Capitolo 5

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Mentre mi vesto, preparandomi per andare alla gara, mentalmente continuo a visualizzare il percorso per arrivare alla "strada del terrore".

Quando oggi pomeriggio ero in cerca di qualcuno al quale chiedere dove si trovasse il luogo, casualmente, la fortuna ha voluto che sentissi un gruppo di ragazzi parlarne, poi si sono diretti verso di essa, per mostrarla a un loro amico che era lì con loro, probabilmente era nuovo in questo campo.

In ogni caso, li ho seguiti pacatamente evitando di farmi notare, alla fine ho memorizzato la strada e ora mi sto preparando.

Indosso dei pantaloncini neri in pelle mentre sopra metto un top bianco, corto. 

Opto una coda alta e applico un pò di mascara con l'aggiunta di un filo di matita, giusto per mettere in risalto i miei occhi, le labbra sono già rosse abbastanza e questo mi va più che bene.

Scendo di casa e a piedi mi dirigo verso il luogo dove si disputerà la gara, mentre la pelle d'oca inizia già a farsi sentire...

Una volta arrivata, prima di dirigermi verso il capannone dove probabilmente ci sono le auto che ci verranno assegnate, mi fermo un attimo per cercare di capire ciò a cui andrò in contro. La strada presenta qualche fosso, per il resto è abbastanza lineare, senza troppi inceppi. Invece le linee che dovrebbero delineare la corsia, sono invisibili all'occhio, sono praticamente inesistenti. L'unica ancora presente è quella dove si taglierà il traguardo. Continuando a seguire il percorso con lo sguardo, questo scompare dietro una profonda curva e la mia visuale si oscura. L'unica cosa che posso tornare a vedere è la parte finale del tragitto.

Devo ancora scoprire il perchè di quel soprannome ma sono certa che la risposta alla mia domanda è proprio dietro quella che sembra un'innocente collina.

Ad affiancare la strada ci sono delle tribune, dove deduco che gli spettatori si siederanno.

Sono quasi arrivata nel capannone e il sole ormai è tramontato da un pezzo, appena mi trovo di fronte ad esso, con la mano, mi aiuto, separando i due teli che lo tengono chiuso. Una volta fatto, i miei occhi iniziano a brillare.

Auto di vario tipo, sportive, luccicanti, alcune con colori sgargianti e altre meno, si presentano sotto il mio sguardo attento ad ogni minimo dettaglio. 

-Ragazzina, credo che tu abbia sbagliato posto- dice una voce. Osservo il ragazzo che ha parlato, tatuato e pieno zeppo di piercing, proprio come gli altri tre ragazzi dietro di lui. 

-E' qui che si sarebbero dovuti incontrare i partecipanti alla gara giusto?- annuisce. -Bene, allora sono nel posto giusto-. Mi squadrano da testa a piedi e dopo essersi guardati iniziano a ridere come se avessi detto la cosa più divertente che abbiano mai sentito. Alzo gli occhi al cielo, ormai sono abituata a queste reazioni. -Per quanto tu sia un bocconcino, non voglio umiliarti di fronte a tutti, poi mi sentirei in colpa, ma se proprio ci tieni...- lo guardo inarcando un sopracciglio. -Quindi tu sei il "campione in carica"?- domando mimando le virgolette. -Si ma senza le virgolette- che pallone gonfiato. In sotto fondo si sentono gli altri borbottare, sicuramente sono gli altri partecipanti, credono di vincere, ma non sanno cosa sono capace di fare... -Bene, vi sono già state assegnato le auto?- chiedo curiosa di sapere. -Si, ma le abbiamo scelte noi, quindi la gialla, la bianca, la nera e la blu sono fuori uso. Puoi scegliere tra la verde e la arancio-

Le osservo, poi però un'altra auto, nell'angolo, cattura la mia attenzione. -Quella rossa- annuncio. Mi guardano come se avessi un terzo occhio, finchè uno dei tre non si decide a parlare. -Quella non si può usare- dice quasi terrorizzato. -E perchè no?- chiedo, infondo è un'auto come tutte le altre ed è molto più bella, di un rosso fuoco acceso. -Il precedente campione in carica ne ha vietato l'utilizzo, la usava solo lui e da quando ha smesso non è mai più stata toccata- 

His Eyes || H.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora