Mi risvegliai all'improvviso, di nuovo nell'oscurità, ma ora sentivo l'odore salmastro del mare, la salsedine nell'aria si confondeva con la puzza di umido e di marcio, sotto di me la superfice fredda del metallo.
Una sottile striscia di luce mi fece capire dove si trovava la porta e cercai di raggiungerla.
Non era facile, la gamba destra era in fiamme e quasi paralizzata, ma dovevo muovermi, non avevo scelta.
Mi trascinai verso la porta e con grande sforzo e una buona dose di lamenti aprii il portellone: senza dubbio ero sulla nave di Kurt.
Non sentivo rumori di passi o la presenza di altri passeggeri.
Barcollai nel corridoio reggendomi a tutti gli appigli che potevo, non ricordavo bene la strada per uscire, ma mi bastava andare sempre verso l'alto e prima o poi sarei sbucato all'esterno.
Le scale erano un bel problema, ma dopo un paio di rampe comunque ce l'avevo fatta.
Gettando uno sguardo nelle cabine avevo visto che gli effetti personali degli abitanti del relitto giacevano a terra in modo disordinato: vestiti buttati all'aria, oggetti sparsi o abbandonati durante un'improvvisa fuga.
In un angolo il corpo di una guardia che aveva ancora una pistola in mano.
Toccai il suo collo: la pelle non era ancora gelida, non era morto da molto.
Presi la pistola, fortunatamente non necessitava di abilitazione genetica ed era ancora semi carica.
Li vicino un ordigno che lampeggiava: una bomba Nquadro con comando a distanza.
Era meglio allontanarsi velocemente.
Arrivato sul ponte mi diressi verso la torre di Sparky e incontrai riverso a terra un altro corpo: era il dottore, forse proprio la spia di Fengwang che Kurt cercava a bordo.
Un'esecuzione sommaria, un colpo alla nuca.
Strinsi il calcio della pistola, dovevo essere pronto a tutto.
Fu di nuovo un dolore inimmaginabile salire le scale metalliche strette e ripide.
Esaminai lo status della tuta e dei sistemi.
L'omni-pad si era allacciato alla rete locale e una voce familiare mi parlò.
"Tenente, posso avviare una routine di riparazione, le posso fornire qualche funzionalità dei sistemi, ma la tuta necessità di una riparazione hardware"
"Grazie Jeena"
"Loro sono dentro. Se lui dovesse morire io come dovrei comportarmi? Dovrei volere vendetta o dovrei dispensare un compassionevole perdono?"
"Tu lascia fare a me"
Senza casco mi sentivo nudo, ero obbligato a comunicare attraverso il pad.
Arrivai alla porta della cabina, la aprii lentamente ed entrai.
Lei era lì e anche Sparky.
Lo teneva per il collo e lo stava interrogando con la pistola piantata alla tempia: Sparky era pieno di ematomi e non riusciva a parlare, balbettava in continuazione cose senza senso.
Mi sembrava di vedere un'armatura leggera da infiltrazione sotto gli abiti laceri della donna.
Appena entrai si girò e mi sorrise, io già la tenevo sotto tiro, ma lei non sembrò curarsene.
"Siamo alla resa dei conti? E' arrabbiato Tenente? Pensava che l'avrei lasciata di sotto?"
"Allontanati da lui": le ordinai secco.
"Non posso!"
"Perché?"
"Tenente si è mai chiesto come si può uccidere un'ideologia?"
"Non voglio sentire altri ragionamenti folli, rispondimi!"
"Ma lo sto facendo! Le fondamenta dell'MSA furono messe quando il terrorismo dilagava nel mondo. Le nazioni erano costrette ad aspettare e a vedere persone innocenti morire, come potevano combattere una guerra quando i soldati possono essere chiunque e dovunque? Quando è un idea che li unisce? Basta tagliare la testa? No, non bastava, altre ne rispuntavano. Allora fu creata la sezione N. Terroristi che ne uccidevano altri, una guerra combattuta con le stesse armi. E in questa guerra muoiono innocenti, tenente, da entrambe le parti.
Sono anni che vivo nascosta qui tra questa gente, studiando e aspettando, come cellula dormiente, il momento di agire e quel momento è arrivato."
Non potevo crederci.
Lei sembrò capire il mio silenzio
"Incredibile vero? Impossibile? Noi combattiamo la stessa guerra ma in due mondi opposti!
Siamo noi che ci sporchiamo le mani e che non avremo mai nessun riconoscimento: se venissimo scoperti verremmo trattati allo stesso modo dei criminali che combattiamo, marchiati come traditori e terroristi, assassini. La sezione è altamente segreta e neanche io conosco gli altri membri, tranne casi eccezionali. Per esempio il signor Kurt con il suo compagno erano membri della sezione N, non so se ne era informato e il loro fallimento è stato una cicatrice troppo a lungo tollerata."
Non riuscivo a immaginare lo scenario che lei mi stava dipingendo e che incredibilmente avevo avuto sempre sotto il naso.
"Pensavate che la pace nel mondo sia stata raggiunta con le chiacchiere, con i trattati? Voi avete fatto un buon lavoro, ma decine di uomini e donne hanno scelto di sacrificare tutto per dare la possibilità a chi vive alla luce del sole di avere un po' di tranquillità, di apparente sicurezza. Si, tenente, perché la pace e la sicurezza sono solo un'illusione: il mondo è ancora in guerra e questa guerra si è spostata qui sotto, in luoghi come questo e uomini come lui devono morire per dare modo a chi vive lassù di continuare a bersi il suo tè alla vaniglia ogni mattina"
La sua voce era spezzata dall'emozione, gli occhi lucidi.
"Ecco perché!"
"Non deve finire male..." mi resi conto che ancora non sapevo come si chiamava.
"Mi chiamo Norah, Norah Kane!
Merda! E' una vita che non lo sentivo il mio nome! Maggiore della sezione N quarto grado!"
Il colpo partì all'improvviso e io reagii d'istinto.
Sparky fu sbalzato all'indietro e il contraccolpo lo riportò in avanti: ora era accasciato sul sedile immobile.
Lei si guardò un attimo lo stomaco su cui si stava allargando una rosa scarlatta, le gambe le tremarono e si accasciò al suolo.
Il proiettile la aveva trapassata, l'armatura la aveva protetta abbastanza, ma la ferita era comunque grave.
Mi sorrise.
"E io che credevo di poterla...sono stata una stupida, per un attimo leggendo il suo file avevo pensato che mi avrebbe capita, che avremmo potuto...dovevo ucciderla!"
Mi avvicinai e le strappai l'arma dalle mani: non oppose resistenza, per lei era una resa o una liberazione?
"Ricorda cosa mi ha detto sulla piattaforma? Anche per lei non è ancora il momento di morire maggiore, mi deve ancora molte spiegazioni"
Con uno sforzo sovrumano la trascinai di fuori e la tirai su, lasciavamo una lunga scia di sangue e io stavo per svenire, ma l'addestramento mi aveva portato fino agli estremi della sopportazione.
Riuscii ad arrivare alla lancia con cui eravamo arrivati, lei sembrava svenuta.
Ci allontanammo abbastanza girando tra i canali della città perduta di Singapore quando la vidi digitare un codice sul suo omni-pad e un boato accompagnò una forte esplosione.
Un bagliore rosso in lontananza mi diceva che la base di Kurt non esisteva più.
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Mass Effect Origins
Fanfiction2149 CE. Gli esseri umani scoprono di non essere soli nell'universo e lo spazio diventa la nuova frontiera. All'alba della creazione dell'Alleanza una minaccia getta ombre su questo evento storico. Un tenente dell'Agenzia Mondiale di Sicurezza si t...