Beginning

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«Su, Scorp, cammina!» il sorriso di Astoria Greengrass era abbagliante quella mattina, mentre incitava il figlio a farsi strada tra la folla.

«Mamma, ci sto provando!» urlò Scorpius, per farsi sentire dalla madre.

Adulti e bambini spintonavano qua e là l'esile undicenne, il quale più volte rischiò di perdere l'equilibrio.

Enormi sbuffi di fumo si levavano dall'imponente locomotiva scarlatta di fronte a lui, mentre sul marciapiede i genitori riempivano di raccomandazioni i propri figli.

Qualcuno sembrava disinteressato, ma dalla maggior parte dei ragazzini trapelava l'agitazione mista ad euforia tipica di tutti coloro che si recano alla stazione di King's Cross, la mattina del 1° Settembre di ogni anno.

Nell'aria riecheggiavano un'infinità di "Mandami un gufo appena arrivi!", "Se non superi i M.A.G.O., non azzardarti a tornare a casa!" e "Oh, il mio bambino!", accompagnati da pianti compulsivi, baci e abbracci.

Scorpius sperò vivamente che sua madre non fosse così teatrale. In fondo non ci sarebbe stato motivo di farne un tale dramma, si sarebbero rivisti a Natale.

Certo, era la prima volta che si separava dalla sua famiglia, ma era grande ormai, aveva undici anni!

E poi, cavolo, sarebbe andato a Hogwarts! Scorpius era elettrizzato solo al pensiero del suo primo anno di scuola. Aveva sentito parlare così tanto di quella scuola cosicché gli sembrava di essere cresciuto lì.
Gli era familiare ogni dettaglio, ogni corridoio, aveva letto centinaia di libri riguardanti le singole materie e conosceva i professori che le insegnavano.

Non era mai stato ad Hogwarts, ma sentiva quella scuola come la sua casa.
Sapeva che si sarebbe trovato bene, al di là della Casa in cui il Cappello Magico l'avrebbe smistato, se si fosse fatto amici o meno, se fosse andato bene in tutte le materie o no.

Perché ad Hogwarts non avrebbero mai preteso niente da lui, a differenza di quello che aveva sempre fatto la sua famiglia in undici anni.

La sua famiglia.
Scorpius era davvero tanto dispiaciuto di doverli lasciare?
Sicuramente avrebbe sentito la mancanza di sua madre, forse l'unica a volergli bene realmente.
Ma gli altri? Suo padre? Suo nonno? Gli sarebbero mancati? O forse quello era il momento che da sempre, inconsciamente, aspettava?

Forse si era stancato di sentirsi dire cosa doveva o non doveva pensare o come doveva comportarsi. Forse si era stancato di sentire certi discorsi bigotti.

Scorpius era più intelligente della sua famiglia, era una persona diversa.
E se avesse potuto avrebbe cambiato volentieri famiglia, perché era quella la sua rovina, il suo punto debole.

Sin da piccolo gli erano stati inculcati ideali che lui non condivideva, dottrine inconcepibili.

Lui si ribellava, si ribellava ogni giorno, anche con le piccole cose.
Si sentiva soddisfatto quando suo nonno si arrabbiava con lui per la musica che ascoltava, per i libri che leggeva, per i film che vedeva. Scorpius andava con la madre a fare compere nei mercatini babbani, per Natale, e Lucius andava fuori di testa.

Sua nonna, Narcissa, gli ripeteva che il marito con la vecchiaia era peggiorato, diventando più suscetttibile; cercava di convincere il nipote ad assecondarlo, a perdonarlo.

Ma Scorpius non ne voleva sapere, non voleva perdonare suo nonno. Non era ancora pronto e non sapeva se lo sarebbe mai stato.

Voleva solo opporsi, fargli capire chiaro e tondo la sua opinione.

***

Scorpius non si accorse di essere arrivato al momento della partenza, fin quando suo padre non gli posò una mano sulla spalla e lui sussultò. Capitava spesso che si immergesse troppo nei suoi pensieri, perdendo la cognizione del tempo.

Draco Malfoy si abbassò per guardare il figlio negli occhi.
«Scorpius, vedi quella famiglia lì?»
Il piccolo Malfoy guardò verso il punto indicato dal padre con un cenno della testa.

Vi era una gran confusione di persone, ma era una confusione allegra e armoniosa, senza pianti o scenate inutili.
Un'infinità di teste rosse, qualcuna castana, tre dalla chioma corvina e totalmente disordinata e, infine, dei capelli biondissimi e un ciuffo turchese, che stonavano con tutto quell'arancione.

Scorpius sapeva benissimo chi fossero quelle persone e non capiva dove il padre volesse andare a parare. Stava per fargli uno dei soliti discorsi in stile nonno Lucius?

Promise a se stesso che, se fosse stato così, sarebbe subito corso sul treno senza ascoltare una parola di quello che Draco voleva dirgli.
Non voleva farsi rovinare il suo primo giorno di scuola.

Nonostante ciò, annuì lentamente, per rispondere alla domanda del padre, così egli riprese a parlare.
«Ecco. Voglio che tu faccia una cosa: dimentica tutto quello che sai su di loro, tutto quello che ti abbiamo detto, me compreso. Dimenticalo, fallo per me. Ti prego Scorpius, non fare il mio stesso errore. Loro...loro sono delle brave persone.» sembrava che pronunciare ad alta voce quell'ultima frase gli costasse uno sforzo, forse perché non era mai riuscito ad ammetterlo neanche a se stesso.

Scorpius era stupito dal comportamento del padre, non capiva il perché di quelle parole, ma decise di non fare ulteriori domande.
Era stupito, sì... ma in positivo.

Annuì al padre e lui lo strinse in un abbraccio quasi imbarazzato; le dimostrazioni di affetto tra Draco Malfoy e suo figlio erano rare.
Nonostante ciò, Scorpius apprezzò quel gesto.

Sua madre gli diede un bacio in fronte, sussurrandogli all'orecchio un lieve: «Ti voglio bene.»
Lui le diede un bacio sulla guancia e l'abbracciò forte.

Prese la sua valigia e salì sul treno.
Entrò nel primo scompartimento libero e si sedette accanto al finestrino per osservare attraverso il vetro le famiglie che si salutavano e godersi successivamente il paesaggio.

Passarono un po' di minuti durante i quali la maggior parte dei ragazzi salì a bordo del treno. Quando sembrava che non fosse rimasto più nessuno, la porta dello scompartimento si aprì, mostrando una delle tre teste corvine che Scorpius aveva visto qualche attimo prima.

Entrò un ragazzino della stessa età del biondo: trascinava una valigia che sembrava essere eccessivamente pesante.

«Oh Merlino, la zia Herm ha decisamente esagerato con i libri sulle creature fantastiche!» esclamò rivolto al bagaglio. Poi si girò verso Scorpius, che lo osservava, curioso. «Scusa, qui è libero? I ragazzi più grandi hanno già occupato tutti gli scompartimenti e mio fratello James mi vuole fuori dai piedi quando è con i suoi amici.»

«S-sì, sì è libero. Completamente libero. Cioè a parte me, intendo... sì ehm, hai capito.»

«Bene, perfetto!» il corvino si sedette di fronte a Scorpius e gli tese la mano.

«Io sono Albus, Albus Potter.»
«Scorpius Malfoy.»
Si strinsero la mano.

Albus sorrise, Scorpius ricambiò.

**************
Sono 1082 parole.

HOLA CARCIOFINI🍄
Meglio che stia zitta.

RosalineW
originalsnasoox
LilyEvanss_

Baci e ciambelle a tutti🍩

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2019 ⏰

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