XI

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2 Novembre 2013.
 
L’ha fatto.

Finalmente Louis l’ha fatto.

Questa mattina è entrato in camera con un sorriso stranamente malizioso ed un bagliore negli occhi “Giorno, pronto per una nuova giornata?”

Gli ho scoccato un bacio sulle labbra ed ho sbuffato rumorosamente “Certo, un’altra meravigliosa avventura sta per cominciare nell’Universo Styles!” Gli ho fatto l’occhiolino e l’ho lasciato sedersi.

Continuava a guardarmi di sottecchi, le labbra serrate e la mano a massaggiare la sua onnipresente barbetta.

“Pensi a qualcosa?”

 “Io? No, perché?”

“Ti conosco, Louis. Tu pensi a qualcosa.”

Si è alzato ed ha preso posto vicino a me, afferrandomi la mano fredda. La sua, invece, era sudata, e lui sembrava dannatamente nervoso.

“Hai una bella mano.”

“Complimento improbabile, ma grazie.”

“No, sul serio, una mano bellissima.”

“Ottimo, vuoi passare la giornata a complimentarti con me, o mi dici che sta succedendo?”

“Harry, sono serio! Secondo me ci starebbe benissimo un anello.”

Ho sbuffato e gli ho dato un colpetto sulla spalla “Bene, se chiudiamo l’argomento giuro che ne comprerò uno.”

Louis, però, ha scosso la testa ed ha sorriso esageratamente.

“Non serve, ho già provveduto io.”

Così, ha sfilato dalla tasca una piccola scatola di velluto blu, e mi ha fissato con gli occhi lucenti di gioia.
Dal canto mio, ero incredulo.

“Louis…Stai scherzando?” Gli occhi mi stavano già pizzicando, ma in senso buono.

“Andiamo, vuoi che faccia la tradizionale dichiarazione? Oh, Dio, quanto siete esigenti voi spose!”

Si è inginocchiato con eleganza, fissandomi fieramente, ed ha aperto il pacchetto, che conteneva un sottilissimo anello d’oro.

“Allora, Harry Styles, sai che non sono granché bravo con le parole, ma poiché ti amo smisuratamente ho deciso che oggi farò un’eccezione e mi produrrò in un discorso coi fiocchi.

Non so quanto tempo mi sia stato concesso su questa Terra, così come non lo sai tu; viviamo in uno stato d’insicurezza, di dubbi, di grandi punti interrogativi. Non abbiamo certezze: siamo costretti a sentirci insicuri riguardo alla nostra salute, al nostro lavoro, persino riguardo al costo dei cereali che troviamo al supermercato. Ma, dal canto mio, io ho bisogno solo di una certezza: l’amore. E’ l’unica sicurezza che ho – che abbiamo -, Harry: perché io so che tu mi amerai fino alla fine, così come tu sai che lo stesso farò io. E’ una legge di natura, qualcosa di comprovato e certo. E conosco un altro paio di cose certe, mio giovane amato: una tra queste è che voglio spendere ogni singolo istante della mia inutile vita con te.

Quindi, te ne prego, dammi l’onore di sposarti.”

Entrambi stavamo piangendo un po’, ma non importava poi molto. Le gambe mi tremavano, anche quella malata sembrava riaver acquistato nuova vita.

“Sono io quello onorato all’idea di diventare tuo marito, Louis.”

Uno sguardo colmo di gioia e gratitudine “Allora mi sposi?”

Ho annuito “Anche adesso, per quel che mi riguarda.”

Il tempo di infilarmi l’anello al dito e me lo sono ritrovato tra le braccia, intrappolati in quella dimensione eterea che solo i nostri baci sapevano creare.

E per una dannata volta andava tutto bene, davvero.

Ed ero così felice che sarei potuto morire, ma non me ne sarei nemmeno accorto.

don't forget about me; houisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora