CAPITOLO QUATTRO

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Anche la mia umidissima amica pensa che non esista al mondo un metro da sarto in grado di catturare tutte le lunghezze di quest'uomo.

Tuttavia, dato che sono professionale...

La prima cosa che cade a terra è il suo cappotto.

GD è una roccia di fronte a me – il corpo tonico, i muscoli tesi quanto i tendini del collo; le cosce piantate a terra e una vena invitante che pulsa sul suo collo...

Gli slaccio i tre bottoni della maglietta di cotone, sfilandogliela al contempo dai pantaloni di pelle.

"Non hai il metro, Elena..."

Faccio una fatica immensa per evitare di attaccarmi a quella vena come un vampiro. "Io misuro in pollici." La maglietta vola per terra. Adesso GD è seminudo di fronte a me.

"Forse dovrei farti vedere come si prendono le misure..."

"... o forse no" ribatto, passandogli le unghie sul petto. Lui emette un fischio leggero a denti stretti, e quello che si agita nei suoi pantaloni conferma l'attrazione che cresce tra noi.

Lentamente, lo circondo con le braccia, premendo lieve i pollici sulla sua pelle bollente. Alla fine il mio viso affonda nel suo petto e vivo del suo odore, schiacciata contro il suo cuore che pompa veloce, velocissimo, quasi quanto il mio...

Le sue mani mi carezzano la nuca. Affondate tra i miei capelli, sono in grado di intrappolarmi tra una scossa elettrica e l'altra, in un gioco sadico a cavallo tra il desiderio e la paura. Il suo respiro è irregolare, come acqua che precipita. Afferra la zip sul retro del mio vestito, appena all'altezza delle spalle, e inizia ad abbassarla.

Con un gemito, infine cedo: schiudo le labbra e assaggio la pelle di quel petto meraviglioso. Calda. Salata. Profumata. Lecco ancora.

Pronunciando parole incomprensibili, lui mi tira i capelli verso l'alto mentre mi abbasso, ma alla fine desiste con un lungo gemito.

Armeggio con la chiusura della sua cintura...

Passi.

Voci.

Ombre allungate alle nostre spalle che uccidono momenti, rapiscono silenzi.

"Oh, Elena, sei qu...!" La voce gioiosa di Kihyun si spegne a poco a poco e lo vedo dilatare leggermente gli occhi, benché sia io che GD siamo riusciti a renderci presentabili in un tempo che definire da record sarebbe riduttivo.

"Ehm... uhm... sì. Stavo lavorando al vestito, sai..." balbetta lui.

"Oh, certo. Scusa."

"E di cosa? Tanto non hai interrotto niente." GD, opportunamente protetto dentro al suo cappotto, mani in tasca e sguardo strafottente, attraversa la stanza a grandi passi dirigendosi verso l'uscita. "Grazie per la tua disponibilità, madre di Grace. Credo che la nostra sarà una collaborazione divertente."

Kihyun mi fissa come se non ci stesse capendo un cazzo – e probabilmente è vero – e io gli sorrido. "La macchina ci aspetta di sotto... va bene se ce ne andiamo adesso?"

"Certo, grazie."

Mi sistemo le mutandine con discrezione, mentre recupero cappotto e borsetta.

La grande finestra è rimasta aperta sulla brezza autunnale.

Tentazione... ecco, cosa sei.

Tutto ciò che voglio e che non dovrei volere.


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