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«Papà basta!» Urlai contro un uomo robusto e burbero che purtroppo è conosciuto anche come MIO padre, un orrendo padre che sta ininterrottamente sferrando calci e pugni contro il corpo esile di mia madre che continua a subire nonostante le abbia ripetuto molte volte che dobbiamo andarcene da questa casa, da questa città...
Un altro pugno, un altro urlo di sofferenza, altre lacrime che stanno sgorgando sul viso roseo di mia madre. «Papà ora smettila!», presi l'iniziativa e lo spinsi facendolo barcollare all'indietro e si infuriò:«Come ti sei permessa? LURIDA PUTTANA! Vieni qui all'istante!» Io timidamente mi diressi verso di lui; farei di tutto pur di smettere di vedere quelle lacrime su quel viso docile. Sentii arrivare uno schiaffo molto forte sulla guancia tanto che mi fece cadere all'indietro «Ora smetterai di rompere i coglioni! Maledetto il giorno in cui sei venuta al mondo!» E vidi il suo enorme piede che si avvicinò sempre di più alla mia faccia.....

«Oh Cristo!»
Mi alzai seduta sul letto ancora coperta dal lenzuolo. Passai la mano sulla fronte e una striscia di sudore mi bagnò la pelle. Che incubo di merda! Spero che sia stata solo questione di stanotte, a causa di quel momento di ieri pomeriggio, altrimenti non ce la farei. Guardai l'orario sul telefono, le sei e mezza. Mi alzai, vidi nel letto di fronte a me Emy che dormiva, dopo le avrei chiesto spiegazioni.

Alle sette e mezza, sono al bar vicino la scuola, sto sorseggiando il mio caldo cappuccino e mi sto specchiando continuamente nello schermo del telefono perché ho paura che il correttore svanisca e che si vedano i lividi sulla mia pelle.
«Ei Chloe», alzo la testa svogliata e quando mi rendo conto che è Nathan gli rivolgo un cenno con il capo. «Ehmm...posso sedermi?» ma ci sono solo io qui?! «Se proprio vuoi», lui appoggia lo zaino e si siede di fronte a me; sta continuando a far tremare la sua gamba destra, ma che ha?! «Nathan, tutto bene?» «Mh? Oh, sì sì, tranquilla nulla di cui preoccuparsi» Oook, questo ragazzo comincia a inquietarmi, sull'autobus non sembrava così assurdo. Guardo il telefono per l'ennesima volta, mancano cinque minuti alle otto, merda! Mi ero persa negli appunti di matematica e forse un po' anche nel viso di Nathan. «Nathan, devo andare, ora ho letteratura e sono in ritardo» «Va bene, ciao Clo ci vediamo più tardi magari» mi alzai e me ne andai a passo svelto verso l'ingresso della scuola, CLO?! Sul serio? Ma non mi conosce nemmeno!! E poi non può chiamarmi così lui!
Sono entrata in classe in ritardo, e dopo essermi scusata con il professore mi diressi verso l'unico posto libero, vicino ad un ragazzo che mi sembra di aver già visto. È alto, ha i capelli corti neri, e degli occhi piccoli da cui si riesce a intravedere un verde, quasi grigio. Devo ammettere che è molto attraente e si fa notare subito. «Prego Chloe, siediti pure vicino a Josh» Josh, carino il nome.

A metà lezione Josh inizia una conversazione:«Chloe, mhh..chloe» «Sì, è il mio nome, che vuoi?» «Uuuh, nervosetta la ragazza» sbuffai e tornai a seguire la lezione, non che prima non lo stessi facendo ma diciamo che mi ero distratta un momentino.

Le lezioni sono proseguite tutte lente come la quaresima, ogni professore muoveva la bocca a rallentatore mentre spiegava e sembrava che ogni ora non finisse più. Mi recai in sala da pranzo e mentre camminavo lungo i tavoli vidi il viso di Emy affondato in un libro; andai dietro di lei a passo felpato e le misi due mani sulle spalle scuotendola:«CIAO BELLISSIMA!» «AAH!» si girò subito e mi guardò malissimo:«Santo cielo, che colpo che mi hai fatto prendere! Tu sei matta» continuavo a ridere e intanto mi sedetti di fianco a lei. «Senti un po' ma....dove eri finita ieri sera?» «Mh? Cosa? Perché me lo chiedi?» «Non lo so, forse perché ti ho cercata per tutto il giardino del campus gridando il tuo nome?» «Cosa hai fatto?! AHAHAHAHAH scusa davvero se non mi hai trovata ma potevi mandarmi tranquillamente un messaggio» «Come se non l'avessi fatto» «Oh be, in tal caso mi dispiace, ero a una specie di "incontro notturno"» replicò mimando con le dita le virgolette. «Incontro notturno?» ripetei ridendo «Sì Chloe, un incontro notturno. Ho conosciuto un ragazzo che fa parte di una squadra che ha giocato con quella della nostra scuola. Il giorno della partita, è stata il pomeriggio che tu sei stata male, ha vinto la squadra avversaria così ci hanno invitati a prendere qualcosa da bere al Crazy Minds, un pub qua vicino, e abbiamo tutti acconsentito. Eravamo io, Nathan, Dana, Justin e Josh.» Mentre esponeva i fatti, diceva nomi di persone a me totalmente sconosciute escluso Nathan , poi avevo scambiato due parole con Josh, ma nulla di importante. «Quando entrammo alcuni dell'altra squadra ci fecero cenno di andare a sederci al loro tavolo. La serata passò veloce, così quando era quasi ora di tornare al dormitorio uscii per alcuni minuti per fumare una sigaretta fuori dal locale.» Emy fuma?! Davvero? Non mi scandalizzo, assolutamente, ma mi sembrava una santarellina, magari potrei provare a fare un tiro da lei. «Poco dopo mi raggiunse il ragazzo dell'appuntamento, si chiama Caleb, è alto, abbastanza palestrato, capelli color castano ramato, occhi nocciola, sopracciglia folte nere e labbra sottili, bellissime. Ha un anno più di noi, infatti conosceva già Nathan e gli altri, avevano giocato insieme l'anno scorso. Comunque fatto sta che abbiamo iniziato a parlare, ci siamo scambiati i numeri e ci siamo visti ieri notte.» Finì di spiegare. «Interessante, ma non ti spaventa un po' il fatto di incontrarsi di notte? Poteva farti del male...non lo conoscevi» «Ooh, Chloe perché devi sempre essere pessimista su queste cose? L'ho conosciuto abbastanza da essere sicura di uscirci, non è successo nulla» Abbassai lo sguardo. Lei non sa niente sul mio conto, come si permette?! «Non puoi dirmi che sono sempre pessimista, tu non sai niente di me, non sai cosa ho passato!» «Oh, be scusami, mi è uscito così, non volevo offenderti, vuoi parlarne?» «Scusami, non ora, è che quando la gente tocca questo argomento, è il mio punto debole, mi si chiude la vena e non mi trattengo, mi dispiace davvero» «Ok be, adesso che lo so, starò più attenta, quando vorrai parlarne sappi che ci sono.» mi disse rivolgendomi un sorriso sincero. «Comunque avvisami la prossima volta che scappi così ok? Almeno evito di sgolarmi e morire di freddo in mezzo al giardino» «Certo, certo, lo terrò bene a mente» «Come hai conosciuto Nathan? Mi sembrate molto amici anche se lui ha un anno più di noi» «Oh già, il primo giorno sono arrivata qui in anticipo di un'ora perché mia madre aveva letto male l'orario e siamo partite da Las Vegas in anticipo, infatti non c'era nessuno studente. Aspettai dieci minuti e comparve Nathan che si era recato a scuola per una riunione di accoglienza alle matricole, mi vide seduta su una panchina guardare il vuoto. Si presentò e si offrì come guida per farmi visitare la scuola, e nel frattempo parlammo e parlammo continuamente. Alla fine della mattinata mi offrì un caffè-latte al Random's bar, quello che c'è a cento metri da scuola.» Ah sì, ero già andata stamattina in quel locale a fare colazione, se così si può chiamare. «E quindi al pomeriggio mi fece conoscere gli altri, però non li conosco ancora perfettamente, ma diciamo che mi ci trovo bene nel complesso. Perché non usciamo tutti insieme una di queste sere?» «Per me va bene, però questo week-end devo andare da mia madre.
Ora capisco perché ti trovi così bene con Nathan» «Sì, gli voglio molto bene anche se lo conosco soltanto da una settimana, è davvero un bravo ragazzo, molto dolce e sincero» la guardo quando parla di lui, sembra che lo conosca da una vita, quasi come fosse suo fratello.
Suona la campanella e ci dirigiamo ognuna nella propria classe, mettendoci d'accordo di incontrarci nella stanza subito dopo le lezioni.

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