Untouchable || Yoonseok

chapter 1

Era già quasi mezzanotte, quando un ragazzo dai capelli biondo platino si presentò al bancone. Hoseok lo aveva accolto con un luminoso sorriso, chiedendogli cosa volesse bere. Il biondo a sua volta fece un piccolo sorriso, chiedendo una birra, mentre si sistemava meglio nello sgabello forse troppo alto per la sua bassa statura. 

"non ti ho mai visto qui dentro, ti sei appena trasferito in città?" 

Hoseok non si era mai fatto problemi a chiedere, mai nella sua vita aveva tenuto la lingua in mezzo ai denti, non l'avrebbe di certo fatto ora, con tutta la curiosità che aveva di scoprire da dove poteva venire un ragazzo così bello.

"Sono di Daegu" rispose solamente lui, lo sguardo fisso negli occhi del barista.

"Oh! Sai, anche il mio collega è di li, si è trasferito quando era molto piccolo. Quel ragazzo che sta servendo al tavolo la in fondo, si, esatto, quello con la camicia enorme" sorrise ancora "posso chiedere il tuo nome? Mi piace parlare con le persone di cui so il nome e la provenienza"

"Min Yoongi"

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Hoseok ringraziò il cielo di essere a casa. Era stanco morto, aveva lavorato il doppio per colpa del suo amico e collega, rimasto a casa perché "hyung, non posso perdermi un'altra maratona di Game Of Thrones, Jungkook mi ucciderà se non resto con lui stasera".

Si mise a letto, lasciando solo la piccola luce del comodino accesa, mentre scorreva Instagram nel suo cellulare. Aveva provato a cercare quel nome, ma gli era uscito di tutto tranne che il bel viso del ragazzo che aveva incontrato quella notte. Aveva tentato anche con Facebook e Twitter, ma senza risultati. Si arrese quindi, dopo una quarantina di minuti, poggiando il telefono e spengendo la luce per mettersi a dormire. Aveva una strana sensazione addosso, faticava a trovare la posizione e continuava muoversi a destra e a sinistra, disfacendo il letto fino a far cadere ai piedi del letto il piumone. Sbuffò sonoramente, mettendosi seduto ed allungando la mano per afferrare il tessuto che era a terra. 

Hoseok abitava da solo, da ormai quattro anni, allora perché si sentiva così osservato? Da quando aveva varcato la soglia di casa, sembrava che con lui ci fosse qualcun altro, tanto che aveva chiesto a Taehyung se per caso si fosse fermato da lui senza avvisare. Ovviamente Taehyung non era li, bensì nella sua umile dimora, ovvero casa di Jungkook e Jimin. Ed Hoseok aveva provato a far finta di nulla, ma ora che la luce era spenta e lui si trovava seduto nel letto, senza nessuna protezione e nessuna coperta con cui ripararsi da eventuali mostri notturni sotto il letto, l'ombra nell'angolo opposto della stanza non lo rassicurava più di tanto. Dopo essere rimasto interminabili minuti ad osservare quella cosa  con il cuore a mille e i muscoli troppo deboli per fare un qualsiasi movimento, prese coraggio e alla velocità della luce accese la lampada nel comodino. Ma ovviamente in quell'angolo non c'era proprio nessuno.

Era mattina presto, quando decise di alzarsi. Non capitava mai, di solito si svegliava sempre verso le dieci e mezzo o anche undici, visto che lavorava dalle cinque del pomeriggio. Ma quella mattina non aveva voglia di dormire. Aleggiava una strana aria in casa, ad Hoseok era quasi sembrato di vedere qualcuno passare per il salotto mentre andava in cucina per fare colazione, ma ovviamente non poteva essere reale, giusto? 

Era già quasi ora di pranzo quando decise di fare un doccia. Una delle cose che adorava dell'avere casa propria era che poteva spogliarsi direttamente in camera, e completamente nudo andare nel bagno. All'inizio non aveva nemmeno messo la tenda nella doccia, ma qualche volta i suoi amici si erano fermati a dormire, quindi fu costretto. Come suo solito, lasciò i suoi vestiti nel letto, dirigendosi svogliatamente al bagno, dove lo specchio gli mostrò la sua immagine riflessa. Hoseok si piaceva, era magro ma non troppo, le sue gambe erano lunghe e snelle, e nemmeno le sue misure erano così male, certo non era 35 centimetri, ma di certo non si lamentava, e un po' li capiva i ragazzi e le ragazze che cadevano ai suoi piedi, ma non era di certo lui a cercare di fare colpo, anzi. Un piccolo sospiro uscì dalle sue labbra rosee, un sospiro di piacere, facendolo allarmare nell'esatto istante.