Scesi dall'auto ed arrivai davanti ad un grande cancello: era piuttosto vecchio,abbandonato a se stesso ma non importava. Ero eccitato da quello che udivo. Sentivo degli schiamazzi, dei palloni che cadevano a terra, sentivo quello che non ho mai provato: la felicità.
Watari si avvicino a me e mise la sua mano sulla mia spalla: < Sei pronto? >
Annuì anche se ero un po' confuso ed agitato: era davvero quello il mio posto?
Il baffuto sorrise :< Sei sicuro?>
<Beh...Ecco...>
Continuava a sorridere, come se volesse trasmettermi la sua sicurezza e disse :<Ci sono passato anch'io, tranquillo. > Così si avvicinò al citofono e cliccò il pulsante.Una voce rauca chiese chi fosse e lui rispose con un secco "Watari", poi il cancello si aprì.Rimasi a guardarlo , tutti i miei pensieri si trasformarono in paure.Le mie gambe tremavano, il mio sospiro si fece più veloce, e giocherellavo con le mani dietro la schiena (lo faccio quando sono nervoso). Watari mi guardò
<Non vuoi andare?>
Ci pensai un po'prima di rispondere, pensai che ormai avevo superato tutte le difficoltà, quindi quell'esperienza doveva essere come una partita a carte, eppure qualcosa mi spingeva a pensarla diversamente.Con un po' di vergogna dissi:
<Si...Ma lei non viene con me?>
Watari mi rispose subito, come se già sapeva cosa avrei detto
<Ormai sei abbastanza grande per essere accompagnato, non credi?>
<Ma non conosco nessuno e mi perderò di sicuro!>
<Chiedi ai bambini, così farai anche amicizia>
capii che Watari non voleva accompagnarmi, perciò non insistetti a convincerlo, però gli feci un'ultima domanda :
<lei dove va ?>
Fece un sorriso che non avevo mai visto in nessun volto. Certo, Watari mi sorrideva ogni volta che aprivo bocca, ma questo era diverso. Era un sorriso di un famigliare , di una persona che tiene all'altra, era davvero rassicurante.
<Vado in Giappone>
Non chiesi altro, forse perchè non ne valeva la pena.
<Uhm...Quindi non ci vedremo per un bel po'>
<Purtroppo si>
<Però può sempre scrivermi, no?>
<Certo!>
<Allora mi promette che mi scriverà?>
<Lo farò>
Mi dispiaceva lasciarlo ma dovevo essere forte ed entrare, non volevo fare la figura di quello debole,però prima lo abbraccia per ringraziarlo.
Mi staccai, feci un respiro ed attraversai il cancello. C'era un percorso per raggiungere l'entrata, lo definì un piccolo sentiero composto da pietre. Alcune volte mi giravo per vedere quanto lontano fosse Watari, la sua figura era ancora troppo grande. Sbuffai, volevo raggiungere in fretta la struttura, buttarmi sul primo letto o divano che vedevo e fare una bella dormita per realizzare le idee che mi frullavano in testa.
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Before...
FanfictionQuesta potrebbe essere una storia qualsiasi, una di tutti i giorni, di tutti i ragazzi. Potrebbe essere incoerente, insensibile, senza senso, eppure è stata l'unica per cui abbia detto "questo è amore". Non che io sappia cosa sia o cosa si prova...