Capitolo 4

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Da qualche giorno, continuo a passare con la bicicletta, davanti al panificio dei Bello. Cerco sempre di scorgere la figura di Alfredo. In qualsiasi modo.

Mi faccio dare i soldi da mia madre e, in tarda mattinata, vado a comprare il pane. Lui non è sempre lì, poiché il suo lavoro consiste nell'impastare il pane e nella gestione del forno, quindi molto probabilmente, al bancone, trovo sua madre , Carmen Bello, oppure sua sorella, Elena Bello.

Non importa che lo riesca a vedere o meno, stare lì è già un pensiero confortante, perchè mi sembra di respirare la sua stessa aria.

Elena è una ragazza molto bella e intelligente. Nonostante d'estate lavori al panificio di famiglia, è una studentessa modello e andavamo insieme alle scuole medie. Nella stessa classe.

Non abbiamo mai legato molto, lei è sempre stata la più popolare tra i compagni di classe e tutti l'hanno sempre lodata e ammirata.

Nonostante non ci parlassimo molto, a scuola, è l'unica che riesce veramente a tenermi testa. E' un po' la rivale che mi spinge a studiare di più.

Ogni mese, alle medie, i professori organizzavano una competizione tra gli studenti più bravi, interrogandoci pubblicamente sulla grammatica latina, grammatica italiana, testi di importanti autori e ci facevano svolgere difficili esercizi di matematica.

Rimanevamo sempre, fino alla fine, io ed Elena e ci contendevamo la prima posizione. Nonostante non abbia la mia stessa preparazione, studia moltissimo ed è molto ferrata in quasi tutte le materie, quindi è un'ottima sfidante.

La nostra insegnante, la professoressa Peluso, una napoletana trapiantata in Sicilia dopo il matrimonio, godeva nel dimostrare a tutta la scuola quanto fossero bravi i suoi due pupilli.

Lo eravamo davvero, i suoi pupilli.

Ogni volta che spiegava un argomento, ci faceva delle domande e noi rispondevamo per farle capire che avevamo capito, che eravamo intelligenti. Lei sorrideva soddisfatta.

Io e Elena abbiamo la stessa età, quindi abbiamo frequentato, sin da bambini, le stesse scuole, ma è alle medie che è iniziata la nostra rivalità scolastica.

Agli esami di licenza media, abbiamo preso entrambi gli stessi voti, vale a dire, tutti dieci.

Alfredo, invece, è due anni più grande di noi e, pur essendo molto capace (così ho sentito dire a sua sorella quando parlava con le sue amiche), ha deciso di ritirarsi dopo la scuola media per dedicarsi all'attività di famiglia.

Nel caldo afoso di un pomeriggio di fine settembre, quando l'estate sembra che non voglia più passare, mia madre bussa alla porta di camera mia.

"Tonino, puoi farmi un favore?" Mi domanda con un viso sorridente.

"Cosa?"

"Stasera vengono a cena Sara,Patrizia e suo marito. Roberto è sceso per gli ultimi giorni di vacanza e, io e tuo padre, abbiamo pensato di passare una serata insieme." Mi spiega lei.

Alzo gli occhi al cielo.

"Che scassaminchia." Mi lamento io.

Lei mi guarda con rimprovero e arriccia il labbro.

"Il linguaggio! In casa mia, non è permesso dire parolacce." Mi ammonisce.

"Scusa."

"Per tua informazione, Sara e Patrizia partiranno, tra qualche giorno, per tornare a Milano. Direi che una sera puoi sopportarla."

Prendo un profondo respiro e mi calmo.

Ogni anno, i miei genitori, prima della loro partenza, organizza una cena per salutarli. Di solito, tornano per un paio di settimane durante il periodo natalizio, ma non ci vediamo molto spesso, poiché arrivano anche altri loro parenti.

L'Amore che RestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora