Millie
Buio.
Dolore.
Paura.
Luce bianca.
Urlo.
Buio.Andava avanti così da giorni.
Non sapevo dove fossi finita.
Mi mancava la mia famiglia.
Mi mancava la mia migliore amica.
Mi mancava Finn.Forse lui mi mancava più di tutti. Probabilmente ho sbagliato a lasciarlo, non avrei dovuto.
Se avessi saputo che sarei morta qua dentro avrei passato gli ultimi momenti con lui.
Tutto ciò che volevo era stringerlo a me."Bene stronzetta, noto che ti sta piacendo questo posto." rise malignamente Sedie.
Sì, era stata lei a portarmi qui. Non dimenticherò mai le parole che mi disse prima di chiudermi qui.
"Sei riuscita a portarmi via il ragazzo che amavo e giuro su Dio che ti strapperò via la vita a pezzi, devi soffrire. Devi stare male."
Dopo quella telefonata non riuscii più a sentire Finn. Erano passati tre giorni dalla telefonata.
Probabilmente non mi stava nemmeno più cercando."T-ti prego.. F-fammi usc-scire." dissi fra i singhiozzi tantando di dimenarmi dalla catena che mi teneva la caviglia.
"Oh no tesoro. Marcirai qua dentro. Sola." accese una piccola luce che mi permise di vederla.
"E mentre tu starai qui a piangere io andrò a consolare il mio ragazzo." disse calcando la parola 'mio'."No! Non avvicinarti a lui p-puttana!" urlai afferrandola per un piede facendola cadere per terra.
Si alzò allontanandosi di qualche passo.
"Oh e come pensi di fermarmi tesoro?" rise di nuovo."Ti prego. Farò tutto quello che vuoi. -singhiozzai- ma fammi uscire."
"Mhh." si sedette a gambe incrociate di fronte a me. "Ti farò uscire." disse guardandomi.
Sbarrai gli occhi. Non potevo crederci.
"Ma." continuò. "Dovrai evitare Finn in tutti i modi possibili e se tenta di avvicinarsi a te dovrai trattarlo male. In più, devi fargli capire che non lo ami, non l'hai mai amato e che sono io quella che lo ama davvero."
In pratica avrei dovuto mandarlo fra le braccia del diavolo. Non potevo. Non sarei riuscita a stargli lontano.
Scossi la testa iniziando a piangere."Mio dio, sei una lagna, sempre a piangere. Beh, dato che hai rifiutato -si alzò in piedi- goditi il resto dei tuoi giorni qui." fece per andarsene ma la fermai.
"Sedie!" si girò. Annuii esitante "Accetto."
"Come? non ho sentito." ghignò.
"Accetto la proposta. Gli starò lontana." chiusi gli occhi mordendomi la lingua.
"Bene. E sarà meglio che tu non infranga la promessa altrimenti tutto ciò sarà mille volte peggio." ringhiò.
Mi liberò da quella fastidiosa catena e riuscii a correre finalmente via da quel posto.
Corsi talmente tanto che alla fine le mie gambe cedettero e caddi con le ginocchia a terra.
Scoppiai nuovamente in un pianto liberatorio urlando come solo una pazza avrebbe potuto urlare.
Alzai lo sguardo e vidi casa di Finn. Mi avvicinai lentamente alla finestra di camera sua. Lo vidi e mi si strinse il cuore. Era sul suo letto, stava piangendo tenendo una foto in mano, riuscii a intravedere me e lui in quella foto.
"Mi manchi cazzo!" lo sentii urlare verso la foto passandosi poi una mano in volto non smettendo di piangere.
Nemmeno io smisi di farlo. Mi mancava così tanto.
Si girò verso la finesta e assottigliò gli occhi guardandomi. Mi aveva visto.
Tuttavia non mi mossi. Rimasi lì a guardarlo mentre lui tentava di capire se fossi io oppure no.Quando fece per avvicinarsi vidi Sedie passare e guardarmi in un modo ghiacciato.
Scappai via. Corsi verso casa mia.
Trovai Joe fuori al freddo che si passava nervosamente la mano fra i capelli.
Mi vide e spalancò la bocca.
Gli corsi incontro e lo strinsi a me."Piccola mia. Dove.. dove sei stata?" mi prese in braccio baciandomi la fronte. "Siamo stati tutti in ansia Millie. A Finn è quasi venuto un infarto, ci credi?" ridacchiò leggermente.
"Mi manca tanto." tentai di fermare le lacrime.
"Anche a lui manchi tanto. Tantissimo. Sai che non mi piace quel ragazzo, ma ti ama, ti ama davvero tanto."
"Cosa darei per riabbracciarlo." scesi dalle sue braccia appoggiandomi al suo petto.
"Millie." una voce fin troppo familiare chiamò il mio nome.
Niente da dire.
Buona lettura patati.
Kiss.
-M♡
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What about now? -Finn Wolfhard.
Fanfiction"Eravamo solo migliori amici, sì, insomma, lo conoscevo da quando eravamo piccoli era sempre stato il mio fratellone, non mi aspettavo che le cose cambiassero così."