marito. Un grido di dolore diede inizio al cambiamento dei giovani, che passarono dall'essere solari e disponibili all'essere arroganti e freddi. Dopo mesi passati tra angoscia e malinconia, la coppia procedette con le pratiche dell'adozione. Decisero di adottare una bambina dal piccolo orfanotrofio di Walkon Havey, cittadina legata a Maple Valley tramite Wilshare Street. La strada era poco curata: nelle crepe dell'asfalto si intravedevano spesso erbacce e le macchine erano poco frequenti.

Hobs quella mattina era particolarmente pallido: i capelli, solitamente di un biondo splendente, apparivano più spenti, meno lucenti. Sally indossava un abito scuro. I capelli unti e crespi rendevano il suo aspetto incurato e poco pulito. Ansiosi come mai prima, salirono in macchina. Un giro di chiave e il rombo del motore spezzo l'assordante silenzio creatosi tra i coniugi.
"Sei pronta, Sally?" domandò Hobs.
"Ho paura! Adotteremo una bambina non nostra, forse malata, che è rinchiusa praticamente dalla nascita tra le mura di un orfanotrofio." rispose Sally, la voce tremante.
"Tranquilla, andrà tutto bene" la rassicurò Hobs "gli Steward hanno adottato la loro bambina proprio a Walkon Havey e ora vivono felicemente nella villetta accanto alla nostra" proseguì Hobs.
Sally rimase in silenzio per il resto del viaggio, persa nei suoi pensieri, in attesa di intravedere dal finestrino dell'auto la struttura trasandata dell'orfanotrofio. Attraversata Wilshare Street, un cartello ricoperto di ruggine segnava l'entrata a Walkon Havey. L'orfanotrofio era inconfondibile: l'unica struttura scura tra una città di edifici dai colori prevalentemente chiari.

Lo scricchiolare leggero della porta dell'orfanotrofio aumentò l'ansia di Sally, che si aggrappò al braccio del marito. Hobs si avvicinò alla segretaria, donna non troppo diversa dalla moglie, che con voce squillante disse "Salve! Voi siete?"
"Hobs e Sally Butler. Avevamo avvisato del nostro arrivo."
"Sì, mi risulta. Dietro quella porta sulla destra troverete i bambini." la segreteria indicò la porta "Questa settimana ne sono stati adottati molti, sapete?"
Hobs si rivolse alla moglie "Vuoi iniziare a vedere i bambini mentre sbrigo le pratiche?"
Sally scosse la testa "No, voglio essere con te."
La segretaria porse dei fogli e una penna a Hobs "Prego, firmi qui signor Butler." Hobs annui, facendo scorrere velocemente la penna sui vari fogli. "Tutti i bambini qui sono orfani?" Chiese l'uomo curioso, mentre restituiva la penna e consegnava i fogli alla segretaria "Sì, tutti tranne una bambina di due anni. Non sappiamo dove siano i genitori o se abbia altri parenti. Conosciamo solo il suo nome."
"Qual è il suo nome?" intervenne Sally, curiosa e ansiosa al contempo.
"Samanta" i Butler si scambiarono uno sguardo e insieme si diressero nella sala con i bambini. La maggior parte delle culle presenti erano vuote. La vernice bianca di cui erano dipinte cominciava a cadere in piccoli pezzi, a causa del tempo. Da esse non proveniva alcun pianto: i pochi bambini rimasti riposavano serenamente. Dei cartelli con nome ed età erano attaccati all'estremità delle culle grazie a dei fili in cotone. Sally passò più volte tra le culle, osservando i bambini col battito cardiaco in costante aumento.
"Eccola!" esclamò improvvisamente Hobs.
"È bellissima" continuò Sally
Davanti ai loro occhi si presentava una bambina di due anni, dall'aspetto meraviglioso: i capelli - pochi e ancora corti - erano rossi e gli occhi - chiari, ma con sfumature castane - conquistarono immediatamente la coppia.
"La portiamo a casa?" chiese Sally, con una nota dolce nella voce.
"Sì, la portiamo con noi." rispose Hobs, sorridendo.
Dopo aver firmato gli ultimi documenti, la coppia e la piccola Samanta lasciarono Walkon Havey, pronti a tornare a casa e a cominciare la loro nuova vita.

SAMANTA-LA RAGAZZA ARTICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora