Capitolo 3

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Nella foto Zia Maggie,interpretata da Catherine Zeta Jones.💕

Quando tornai a casa bagnata fradicia Zia Maggie non disse niente ma si limitó a scuotere la testa.

"Hai pranzato, Mairaed?".

Ero stata via per quasi un'ora e la Zia stava per tornare a lavoro dopo la pausa.

"Non ancora".

Risposi.
Ero tranquilla,meno tesa rispetto alla mattinata appena trascorsa.

"Se hai bisogno di altri soldi li trovi dentro un vaso rosso in salotto".
Mi disse di fretta.

"Scusami,non ti ho lasciato niente per mangiare...".

"Stai tranquilla Zia".

La interruppi,calmissima oltretutto.

"Mi compro qualcosa in giro".

Dissi risoluta.

"Brava,ora ti lascio che ho il turno del pomeriggio. Tu fai quello che vuoi,ci vediamo più tardi".

Detto questo se ne tornó a lavoro.

Io mi decisi ad asciugarmi per poi uscire di casa a cercare qualcosa che mi ispirasse mangiare per pranzo.

Affrontai la piazzetta affollata di gente solo perché mi ricordai che un tempo vi era un ristorantino cinese. Presi al volo una porzione di sushi e degli spaghetti di soia per poi trovarmi un angolino seminascosto all'interno di un parco e starmene tranquilla.
Consumai il mio pasto con molta calma, lasciando i miei pensieri andare verso casa,la mia vera casa.
Non è che non mi piacesse studiare sulla terraferma,anzi, lo reputavo essenziale. Tuttavia non vedevo l'ora di finire il percorso di studi per avere maggiore libertà di azione, per scegliere se vivere in mare o sopra il suolo. Mio padre e mia madre avevano scelto di istaurarsi una vita ad Atlantide e stavano bene così. Io la consideravo un' opzione molto probabile per il mio futuro. Mi sarei sentita protetta e al sicuro, lontano da ció che della terra ferma mi faceva più timore. Sarei tornata solo per assecondare l'ISTINTO, come lo chiamava mia madre, una volta che in me sarebbe scattato. Era abbastanza strano che non avessi ancora ricevuto alcuno stimolo, benché alcune e alcuni di noi si evolvessero anche a 20 anni. Era raro ma poteva capitare. Da quel momento sarei stata considerata finalmente adulta, membro ufficiale del regno di Atlantide. Dopo aver assorbito energia per la prima volta si poteva richiedere alla corte un riconoscimento che dava accesso a molti diritti riservati solo al popolo maturo. Mi domandavo come e quando mi sarebbe successo.
Talia si era evoluta a 15 anni, mia madre a 16. A papà era successo a 15.
Io ne avevo 17 e ancora facevo anche solo fatica a percepirla l'energia delle persone. Figurarsi a rubarla.
Ma come mi dicevano tutti,dovevo avere pazienza.
A Catalban avevo vissuto quasi cinque anni assieme a mia cugina Fanny e mia sorella Talia,che però aveva trovato presto un impiego a Bel Coast,dove tra l'altro aveva conosciuto James. La madre di Fanny, e sorella a sua volta di mia madre, aveva sposato un catalbano, rinunciando definitivamente ad accedere ad Atlantide. Tuttavia a Fanny non era stato proibito inquanto ad infrangere la legge era stata sua madre e lei non ne aveva colpa. Ma le scelte di mia zia si erano comunque ripercosse sulla poveretta che ogni qualvolta andasse in visita ai nonni, chi la conosceva la guardava con una certa puzza sotto il naso, dato il suo SANGUE MACCHIATO.
Che poi,in realtà, di macchiata era solo la reputazione perché i geni sirenidi sono dominanti rispetto a quelli terrestri. Quindi se nasceva un bimbo da una coppia mista e questo in acqua si ritrovava con la coda, di terrestre conservava solo i tratti fisici del genitore corrispondente. Ma si sa che le convenzioni e le tradizioni,anche quelle piú disparate e folli, molto spesso vengono considerate come un semplice dato di fatto, una fatalità che non puó essere smentita nemmeno dall'evidenza.
Mi dispiaceva soltanto che anche Talia avrebbe rinunciato alla sua patria, nonostante non avessi niente contro James che era un bravissimo ragazzo.
A Catalban non si viveva male, c'ero stata davvero bene per un periodo. Poi era successo quel fatto spiacevole ed infine la terribile malattia di Fanny. Per varie ragioni,mia madre mi aveva proposto (o meglio imposto), di cambiare aria e ZIA. Cosí adesso avrei studiato a Bel Coast. Di Catalban mi mancavano solo i luoghi che mi facevano stare bene,alle persone per fortuna non mi ero mai legata. Passavo principalmente il tempo con Fanny e mia sorella. Poi si erano trasferiti lì anche un altro paio di famiglie sirenidi per far studiare i figli dopo trasferimenti vari. E stavo con loro.Ed era stato allora che avevo conosciuto Calien, il mio migliore amico.
Forse é una delle poche persone che davvero mi sono mancate quando mia madre mi ha portata via da quella città.
Ricordo ancora,alle volte, le lunghe scappate in mare aperto,noi soli.
E gli attimi di riso, le cioccolate calde d'inverno...
Calien sapeva rendermi sempre felice in un modo o nell'altro. É una di quelle persone con cui mi sentivo più libera ad esprimermi.
I suoi occhi verdi non mi tradivano mai e le sue braccia sono sempre state il mio porto sicuro, soprattutto nel momento di  dover affrontare la malattia di Fanny e tutte le difficoltà che possono subentrare nel vivere in una cittadina spacciandosi per una persona che non sei e celando un segreto pericoloso come il nostro.
Ricordo che qualche giorno prima di arrivare a Bel Coast Calien mi aveva portato alle Grotte della Sibilla dove si diceva fosse ancora vivo lo spirito di un'antica sirena profetessa.
Si tratta di un luogo che alcuni hanno definito come sospeso nel tempo, avvolto da un alone di mistero e misticismo. A rendere l'ambiente ancora più surreale erano tanti cristalli colorati incastonati in varie parti della parete che filtravano la luce del sole in bagliori variopinti e proiettati sia sulla pietra che sull'acqua. Ci eravamo fermati in un ampio spazio interno,una vasca circolare da cui si poteva intravedere il cielo attraverso un foro sul soffitto.
Era notte, la luna si era fatta tonda e rossa,troneggiando su di noi.

"Volevo lasciarti questo".

Mi aveva detto, porgendomi una collana.
Si trattava di un semplice filo d'oro a cui era legata una perla nera e grandissima.

"Calien...".

Avevo cominciato io.

Ma lui prontamente aveva ribattuto.

"Tienila,mi renderesti felice".

Non avevo proferito altre parole. Il mio cuore mi diceva di accogliere quel dono e di farne tesoro.
Lo avevo abbracciato come ero in grado di fare con pochi e mi ero sentita come coccolata dalle sue forti braccia e dalle ondine che si infrangevano gentili su di noi.

Da allora non lo avevo più rivisto.

Improvvisamente ne provai una forte nostalgia.
Mi mancava Calien.

Decisi di alzarmi e di dirigermi verso casa.
Ma dopo poco mi resi conto di una cosa.
Non sapevo più dove mi trovavo. Cercai di ripercorrere la strada a ritroso ma mi ritrovai da tutta un'altra parte. Dovevo aver accidentalmente imboccato qualche sentiero sbagliato.
Stava di fatto che mi ero persa. Vedevo passare volti sconosciuti e ne ebbi timore.
I terrestri in generale mi intimoriva o.
Mi ritornarono alla mente cupi ricordi passati. E ne ebbi paura.
E se avessi nuovamente incontrato quel genere di persone?
Il pensiero mi fece quasi piangere.
Mi feci forza.
L'unico modo per ritornare a casa era chiedere informazioni.
E sperai con tutto il cuore di non incorrere nella persona sbagliata.
Mi toccai la collana di perla che avevo al collo, sentendomi subito più rassicurata.
E toccai la spalla di un passante.

Salve.
Questi erano i primi tre capitoli della storia:).
Spero che il racconto vi stia prendendo e vi susciti curiosità perché andando avanti ne vedremo davvero delle belle;).
Se vi va lasciate un commento e magari una stellina,giusto per avere qualche opinione sul procedere del racconto.
Che altro dire???
Continuate a seguire la storia:)❤

Sirene (Il canto di mezzanotte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora