everything's broken

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her dark firework 

     -everything's broken

Jane passò la nottata in uno stato di dormi-veglia, quando Eleric si svegliò lei fece finta di dormire, seguì tutti i suoi movimenti e quando si sedette in parte a lei sul letto fece fatica a non tremare. Eleric le baciò la nuca e poi le rimboccò le coperte. Quando sentì il rumore della porta che si chiudeva sospirò e come se il suo corpo si fosse appesantito, si sentì stanca e dopo aver chiuso gli occhi le tenebre presero possesso della sua mente.

Un urlo si alzò improvvisamente su quella distesa di silenzio tetro, Jane si alzò dal letto. Guardò fuori dalla piccola finestra e rimase pietrificata; due ragazzi stavano combattendo, uno non aveva più l'occhio destro e l'altro incombeva con una grossa lama lucente sopra di lui. Il ragazzo senza occhio fece una mossa così veloce che Jane non riuscì a distinguere e fece cadere l'altro ragazzo. Gli rubò la spada e gli tagliò un braccio con la tranquillità di chi taglia una fetta di pane, il sangue rosso vivo schizzò ovunque e il braccio cadde a terra, a Jane sembrò si muovesse ancora. Si portò una mano davanti alla bocca e tirò le tende. Si sedette sul letto e fece un respiro profondo, il suo istinto le diceva di guardare la battaglia ma lei rimase ferma sul letto, come se i due ragazzi potessero sentire i suoi movimenti ed entrare in quella stanzetta.

Non sapeva cosa fare, stare seduta sul letto a fissare il vuoto? Era un'opzione anche quella, però si precipitò alla libreria e prese il primo libro. "La prima grande battaglia" diceva il titolo, aprì la prima pagina e si mise comoda sul letto. Mille immagini fecero capolino nella sua mente mentre leggeva quel libro; Eleric che combatteva, la sua spada, i capelli spostati dal vento e la destrezza che aveva nel combattimento. Amava leggere le descrizioni delle battaglie, se avesse potuto anche lei avrebbe voluto combattere, ma lei era una frana. Non sapeva nemmeno tirare pugni e non sapeva come usare la sua forza, se ne possedeva di sicuro non si era mai fatta viva. 

-Eccomi.- Disse una voce conosciuta mentre la porta si apriva, Jane chiuse il libro e si rese conto di essere arrivata alla fine.

-Che ore sono?- Chiese ad Eleric, lui sorrise e si sedette in parte a lei sul letto. 

-Sono le otto di sera.- Disse guardando il titolo del libro. Jane rimase ferma per qualche secondo e poi guardò Eleric interrogativa. Lui sorrise.

-E' il primo della serie, non è bello quanto gli altri.- Disse poi ripassadole il libro. Lei lo prese e poi guardò il ragazzo; era sporco di sangue e di una sostanza verdastra gelatinosa, le ferite si aprivano ovunque ma gli occhi esprimevano felicità e questo fece stare male Jane. 

-Come stai?- Chiese poi indicando con gli occhi le ferite. Sapeva bene che Eleric era stato meglio ma non sapeva cosa chiedere; hai combattuto qualche demone oggi? Come era il demone? Ti sono mancata? Mi insegni a combattere? Mi racconti la mia storia? Le stupide domande dell'inizio si trasformarono in domande leccite, domande che nella sua testa avevano bisogno di una risposta.

-Sto bene, mi sei mancata- Disse Eleric prendendole la mano. L'istinto da ragazza mondana di New York le diceva di dire ad Eleric 'scopami' ma sapeva bene che questo non era uno scherzo come quelli di cui parlava a scuola con le sue due uniche amiche, aveva sempre pensato che la perversione non fosse nulla di male ma negli ultimi tempi stava veramente esagerando; ogni volta che vedeva un bel ragazzo alla sua mente tornavano immagini di loro due nudi nel bagno scolastico. Sapeva bene di sbagliare, ma i suoi ormoni ogni tanto davano di matto e questi erano i risultati. Rimase incantata negli occhi di Eleric pensando a come aveva trascorso le sue giornate fino ad ieri.

-Mi racconti quello che dovevi dirmi ieri?- Chiese poi, senza alcun segno di emotività nella voce. Voleva dimostrare a se stessa che non era un stupida pervertita, lei era normale.

-Certo.- Disse Eleric scosso dall domanda di Jane. Lei pensò di aver esgerato, lui non le aveva fatto niente.

-So che sei figlia di una fata e di un shadowhunter, sei stata promessa come principessa e il compito delle principesse è quello di sconfiggere il male. Quando ti sei persa avevi due mesi, eravamo già stati legati però non so come mai ti sei persa, credo che tua madre lo abbia fatto per te.- Disse lentamente, aspettando di sapere se poteva continuare ad ogni frase.

-E cosa hai intenzione di fare ora? Dico ora che sono qua.- Chiese Jane pensando all'idea della notte scorsa. Eleric rimase in silenzio per qualche secondo.

-Non lo so, se vai alla corte, ti perderò per sempre.- Disse Eleric con lo sguardo basso, a Jane si spezzò il cuore. Non sono mai stati insieme e già dovevano separarsi, quel vuoto che sentiva dentro, per una volta era stato colmato, ma ora? Cosa avrebbe dovuto fare? Andare alla corte e perdere Eleric? Perdere una persona per la quale provava qualcosa di forte anche se la conosceva da un giorno, non poteva e non voleva. Era sicura che loro erano destinati a stare insieme.

-Io ho un'idea.- Disse Jane cercando gli occhi di Eleric, lui sorrise guardandola e poi diventò serio.

-Andiamo insieme nel mondo mondano.- Disse velocemente, Eleric scoppiò a ridere e in quel momento Jane si sentì così stupida. Mille ricordi tornarono alla sua memoria, le ragazze che ridevano di lei in corridoio a scuola, le prese in giro perchè lei vestiva in modo diverso, i brutti voti a scuola, 'sua madre' che le ripeteva che era inutile. 

-MIA MADRE!- Urlò Jane.

-Devi riportarmi a casa mia, mia madre starà impazzendo.- Disse raccogliendo la felpa dal letto. 

-Si è dimenticata di te, tutti quelli che ti conoscevano ora non si ricordano della tua esistenza.- Disse Eleric mentre Jane ascoltava stupita, si inginocchiò sul tappetto rosso posizionato di fronte al letto. La sua mente e il suo corpo erano preda di centinaia di emozioni, dolore, ansia, solitudine, voglia di scappare, voglia di stare da sola. Le lacrime iniziarono a riempire i suoi occhi e poi scivolarono veloci sulle guance, Eleric si inginocchiò accanto a lei, le prese i polsi e la guardo negli occhi.

-Lasciami sola.- Disse Jane guardando il tappetto, tutti l'avevano dimenticata. Chi era Eleric, di cui non sapeva nemmeno il cognome, da poterle portare via tutto? Era solo un personaggio immaginario, era così dolce e perfetto.

-Ascoltami Jane.- Le disse Eleric asciugandole le lacrime.

-Ora ti sembra di aver perso tutto...- Prima che continuasse Jane lo fulminò con lo sguardo.

-Sì, è proprio così che mi sento, ho perso tutto.- Disse con un tono di voce alto, la voce rotta dalle lacrime e gli occhi colmi di rabbia.

-Lasciami sola Eleric, non so nulla di te. Vattene, ti prego.- Disse Jane in preda al dolore più profondo che avesse mai provato. Eleric si alzò e si diresse verso la porta.

-Eleric Stormchild, ho dicciotto anni, vengo da Idris. Sono figlio di Stefan e Johanna Stormchild.- Disse Eleric prima di chiudersi la porta alle spalle. Jane spalancò gli occhi e ritornò a piangere. 

shadowhunters: her dark fireworkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora