don't forget about me
a tutti coloro a cui l'amore è stato rubato, ma ci credono ancora. ad harry styles e louis tomlinson.
—
IO settembre 2OI3.
non so perché scriva tutto questo su un vecchio taccuino, visto che sto per morire.
ogni volta fa male pensarci, è come se la ferita si riaprisse. ma è così, meglio accettarlo finché riesco.
ancora non riesco concretamente a realizzare: a volte mi sembra di stare realmente sognando, di essere in uno di quegli assurdi incubi che da piccolo mi capitava di condurre; per qualche glorioso minuto ho persino la speranza di potermi risvegliare e di ritrovarmi sano, in forze, protetto dal mio guscio di assoluta e serena normalità. ovviamente, poi mi rendo nuovamente conto che, sì, ho un cancro che mi sta ammazzando, niente è a posto.
comunque, non mi piace il pensiero di morire. sì, lo so che la vita è solo una parentesi dell’eternità, che il tempo che qui abbiamo è limitato, che ci sarà un giorno in cui l’esistenza vera sarà lassù, ma non mi sembra giusto, ecco. non mi sembra giusto morire a vent’anni, quando in case di riposo marciscono vecchi centenari che da questa dannata vita hanno avuto tutto. ma non posso nemmeno prendermela con loro. non posso prendermela con nessuno, onestamente. nemmeno con me stesso, anche se l’ho fatto per tanto. la verità, è che nessuno è colpevole di ciò che sto passando; probabilmente doveva andare così, è questo che penso nei giorni più brutti. non che mi dia particolare conforto, certo, ma almeno mi aiuta a trovare una risposta, anche se ho il forte presentimento che non esista.
non voglio morire, non riesco a metabolizzare questa mia sofferenza. ogni giorno, ogni schifoso giorno, apro gli occhi e tiro avanti per mia madre, per mia sorella, per louis. oh, per lui soprattutto. comunque, ho smesso di sopravvivere per me stesso. è assurdo pensare che a vent’anni un giovane accetti di lasciarsi morire, ma ho finito la speranza. ho finito la buona volontà. ho finito quella pazienza che nei primi mesi del mio calvario mi accompagnava. ho finito tutto perché non c’è più niente che la vita possa darmi e che io possa dare alla vita. ma tiro avanti. tiro avanti per loro che mi guardano con gli occhi dell’amore, tiro avanti per dare più amore a louis.
tornando alle mie sofferenze, non pensate che sia un pazzo dicendo, prima, di non voler morire, e dopo di aver perso le speranze. il fatto è che vorrei vivere con tutto me stesso, ma non c’è più tempo per me. quindi ho deciso che è meglio non illudermi, non sperare che ci sia qualche cambiamento, e lasciare che le cose abbiano il loro corso. succederà, prima o poi, meglio provare ad accettarlo. ma non riesco mai a farlo. avevo tante, troppe cose da fare; battaglie per cui lottare, cavolate da combinare con gli amici, gelati da mangiare, battute per cui ridere, posti da visitare. avevo un mondo per me, e tutto mi è stato portato via. non riesco ad accettarlo, e tutto ciò è immensamente frustrante.
non riesco ad accettare che l’universo possa andare avanti anche senza di me; che, mentre io soffro, mentre io muoio, la gente continui beatamente a vivere nella sua bolla di sicurezza e serenità.
mon riesco ad accettare che la cosa che mi uccide sia dentro di me. è mia. i medici mi parlano continuamente riferendosi al “mio cancro”. nei primi tempi mi infastidiva molto, perché non ero certo io ad aver voluto quel dannatissimo tumore, ma poi ho capito. è stata una delle prime inconfutabili verità a cui mi sia arreso. ho capito che quella cosa maligna e schifosa che cresceva dentro di me era mia. mia come lo erano le mie risate e le mie lacrime. era mia perché si attaccava alle mie ossa, perché diventava le mie ossa. mia perché era il mio corpo. mia perché era il mio tumore. perché io ero diventato il mio tumore.
ho anche iniziato a farmi schifo, perché ero io ad ammazzarmi: era un suicidio. fa schifo, letteralmente. è così frustrante sentirsi morire e non poter fare niente. e forse mi sto lasciando morire, forse non ho lottato abbastanza. ma non c’era da lottare: sin dall’inizio, il vincitore era predeterminato.
quindi, eccomi qua, tragicamente sconfitto dalla parte peggiore di me.
comunque, non sono qui per parlare di quanto sia schifoso morire di cancro, né di quanto vorrei ancora poter vivere, ma, piuttosto, sono qui per lasciare qualcosa di me. qualcosa che sia vivo, che in qualche modo ricordi chi ero prima della diagnosi una volta che me ne sarò andato.
e allora, parlerò di louis.
perché è tutto ciò che di vivo in me rimane.hi babies, questa è una nuova fan fiction sui larry, per chi non lo sapesse è una coppia gay, per chi non li shippasse evitate commenti.
spero vi piaccia!
STAI LEGGENDO
don't forget about me; houis
Short Story✉ completata! h and l (boyxboy) comunque, non sono qui per parlare di quanto sia schifoso morire di cancro, né di quanto vorrei ancora poter vivere, ma, piuttosto, sono qui per lasciare qualcosa di me. qualcosa che sia vivo, che in qualche modo rico...