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Mollo le borse in un punto a caso del lungo corridoio di stanze, la mia unica preoccupazione adesso sono i nonni e la mamma.
Entro senza pensare e non posso credere ai miei occhi.
Mia madre è stesa per terra, si vedono in faccia dei colpi, e i lividi sulle braccia, e mio padre accanto a lei con le mani in mezzo ai capelli, sembra spaventato, disorientato quasi. Non mi faccio abbindolare da queste sue false emozioni e mi dirigo subito da lui:«CHE CAZZO LE HAI FATTO!?»
«Te lo giuro Chloe, mi dispiace tantissimo, non pensavo che sarebbe svenuta»
«Ma ti sembra una cosa normale, Cristo?!! Tu non giustifichi nemmeno il fatto che le hai fatto del male, tu pensi che sia normale trattare in questo modo le persone che ami, o meglio, che tu ritieni di amare!!?»
«No, so di aver sbagliato, ma datemi un'altra possibilità, l'ultima perfavore»
«Quella di cinque anni fa era l'ultima e quella di quattro anni fa l'ultima ancora....Ora basta possibilità, tu hai chiuso, sei il nulla per me, non ti voglio mai più vedere, mostro che non sei altro. Scordati di aver avuto una famiglia e se ci vedi per strada non provare neanche a girarti e guardarci. Tu non mi conosci e sei il niente per me e lo sarai per sempre, ora vattene e subito»
Mi girai in mezzo secondo verso la povera donna che per molti anni ha dovuto subire tutto questo senza mai reagire.
«Mamma?»
Nessuna risposta.
«Mamma, ti prego rispondimi»
Ancora niente. Intanto la porta al piano di sotto sbatté.
Nel frattempo la mia vista cominciò ad appannarsi, gli occhi stavano diventando lucidi e le lacrime erano racchiuse nelle mie piccole pupille pronte a sgorgare.
«Perpiacere mamma, svegliati, non farmi questo»
Non rispondeva, la scossi fortemente, mi piegai per sentire se ancora il suo cuore era in vita o aveva smesso di pulsare...lo sentivo, quel battito debole come non mai che da un momento all'altro avrebbe ceduto.

Mamma è ancora dentro la sala per tutti gli accertamenti, nessun dottore è ancora uscito dalla stanza, li sento parlare, ma è solo un brusio, non riesco a capire cosa stanno dicendo.
Squilla il telefono.
Il nonno.
«Pronto nonno?»
«Chloe, dove siete? La casa è un casino e noi siamo appena arrivati»
Cavolo. Mi sono dimenticata di avvisarli, ma poi loro dov'erano?
«Tornati da dove? Comunque noi siamo in ospedale.»
«Eravamo andati a fare la spesa, certo che quando mangi non ascolti più tutto il mondo e pensi solo al cibo eh? Perché siete in ospedale!!?» esclamò con un tono più agitato sull'ultima frase.
«Perché io ero andata a fare compere e quando sono tornata la mamma era per terra nella sua stanza che non si svegliava più, allora io ho chiamato l'ambulanza e l'ho portata qui» non gli dirò mai che è colpa di papà, lo ucciderebbe in un solo istante, invece deve essere consapevole di tutto quello che ha fatto e morire nel suo dolore interiore tormentato dal fatto che non saprà mai se la mamma è morta o viva.
«PERCHÉ ERA SVENUTA!? CHI È STATO?»
«Stai tranquillo nonno, non lo posso sapere io, sarà solo stato un calo di zuccheri, dato che non mangiava molto» mi invento una scusa, intanto sento la voce dolce di mia nonna che continua ad assillarlo chiedendogli che cosa è successo.
Sento il cigolio della porta della saletta che si apre e mi alzo immediatamente per sentire cosa hanno da dire.
«Nonno, ti devo lasciare, ci risentiamo»
«No aspetta Chloe, dim-»
Riaggancio.
«Salve dottore»
«Buonasera signorina Pride, io sono il dottor Drake. Sua madre ce la farà, ha soltanto bisogno di riposo per riprendere le forze e rimettersi in sesto. Cerchi di starle accanto, o perlomeno, dato che conosco la situazione scolastica, trovi qualcuno che la assista perché non può assolutamente stare sola. Meno male che è arrivata lei, altrimenti non so se ce l'avrebbe fatta»
«Come sa di me dottore?»
«Oh, mi scusi, mio figlio Nathan mi ha parlato molto di una certa Chloe Pride, e ho saputo il suo cognome dalla scheda attaccata alla porta della sala di sua madre nella quale sono presenti i cognomi di entrambi i genitori»
«Oh....Perfetto, grazie mille dottore, per tutto, mi saluti Nathan»
«Si figuri e senz'altro , sua madre è una donna forte, anche se non lo da a vedere»
«Si fidi, lo so bene»

Sono nell'ospedale da mezza giornata ormai, sono le 2.00 di mattina; sto ancora aspettando che la mamma si riprenda per poterle parlare. I nonni sono venuti a fare un salto con delle orchidee, sicuramente un'idea di mia nonna. Sono tornati a casa presto perché non si potevano effettuare visite, ma gli hanno comunque fatto mettere l'orchidea nella stanza.
Entro nella sala della mamma e mi siedo sulla poltrona di fronte alla finestra. Fisso la donna che mi ha fatto passare un'infanzia splendida, che non mi ha mai fatto vedere la sofferenza e il tormento che in realtà la turbavano per tutti questi anni, non penso che tutte le madri sarebbero capaci di farlo; però ora basta....sono io che adesso la proteggo, sono io che adesso metto fine a questa storia di merda.

Apro gli occhi lentamente per lo spiraglio di luce che entra dalla finestra.
«Chloe, sei sveglia! Vieni qui»
Mi avvicinai al lettino e mi ci sedetti.
«Come stai?»
«Meglio ora, spero di uscire presto da questo schifoso posto puzzolente e pieno di malati»
«Questo "posto schifoso" ti ha salvato la vita»
«Sei tu che hai salvato la mia vita, e comunque lo sai che non mi sono mai piaciuti gli ospedali.»
«Si lo so, e secondo, io ti ho solo portato qui»
«E ti ringrazio, altrimenti non sarei nemmeno qui a parlare con te. Aaah, come farò senza di te d'ora in poi....»
«Che intendi? Ci vediamo ogni weekend quasi»
«So che non dovevo dirtelo, ma ho sentito una cara amica che vive in Florida ieri mattina e mi ha chiesto se avessi bisogno di aiuto dato che sa bene la situazione che stiamo passando»
«Mamma! Perché non me lo hai detto appena ti ha chiamato?! Comunque pensi di andare oppure no?»
«Mhh....non lo so»
«Mamma, ascoltami. Riguardo a me, me la cavo benissimo al college, sono al sicuro e nessuno mi fa del male, mentre i nonni non hanno bisogno d'aiuto primo perché il nonno ha una riserva di fucili e secondo perché ha due pugni di ferro che stenderebbero chiunque. E ci sono io. Poi ci vedremo per tutta l'estate e il Natale»
«Ci penso va bene?»
«Come vuoi, ora chiamo i nonni e gli dico di venire così mi posso avviare a scuola, ciao mami, avvisami su tutto e grazie per avermi fatto saltare il primo giorno del weekend!»
«Non c'è di che tesoro, ti voglio bene e stai attenta alla strada mentre attraversi»
«Ti voglio bene anche io, quello attento deve essere l'autista»

Sono appena arrivata, prima di partire sono passata dai nonni a recuperare le valigie e le borse dei negozi, ho salutato entrambi e adesso sono appena entrata nel corridoio del dormitorio, giro la chiave e apro la porta ma vedo qualcosa che avrei preferito evitare: Emy a cavalcioni su un tipo che non ho idea di chi sia mentre continua a baciarlo. Sembrano non notare la mia presenza perciò tranquilla appoggio le valigie e per non mettere in imbarazzo Emy esco dalla stanza sbattendo la porta. Aspetto sull'uscio guardandomi le unghie e controllando Instagram, e poco dopo esce un ragazzo che si presenta:«Ei, sono Caleb, piacere di conoscerti» conclude con un sorriso smagliante.
«Piacere Chloe, la compagna di stanza di Emily»

«QUELLO È CALEB!?!!»
«Si»
«PERCHÉ NON MI HAI AVVISATO CHE ERA COSÌ...COSÌ...EH?!»
«Con chi pensi che esca io?» Stavo per rispondere, ma mi accorsi che era una domanda retorica e non dissi nulla.
«Ma quindi è risolta la storia della tipa dietro il cortile del campus?»
«Assolutamente no, se la vedrà con me poi»
«Quindi quello era un bacio pre-discussione?»
«Senti Chloe, tu non puoi capire, lui ha quello sguardo che ti fa dimenticare tutto e ti convince a concentrarti solo sulle sue labbra, sul suo fisico, sul su-»
«Va bene va bene ho capito, ferma!» la interruppi allungando le braccia.  Era meglio che non continuavo a parlare di Caleb in questo modo, si sarebbe insospettita troppo, o sarebbe divagata parlando di cose assurde.

La giornata è proseguita abbastanza velocemente parlando di ciò che è successo nel weekend, in seguito a ciò io mi sono incupita e per un po' ho mantenuto il silenzio nella stanza mentre Emy cercava in tutti i modi di tirarmi su il morale. Quando la mia fase depressiva è finita abbiamo discusso di ciò che avremo intenzione di fare nei giorni successivi, abbiamo cenato, o meglio lei ha cenato, io ho mangiato un piatto di insalata e basta. Eravamo sdraiate ognuna sul proprio letto parlando di cose a caso quando arrivò la fatidica domanda:«Che cosa pensi di fare con Nathan?»
«Non lo so, sono indecisa, penso che dovrei uscirci, ma dentro di me sono spaventata e confusa, con tutto quello che è appena successo con Daniel»
«A proposito, che è successo con Daniel? Te ne sei andata senza salutare e non mi hai più raccontato nulla....In ogni caso Chloe, fidati di me! Ti capisco, anche io ero così all'inizio, poi ho provato e mi sono lasciata andare»
Le raccontai tutto dell'incontro insieme a Daniel e lei mi rassicurò, dopo un intenso interrogatorio; dicendo che qualsiasi decisione io prenda, giusta o sbagliata che sia, mi sosterrà.
«Va bene, grazie, ora vado a letto che ho dormito poco»
«Nulla, spero di essere stata d'aiuto, buonanotte»
«Notte»

-DyylObri

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