shadows

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her dark firework

              -shadows

Rimase immobile, guardando quel ragazzo che le stava tendendo una mano. Guardò quella mano, qualcosa dentro le diceva di prenderla e così fece.

-Alaric- sussurrò Jane alzandosi. Il ragazzo le baciò la mano.

-Finalmente siete qua- disse Alaric guardandola con quelli occhi che avevano rubato il colore al cielo.

-E domani, dopo esservi riposata, inizierete l'addestramento perchè poi salirete al trono della corte- continuò il ragazzo guidando Jane verso il maestoso castello. Jane sussultò.

-Non ho capito- balbettò fermandosi.

-Siete destinata a salire sul trono della corte delle fate, e dovreste essere in grado di combattere- disse il ragazzo con un accento che suonava strano alle orecchie di Jane.

-Ok- balbettò insicura. Se Eleric cercava di proteggerla, Alaric le forniva il metodo per farlo.

-La morte cura le ferite inflitte dalla vita- disse Alaric davanti al castello, Jane lo guardò senza capire e subito dopo il portone si aprì per lasciarli entrare. 

-E' tipo una password?- chiese ad Alaric che evitò di risponderle. 

-Ora vi mostro le vostre stanze- disse alla ragazza guidandola al piano superiore. Le scale erano maestose e antiche, fatte di marmo bianco con venature blu. Un brivido le attraversò tutto il corpo, c'erano dei trofei di caccia; corna e teste di cervi. Il ragazzo la guidò in una stanza grande e fredda anche se un grande camino era acceso e le fiamme bruciavano impetuose. Il pavimento era una grande scacchiera e la stanza era di un'altra epoca, mobili di mogano erano impreziositi con candelieri e foto di famiglia. Alaric era così piccolo in quelle foto che quasi si chiese come mai fosse così grande ora.

-Se qualcosa non è di vostro gradimento, sarò felicissimo di aiutarvi a scegliere altri mobili- disse Alaric sorridendo dolcemente. Tutto le sembrava strano, il modo in cui parlava anche se, la prima volta che vide Eleric fu lo stesso; e le usanze che risplendevano antiche in quel castello.

-Potreste darmi del tu?- chiese Jane entrando in quella chedoveva essere la sua stanza, con Eleric divideva una piccola casetta che sembrava un decimo di quella stanza. Era una stanza vuota, priva di amore o calore umano. C'era un letto grande e massiccio coperto da lenzuola color argento, le tende erano di velluto rosso scarlatto e ogni mobile era spoglio e triste.

-Certo, se voi farete lo stesso- per un momento Jane guardò il ragazzo cercando di memorizzare il viso magro, gli occhi azzurri come il cielo e i capelli biondi come fieno. Era diverso da Eleric, lui aveva gli occhi blu come il mare in tempesta in contrasto con i capelli neri. Le labbra di Eleric erano carnose e rosee mentre quelle di Alaric erano rosse, e il labbro inferiore era più carnoso di quello superiore. Indossava una camicia bianca che faceva trasparire i muscoli e i marchi da cacciatore. Jane si sentì osservata e sentì le guance in fiamme.

-Sì- mormorò spostando lo sguardo sulla stanza. 

-Mi sono permesso, Jessamine, di comprarti qualche abito- disse mentre gli occhi di Jane si spalancavano.

-Jessamine?- chiese la ragazza ricordando la madre che la chiamava Jane mentre le correva dietro per la stanza, una lacrima le solco il volto ma subito la asciugò.

-Sì, è il tuo vero nome. Jane è un nome mondano, stupido oserei dire. Jessamine è...- Jane strinse i pugni e le unghie le punsero la pelle.

-Io sono Jane- disse con voce così alta che anche lei rimase sconvolta. Alaric si girò e la guardò.

-Come vuoi, Jane- disse aprendo le ante dell'armadio.

-Ricorda, quando sarai regina non avrai un nome- continuò il ragazzo guardandole i pugni serrati.

-Sono Jane e sarò sempre Jane- disse la ragazza girandosi, prima di uscire dalla stanza Alaric le prese il polso e la girò facendola sbattere contro il proprio petto. Mille scosse invasero le vene di Jane che rimase immobile, perdendosi negli occhi del ragazzo. Alaric le sfiorò una guancia con le dita, portò le dita sul collo della ragazza mentre lei sfiorò la sua mano con la propria.

Prima che lei potesse dire qualcosa, Alaric portò la mano sulla sua guancia e la baciò. Era un bacio così tormentato da far immaginare a Jane che quello fosse Eleric. Alaric spostò le mani sui fianchi di Jane, la sua presa era forte e salda; Jane portò le mani dietro al collo del ragazzo. 

-Eleric- sussurrò sulle labbra del ragazzo che si staccò.

-Jessamine!- disse il ragazzo con gli occhi spalancati, la presa sui fianchi di Jane era ancora forte.

-Jane- disse la ragazza. Lui la guardò come se questo fosse l'ultimo dei problemi.

-Hai detto ''Eleric''- disse il ragazzo stringendo la presa sui fianchi di Jane.

-No- disse Jane scuotendo la testa, non l'aveva detto, ne era certa; perchè mai avrebbe dovuto?

Alaric si allontanò da lei, Jane lo seguì finchè non sbattè contro un muro invisibile, tentò nuovamente di passare ma qualcosa la teneva rinchiusa.

-Eleric, qualcosa non va- disse mentre il raggazzo si fermava. Si girò e le sorrise.

-Certo che non va, non ti permetterò di tornare dal tuo amato Eleric- disse il ragazzo sorridendo.

shadowhunters: her dark fireworkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora