Non passò molto tempo prima che Louis si accorgesse che la mia fronte scottava.
Era adirato, col corpo che quasi gli tremava, frettoloso ed impaziente di spalancare la porta e mettermi sul divano per non farmi prendere altri colpi d'aria.
Gli occhi erano schivi, non mi guardavano, ma riuscivo ad avvertire l'oscurità in essi e i mille rimproveri che aveva deciso di tenersi per se, accompagnati al contempo ed in controsenso da una – forse per me – esagerata apprensione.
La mascella era contratta, consapevole del mio sguardo su di lui, che sembrava come bruciargli la pelle; ma forse era solo un'impressione.
Nell'entrare in casa, ignorò il povero Will che cercava invano le sue attenzioni, stando attento a non calpestargli le zampe, visto che noncurante prese a passare tra le sue gambe.
Louis lo seguì con lo sguardo, ed alzò gli occhi in aria cercando di non perdere la pazienza, ma riuscii chiaramente a sentirlo biascicare qualcosa.
-Ciao piccolo.
Gli rivolsi i miei saluti una volta poggiata sul divano, accarezzandolo mentre mi si avvicinò.
I suoi occhioni sembrarono ancora una volta aver capito tutto.Louis velocemente si apprestò a prendermi delle coperte, e a sistemarmele addosso, con una delicatezza tale da farmi sentire una strana stretta allo stomaco; una di quelle che ti portano a stringere le labbra e a chiudere gli occhi per godertela a pieno.
Tuttavia, la sua mano finì sulla mia fronte, facendomi spalancare gli occhi.
Era vicino, maledettamente vicino, con il respiro che mi sfiorava la pelle, contratto in un espressione seria e concentrata che non lasciava per nulla spazio a quel ragazzo che avrebbe sorriso maliziosamente per tale vicinanza.
I miei occhi erano attratti dal suo viso come fosse una calamita per me, nonostante cercassi in ogni modo di distogliere lo sguardo.
Le sue labbra sottili- e per il suo colorito chiaro, quasi pallido, sembravano ancora più rosse- erano leggermente aperte per la concentrazione, gli occhi piccoli ancora più assottigliati e le sopracciglia incurvate.
Quello strano calore tornò a farsi vivo sulle mie guance, che davvero mi facesse questo effetto?
Sembrò non accorgersene, ma quando la mia mano sfiorò la sua, con un gesto del tutto incontrollato e casuale – forse- servì ad interrompere quel momento, provocando una scossa in entrambi.
Non si lasciò sfuggire neanche un movimento, con gli occhi fissi sulle mie dita affusolate ancora poggiate al suo polso.
Durò un istante prima che potessi rendermene conto, e tirar via la mano, nascondendola sotto la coperta. Una smorfia confusa e nervosa si fece spazio sul suo viso, ma ebbi la sensazione che fosse presente già da prima.
Alzò gli occhi respirando forte, poi si allontanò, lasciando che le braccia penzolassero e per qualche istante se ne stette girato a passarsi una mano tra i capelli.
Si girò poi, e la sua lingua tracciò il contorno delle labbra, e quasi come se avesse avuto un'illuminazione andò in cucina.
Tornò poco dopo con due tazze di the fumanti ed un termometro.Gli sorrisi a labbra strette, ma lui non accennò ad una risposta, mettendosi comodo sul divano.
Il suo viso era un turbine di emozioni contrastanti l'una con l'altra, che mi mandavano in completa confusione perché non riuscivo a decifrargli lo sguardo visto che sembrava saperle mascherare perfettamente.
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Fight memory. ( It's in his DNA )
RomanceATTENZIONE: Avevo già scritto questa storia su EFP, nel 2013, finita nel 2014, come mostrano i link: http://it.tinypic.com/r/2wgaah4/9 http://it.tinypic.com/r/2e3qw6o/9 Tuttavia, qualche giorno fa, mi sono ritrovata a leggerla per puro caso, ed ho n...