Capitolo 3

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Vedo sparire la Lancia Flavia Blu, inghiottita dal vialetto di casa nostra.

Ripenso a quello che è appena successo con Sara e mi chiedo perchè non sia riuscito a provare le stesse sensazioni di quando penso ad Alfredo.

"Stai bene?" La voce di mia mamma mi riporta alla realtà.

"Cosa?"

"Il braccio." Mi indica la ferita dovuta alla caduta di prima.

"Sì, sì... Non ti preoccupare. Sara ha la bocca larga e parla sempre a sproposito." Mi lamento io, ripensando alla promessa infranta dalla ragazza.

"Non prendertela con lei! E' una ragazza molto giudiziosa e fa sempre la cosa giusta. Tu, piuttosto, dovresti stare più attento."

Alzo gli occhi al cielo, innervosito dalla ramanzina che sta per arrivare.

"Quella mi odia!" Dico con rabbia.

Mia mamma mi fissa e poi scoppia a ridere.

"E' proprio vero che voi maschietti sbocciate tardi."

Io la guardo accigliato, non comprendendo il motivo di quella derisione nei miei confronti.

"Mamma!"

"Può essere che tu non ti sia accorto che quella ragazza è cotta di te? Voglio dire, secondo te, perchè accompagna sempre sua madre quando viene qui?"

La guardo sgomenti e mi indigno in viso.

"E' una bellissima ragazzina e diventerà una donna favolosa. Fossi in te, ci farei un pensierino." Mi consiglia lei.

"Ti ringrazio, ma penso proprio che la eviterò ancora di più adesso."

Lei alza gli occhi al cielo.

"Mio caro, sei proprio come tuo padre. L'ho corteggiato per mesi prima che si accorgesse che ero interessata a lui. Non puoi capire la faticaccia che ho fatto." Mi racconta.

"Ancora oggi, a distanza di anni, mi chiedo se sappia la fortuna che ha" Lo dice più a sé stessa che a me.

La guardo e capisco che,anche lei, proprio come me, soffre della sua mancanza di attenzione e della sua estrema dedizione al lavoro.

"Lo sa." Le dico per farle capire che, anche se nel profondo, lui ci tiene a noi.

Lei mi fissa per un istante e ,poi, fa un sorriso tirato.

"Lo so che lo sa. E' una persona per bene e non ci fa mancare nulla. Siamo fortunati ad averlo come marito e come padre."

Ad essere onesto, le sue parole non sembrano oneste, ma io faccio finta di crederle comunque.

"Adesso, vai a darti una ripulita e riposati un po', tra poco inizio a preparare da mangiare per la cena."

Annuisco e obbedisco.

Mi chiudo in bagno e mi spoglio.

Guardo la mia immagine nuda riflessa allo specchio del bagno e inizio a studiare il mio corpo.

E' cambiato un po' dalla scorsa estate. Sono più alto di qualche centimetro, sono più tonico e meno magro; Sono comparsi, qui e li, dei peli che mi fanno sembrare più maschile.

Guardo il mio pene e mi accorgo che è in erezione.

Non è la prima volta che ammiro il mio membro, un po' venoso e circonciso alla nascita. Sento fremere qualcosa dentro di me.

Prendo il pene tra le mie mani e inizio a fare su e giù, prima lentamente,poi sempre con più foga.

Non avevo mai fatto nulla del genere, anche perchè il prete, durante le scuole medie, ha spiegato che questo è un atto deplorevole e che Dio, per punizione, ci fa diventare cieci.

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