Capitolo 4

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Sono ancora qui, immobile, a fissare gli occhi di questo meraviglioso ragazzo. Sposto lo sguardo di poco per osservare meglio il suo viso. La mascella perfettamente squadrata, le labbra carnose e rosee, ora serrate in una linea sottile, dei meravigliosi capelli di un color castano, ricci, gli arrivano quasi alle spalle, chissà come sarebbe infilare le mani tra essi...

Una sottile camicia, lasciata sbottonata, ricopre la sua pelle di una carnagione chiara, sopra la quale innumerevoli macchie nere si fanno notare in maniera prepotente. Dei jeans a vita bassa, neri ricoprono le sue gambe lunghe, che lo fanno sembrare un grattacielo. Altrettante lunghe sono le sue dita affusolate ricoperte da svariati anelli, anche lì, qualche tatuaggio.

Dopo averlo rastrellato con lo sguardo da cima a fondo, la sua voce profonda e roca mi fa riprendere dal mio stato di trans.

-E tu chi cavolo sei?- mi domanda in maniera scorbutica. Può essere bello quanto vuole ma già mi sta sul cazzo. -Scusa?- domando non capendo. -Questo è il nostro tavolo- solo quando dice "nostro", mi accorgo delle altre presenze al suo fianco, altri quattro ragazzi. Un moro con una carnagione scura e degli occhi simili a pece, un ragazzo castano con occhi dello stesso colore, un altro castano con gli occhi di un azzurro non troppo chiaro ed infine un biondo con degli occhi di un azzurro cristallino che è l'unico ad avere una specie di sorriso divertito.

-Non mi sembra che ci sia scritto il vostro nome- ribatto alzando un sopracciglio. -Senti ragazzina, o ti alzi con le buone o con le cattive- ribatte duro e infuriandosi ancora di più, è solo un tavolo, non vedo il motivo di scaldarsi così tanto. -E cosa vorresti fare? Picchiarmi? Fallo, per me non è un problema- gli rispondo senza nemmeno un pò di timore. Vedo i suoi amici, nascondere dei sorrisi, cosa c'è di così divertente? Bah...

-Senti è meglio che tu non mi faccia incazzare, non terrò le mani a posto solo perchè sei una ragazza- dice, sta decisamente perdendo la pazienza ma la cosa mi diverte -Oh, ma nemmeno io starò ferma solo perchè sei un ragazzo- ribatto.

A quel punto sento uno dei ragazzi, sussurrare agli altri -Questa mi piace- ciò mi porta a fare un sorriso soddisfatto, mentre il ragazzo si volta fulminandoli con uno sguardo così tagliente in grado di ammutolirli all'istante.

In ogni caso mi alzo facendo stridere la sedia sul pavimento, poi mi avvicino a lui, ad un palmo dal suo viso, ora voltato verso di me -Comunque me ne stavo andando, è stato un piacere conoscerti- faccio una piccola risata divertita poi sorpasso i ragazzi salutandoli con un cenno della mano, da loro ricambiato e me ne vado lasciandoli lì.

Nel tragitto di ritorno verso casa, mi rimetto a pensare al ragazzo dagli occhi verdi, era così tenebroso. Guardandolo fisso, sembrava quasi nascondere qualcosa, sembrava tormentato, l'ho capito per il semplice fatto che era lo stesso sguardo che poco prima di venire qui, avevo anche io.

Dietro di se pareva che si portasse un alone di mistero che lo rendeva ancora più sexy di quanto già non fosse.

Con questi pensieri arrivo a casa e prima di entrare noto che si è fatto abbastanza tardi, infatti, proprio nel mezzo del cielo, una luna brillante, risplende.

Entrata in casa e dopo essermi messa comoda, con dei pantaloncini neri e una maglietta extra large, decido di aprire la finestra presente in sala, purtroppo oggi, non ho avuto occasione di aprirla e l'aria sta diventando piuttosto asfissiante.

La apro e ciò che si presenta sotto ai miei occhi mi lascia ammaliata. Un enorme campo pieno di piccoli fiori di vario genere, si estende sul territorio circostante, mentre, adesso ho una totale visione della luna piena.

Prendo il mio pacchetto di sigarette e mi siedo sul davanzale della finestra, abbastanza largo per contenere il mio corpo minuto. In mezzo al buio accendo il mio accendino, che pacatamente, avvicino all'estremità della mia sigaretta.

His Eyes || H.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora