Prologo

331 37 102
                                    

0.

Tutti dicono di me che sono una ragazza esuberante, svelta e con tanta voglia di fare.
Non mi faccio mai mettere i piedi in testa da nessuno, e cerco sempre di ottenere ciò che voglio.

Sono determinata, non abbasso mai la guardia, e se non ottenessi quello che voglio allora non sarei Beatrice Cellano.

Sono molto amichevole, adoro stare in compagnia e adoro ancora di più stare bene insieme ad altre persone.

Poche cose non sopporto, ma tutto quello che odio si può riassumere in un nome: Mattia Di Girolamo.
Lui è la persona che meno sopporto al mondo; forse perché abbiamo due caratteri tanto simili che insieme non riuscirebbero mai ad andare d'accordo.
Infatti, se io voglio aver ragione, lui ne vuole avere tre volte di più, così cominciamo con battibecchi infiniti.

Mia sorella Marta dice che gli opposti si attraggono ma amano i propri simili, in realtà uno come Mattia non lo auguro a nessuno.
È proprio il mio istinto femminile a dirmi di stare alla larga da lui il più possibile, altrimenti un giorno di questi mi dovrebbero arrestare per violenza sugli animali.

Ricordo quando siamo andati in gita al secondo anno di liceo ed io ero ad osservare dalla passarella della spiaggia la luna piena, che splendeva nel cielo e rifletteva nel mare.
Da quando ero piccola la luna piena mi trasmette tanta positività ed energia; mi piace vederla splendere nel cielo, ed amo quando intorno a lei sono presenti tante stelle.
È uno spettacolo meraviglioso, solo a vederlo mi sento quasi come rinata.
Così, mentre stavo osservando la bellissima luna, Mattia mi lanciò una pietrina sul polpaccio.
Il male che ho provato il quel momento era un qualcosa di allucinante, ricordo quel dolore come se fosse ieri; mi provocò così tanto male che nemmeno quando si sbatte con il mignolino vicino la punta del comodino.
Intorno a me c'era solo sabbia, ed essendone allergica non potevo né fargliela pagare e né reagire, ma dato che io ero e sono tutt'ora una testa dura, scagliai tutta la mia forza ed ira contro il caro Mattia che stava facendo il buffone insieme alla sua combriccola di citrulli senza cervello; procurando a me una nota e a lui un bel bernoccolo che gli passò solamente 4 settimane dopo.

Da allora tutti i suoi amichetti hanno cominciato a rispettarmi, tranne lui che la parola rispetto non sa proprio cosa significhi.
Per questo abbiamo cominciato ad odiarci; io lo chiamo birillo, perché Mattia è proprio a forma di birillo, ed invece lui mi chiama Hitler, perché secondo lui se mi avesse incontrata, avrebbe cambiato mestiere.

Purtroppo, io e Mattia ci scontriamo da ben 4 anni e, sfortunatamente, ogni giorno lo devo sopportare venticinque ore su ventiquattro.

Uno dei suoi amichetti, Alessio, è diventato uno dei miei più cari amici.
Io e lui condividiamo letteralmente tutto ma abbiamo due caratteri completamente differenti, per questo andiamo d'accordo.
Alessio ed io ci bilanciamo a vicenda, ciò che manca a me, me lo presta lui e viceversa.
Per esempio: io non riesco mai a chiedere scusa ad una persona, ho un orgoglio che è più forte di me; mentre Alessio chiede scusa ad una persona senza nemmeno darci peso.
Dice che chiedere scusa è una cosa bella perché significa ammettere i propri errori, e dice anche che devo mettere da parte l'orgoglio, che è il peggior nemico dell'uomo.
"Scusa" non l'ho mai detto a nessuno in vita mia, e penso che mai dalla mia bocca uscirà una parola del genere.

Anche quando sbaglio e sono nel torto marcio, faccio valere le mie tesi per -come si suol dire- rigirare la frittata.
Ma che non si creda che questa cosa sia semplice, anzi.
Il sapere passare dal torto alla ragione è un'arte estremamente complicata, che solo in pochi sanno fare; ma devo dire che spesso è davvero divertente.

Con mia madre però questa tattica non funziona quasi mai.
Lei è come se avesse dei superpoteri che istigassero il mio istinto a pronunciare quella dannata parola, non so come fa! Spesso temo sia davvero una strega e che usi su di me la sua magia nera per comandarmi.

Mio padre invece mi adora, infatti si dice che sia la cocca di papà.
Mi coccola, mi compra tutto quello che voglio, e soprattutto mi da' sempre ragione.
Infatti, mia mamma e mio padre litigano sempre per questo fatto; lei gli dice che non deve assecondarmi sempre perché sennò mi vizia, lui le dice che deve accettarmi per come sono e di non farmene del mio forte carattere una colpa.

Diciamo che i litigi, amore ed affetto nella mia vita non mancano mai, ma in me manca qualcosa che non so ben spiegare.
Più gli anni passano, e più mi sento incompleta.

Ma non lo dico tanto per, mi sento proprio come un puzzle incompleto, senza il pezzo mancate che completa il tutto.
Io non so proprio cosa mi manchi...o forse non ancora.

_________
Eccomi qui, ho deciso di cominciare a scrivere due storie contemporaneamente perché non riuscivo ad aspettare di finire l'altra per cominciare a scrivere questa.🤝
Cosa ne pensate di questo prologo? Fatemi sapere
-Simo♥️♥️

SIRENA-La leggenda del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora