ANCORA?

118 19 21
                                    



                                          4.

La notte che segue lo strano episodio è abbastanza tormentata.

Non riesco a chiudere occhio.

Penso, mi giro da un lato del letto.
Penso, il lato diventa scomodo e ritorno alla posizione di prima.

Così si continua per tutta la nottata.

Tante domande, ma nessuna risposta.

Stufa di tutti quei pensieri, mi siedo sul letto; incrocio le gambe e sistemo i miei capelli arruffati a causa della troppa agitazione.

Premo il pulsante centrale del mio iPhone freddo, che segna le cinque e quaranta del mattino.

Sbuffo; se il buongiorno si vede dal mattino...allora oggi chissà cosa mi capiterà durante la giornata.

Mi alzo dal letto caldo e disfatto, e trascino il mio corpo lasso fino al grande bagno della mia camera.

Sbadigliando apro il getto d'acqua della doccia e, spogliandomi velocemente, bagno il mio corpo ricoprendolo di bagnoschiuma alla fragola.

Lascio scorrere l'acqua per tutto il mio corpo, come se fosse un metodo per togliere tutti i dubbi e le ansie da dosso.

Resto per mezz'ora immobile, a fissare le gocce che velocemente scendevano dal getto.

Disegno dei cuoricini sul vetro appannato della doccia, mentre sento dei passi pesanti sempre più vicini a me.

Abbasso la valvola per chiudere il getto e strizzo i miei capelli.

Sono rilassata, una doccia calda è proprio quello che mi ci voleva.

Faccio per uscire dalla doccia quando due grandi mani  si infrangono sulle maniglie della doccia, aprendola.

La cosa che più mi dà fastidio al mondo -dopo il masticare con la bocca aperta- è il non rispetto della privacy altrui.

«Marta che fai!» Dico uscendo velocemente dalla doccia.

Mi giro intorno, non trovo il mio accappatoio.

Marta mi analizza da capo a piedi, prima di comunicarmi che il mio caro accappatoio verde sia sotto i suoi piedi.

«Ma che guardi? alza i piedi!» la spingo con il mio braccio destro, mentre con l'altro raccolgo il mio accappatoio ormai calpestato.

Marta ride e, abbassandosi i pantaloni, poggia le sue natiche sul water.

La guardo in cagnesco vedendo la sua completa indifferenza nei miei confronti.

Prende il cellulare, e comincia a mandare messaggi vocali a raffica.

guardo Marta, turbata; lo sa che le persone capiscono quando si mandano i messaggi vocali in bagno?
Ma poi, punto essenziale, che necessità c'è nel mandare vocali nel bagno? insomma, abbi la decenza di scriverli.

Comunque, che non si cambi discorso.
Sono infastidita dal suo comportamento.

«Marta! ma ti sembra modo?» prendo l'asciugamano passandola tra i miei capelli fracidi ma profumati

Marta mi ignora; è nella sua sessione mattiniera di messaggi vocali con le sue amiche più stupide di lei.

Okay che le voglio bene, ma tra sorelle ci sono sempre giornate no.
Ed oggi è una di queste.

Attacco la presa dell'asciugacapelli e, sotto il suo soffio caldo, sposto con la mano sinistra la mia folta chioma castana da un lato all'altro per più volte.

SIRENA-La leggenda del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora