"Hope And Zap".

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-Dai alzati, o ti verrà un malanno.

Disse porgendomi la sua mano.
Fui per un attimo esitante, non sapevo se avessi dovuto fidarmi davvero.
Avevo ricordato di aver ricevuto fin troppe delusioni, soprattutto dalla persona che più mi avrebbe dovuta amare.

-Non ti fidi di me?

-Non so più di chi potrei farlo.

Ammisi, abbassando la testa.
Si avvicinò a me, mettendosi sulle ginocchia e cercando di coprire entrambi con l'ombrello.

-Non mi faccio problemi a restare qui, finquando non lo capirai.

Ghignai, sussultando appena.
Respirò a fondo, accorciando le distanze.

-Forse non posso chiederti di farlo, ma almeno dammi la possibilità di portarti in un luogo più asciutto..

Tornò in piedi, ed alzai lo sguardo, vedendo il suo sorriso che mi incoraggiò ad accettare il suo aiuto.
Caddi su di lui, provata dallo sforzo eccessivo fatto in precedenza, con un respiro fermatosi in gola.
Mi tenne con la mano, che prese poi ad accarezzarmi la schiena, mentre l'altra teneva l'ombrello che ci stava riparando.
Sentii per la prima volta il suo cuore che sembrò essere accelerato; ed il suo profumo.. che era maledettamente familiare.
Rimanemmo così per un tempo che mi parve infinito, per le milioni di sensazioni che si stavano scatenando dentro di me, ma che in realtà si trattò di pochi secondi.
Mi spostai appena, e lui mi rivolse un sorriso dolcissimo, togliendomi una ciocca di capelli che si era attaccata al viso per la pioggia.
Mi aspettavo che dicesse qualcosa, ma non lo fece. Eppure, i suoi occhi parlarono per lui.
Abbassai lo sguardo, spostandomi il più possibile.
Mi aiutò a mettermi sulla sedia, si tolse la giacca e la poggiò sulle mie spalle, mi diede l'ombrello, restando sotto la pioggia.

-Verrà un malanno a te così.

Gli feci notare.
Fece spallucce.

-Ne ho passate di peggio.

Mi portò in quella che doveva essere casa sua, a qualche isolato da casa di mio padre.
Era completamente diversa da quella: arredata in stile moderno, e gli unici colori che prevalevano erano il nero ed il bianco.
Accese la luce ed iniziò a spogliarsi, lasciando il suo torace completamente nudo, e rimanendo solo con i pantaloni che stava per togliere.
Prima di farlo, fortunatamente si girò verso di me.

-Che aspetti a spogliarti?

Un leggero rossore si formò sulle mie guance di fronte a quella proposta.
Lo capii per l'improvviso calore che si localizzò sulle guance e per la risatina di Louis.

-Se vuoi una mano, basta chiedere.

Mi fece l'occhiolino, con un sorriso malizioso, mentre si allontanò per prendere delle asciugamani.
Me ne porse una, che presi con le migliori intenzioni di non tremare, e non guardarlo, ma non ero sicura di esserci completamente riuscita.
Un altro sorriso, diverso da prima, si fece spazio sul suo volto.

-Riesco finalmente a riconoscerti.

-Cosa?

-Sei sempre stata così impacciata, con quel rossore che compare sulle tue guance, ogni volta che mi vedi così.

Abbandonò la sua maliziosità per un attimo.
Sbattei più volte gli occhi, incredula.
Quel "ogni volta" sembrava presagire più e più volte.
Lui quasi leggendomi nel pensiero , mi rispose.

Fight memory. ( It's in his DNA )Where stories live. Discover now